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Vargas: “Sono io il vice Lavezzi”

Dove è finito quel campione che con la maglia dell’Universithad del Cile faceva parlare di lui in tutto il  mondo. Edu Vargas (nella foto) proprio non si aspettava di stare a guardare gli altri come giocavano dopo  aver vinto tutto nel suo paese e conquistato il podio del Pallone d’oro del Sudamerica. Davanti a lui solo  Neymar del Santos. Quando partì da Santiago alla volta di Napoli fu portato in trionfo dai tantissimi tifosi  che lo avevano applaudito durante la conquista del torneo di Clausura e della Coppa America. Lo   consideravano un Maradona che andava a fare fortuna in Occidente. Anche lui era convinto di poter essere  protagonista con la maglia azzurra ma non aveva fatto i conti con un Mazzarri che quando arrivano i nuovi li  fa aspettare un bel po’ prima di buttarli nella mischia. Sbarcato a Napoli venne blindato dalla società, ci fu  una conferenza stampa per pochi intimi e gli furono assegnate delle guardie del corpo per evitare che  venisse assalito dai fan partenopei. Un’esagerazione poiché lo si convinse che era veramente il nuovo  Maradona del Napoli. Quando si è reso conto che davanti a lui c’erano tanti altri campioni già affermato è tornato con i piedi per terra. Da star del Cile è diventato un giocatore comune in azzurro. Disputò un tempo  contro il Cesena in Coppa Italia e da allora venne impiegato molto poco in campionato. E mai dall’inizio.  Adesso che Lavezzi è andato via, Vargas si propone con la giusta alternativa. «Sono io il vice Pocho», ha  detto ai suoi compagni di Nazionale. E come dargli torto. A gennaio era stato preso proprio per prendere il posto dell’argentino nel caso in cui non avesse giocato. Dimenticando, però, che c’era un certo Pandev che  aspettava da tempo il suo momento. Vargas si augura che non arrivi Insigne perché avrebbe ancora più  problemi. A quel punto potrebbe anche chiedere di essere ceduto. Perché ha bisogno di giocare per  dimostrare le sue qualità. Considerato che sono stati spesi undici milioni di euro vale la pena capire se veramente è un campione. Se poi non ci sono le premesse per dargli spazio vale la pena mandarlo a capire  il calcio italiano altrove. Magari all’Atalanta dall’amico Marino che ha già fatto esplodere la vecchia  conoscenza Denis.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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