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Vargas: «O gioco o vado via»

Arrivato a gennaio per 11 milioni ha giocato 162 minuti in serie A senza fare gol

«Fatemi giocare o me ne vado». Eduardo Vargas dà l’ultimatum al Napoli e a Mazzarri e la faccenda è tutto sommato paradossale e basta ripercorrere la storia degli ultimi mesi per rendersene conto. Dal momento del suo arrivo in Italia, fin dalla sera del 5 gennaio scorso, infatti, la squadra azzurra era il miglior posto possibile: «Ho scelto Napoli perché ho sempre sognato di giocare con la maglia di Maradona». Poi venne, subito, la partita di Coppa Italia con il Siena e tutto cambiò. Il tecnico del Napoli si rese conto che Vargas detto Turboman o anche la Joya era sì come un gioiello, ma ancora assai grezzo.
Da allora, in campionato, mai una volta titolare, 10 presenze (per 162 minuti complessivi) e neppure un gol. Neanche durante l’ultimo precampionato. Edu, tornato ieri a Castelvolturno dopo l’amichevole col Cile, ha deciso di alzare la voce e di far entrare in crisi la storia d’amore con il Napoli: «Io voglio solo giocare. Se non posso giocare allora voglio andare in prestito», ha detto. Vargas, che prima di approdare sotto il Vesuvio ha vinto, in ordine, Apertura cilena, Copa Sudamericana e Clausura, ha poi cercato di dare un tono più sommesso al suo malumore: «Non so quale soluzione troveremo. Stiamo discutendo per vedere se restare o meno».
Walter Mazzarri per renderlo competitivo per la serie A ha fatto parecchio. Anche se non ha mai escluso l’ipotesi di darlo via per questa stagione. Le scelte delle ultime settimane dell’allenatore hanno intristito Vargas ma è bastata una (mezza) partita con la nazionale cilena per fargli rialzare la testa. Edu, che ha compreso l’orientamento di Mazzarri, non capisce i motivi dell’esclusione. Ripercorre con la mente le ultime due stagioni vissute nell’Universidad: 30 gol, 11 dei quali nelle coppe internazionali, là dov’è diventato il capocannoniere della Copa Sudamericana.
Riflette su quei trionfi, come il secondo posto alle spalle di Neymar nel Pallone d’Oro. Dimentica, magari, che qui da noi è a secco da otto mesi, ed è l’unico dei tre attaccanti azzurri a non essere mai andato a bersaglio. E allora Vargas non comprende né si adegua. Questo turnover a senso unico lo indispettisce, tanto più che alla lunga potrebbe pesare perfino sulle scelte di Borghi, il ct del Cile. Vargas è pronto a fare un’altra volta la valigia. «I possibili acquirenti non mancano né sono mai mancati», garantisce chi ne cura gli interessi.
Il procuratore Cristian Ogalde potrebbe incontrare il direttore sportivo Bigon nei prossimi giorni e non è detto che il club azzurro non lo accontenti. Ma la posizione del Napoli è ben chiara: un investimento da 11 milioni va via solo in prestito. E allora ecco che rispunta uno scambio con Rolando Bianchi del Torino. Alla finestra il Genoa di Preziosi. Nelle ultime ore anche il Chievo, il Catania e il Siena hanno mostrato interesse. A Bigon piace Floccari della Lazio. Pazzini è pista calda, ma il Napoli ha molti tentennamenti e la punta ex doriana non ha piacere di venire a fare la riserva.
Dal Brasile, intanto arriva la notizia che il Napoli avrebbe chiuso col San Paolo per Bruno Uvini per 2,9 milioni. Il club azzurro e il suo manager, però, negano. Si vedrà. Nel frattempo, come ormai si era intuito, Bigon ha mollato Alvaro Pereira del Porto dando il via libera all’Inter. Con cui resta in ballo anche la pista Gargano: il centrocampista uruguaiano teme di essere chiuso da Behrami e Dzemaili. Infine discorso rinnovi: tutto pronto per il prolungamento fino al 2015 dei contratti di Campagnaro e De Sanctis. La firma a inizio settembre.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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