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VIDEO – Coppa America, Argentina-Colombia: 5-4 d.c.r. Zuniga sbaglia, Tevez no

Errori anche per Muriel e Biglia, segna invece il Pocho Lavezzi

È l’Argentina la terza semifinalista di questa Coppa America. Non sono bastati i 90′ regolamentari a decretare la vincente, e a dirla tutta, nemmeno la classica sequenza di cinque rigori. Ne occorrono sette, e precisamente quello di Tevez che quasi non voleva tirarlo. Una partita senza reti, dicevamo, ma non senza emozioni. Il match entra subito nel vivo al 5′, quando Di Maria taglia al centro per Pastore che devia col mancino verso la porta difesa da Ospina. Ci riprova lo stesso Di Maria al 12′ con un mancino velenoso. Partita frizzante con numerosi capovolgimenti di fronte: dopo nemmeno un quarto di gara, le squadre sono già spaccate in due. Mejia è il solo mediano di ruolo schierato da Pekerman e spesso si trova a dover fronteggiare i continui tagli di Messi e Di Maria: Cuadrado ed Ibarbo larghi a ricevere i suggerimenti di James Rodriguez, lasciano troppo spesso la mediana dei cafeteros in balia degli attaccanti argentini. L’Argentina è la più aggressiva e va vicinissima al vantaggio al 25′: nella stessa azione, Ospina è miracoloso su Aguero e poi su Messi; deviando d’istinto prima una girata ravvicinata del Kun e subito dopo un colpo di testa della Pulce. L’asse Zuniga-Cuadrado funziona bene: l’ex esterno della Fiorentina gioca praticamente da terzino aggiunto a chiudere la linea di corsa di Angel Di Maria. L’ingresso di Cardona per Gutierrez al 20′, regala ossigeno e più elasticità agli ‘amarillos’ che giocano una perfetta fase difensiva. Al 37′ è ancora pericolosa la Seleccion: Messi imbecca Pastore che allarga il gioco dalle parti di Di Maria; il traversone in area è deviato da Zapata direttamente tra le braccia di Ospina. La Colombia in attacco è poca roba: Jackson Martinez corre a vuoto tutti i primi 45′, troppo nervoso e mai in partita James, mentre Ibarbo è un corpo estraneo alla squadra. Ripresa che si apre ‘col botto’: al 52′ Ospina in uscita carambola su Di Maria; lo scontro è molto duro ma fortunatamente senza conseguenze. Succede poco fino al 62′, poche le emozioni e le giocate in campo, mentre freme il nervosismo sia dentro che fuori il terreno di gioco: a farne le spese è un collaboratore del Tata Martino, che guadagna in anticipo la strada per gli spogliatoi. La prima conclusione della Colombia arriva al 66′ con un colpo di testa di Jackson Martinez, telefonato per le braccia di Romero. Al 72′ comincia la partita di Tevez che rileva Aguero, un minuto dopo è la volta di Falcao per un abulico Jackson Martinez. Banega, subentrato al 75′ a Pastore, scheggia la traversa da fuori. All’Argentina resta solo l’urlo del gol al 79′: Otamendi gira in rete ma Ospina è ancora una volta strepitoso e devia il pallone sul palo. Pekerman gioca la carta Muriel all’85’, ma la manovra offensiva è sempre tra i piedi dell’albiceleste. Tira aria di rigori e Martino manda in campo Lavezzi, ma il ‘match ball’ capita sui piedi di Carlitos Tevez all’87’, ma nella circostanza è bravo Zapata, ad anticipare l’Apache con Ospina in uscita. Si arriva così ai rigori: James e Messi realizzano, poi Falcao e Garay. Cuadrado la manda sotto l’incrocio, Banega nell’angolino basso. Muriel, entrato a freddo, la manda in orbita, mentre il pocho fa palo-gol. Mejia segna ma Biglia fallisce il quinto rigore. È la volta di Zuniga e Rojo, ma sbagliano entrambi. Il neo interista Murillo la manda oltre la traversa ma Tevez no, e l’ex Juve manda i suoi in paradiso.
Per un Higuain che resta tutti i 90′ in panchina, c’è un Zuniga che gioca per 95′ e si rende protagonista in negativo dal dischetto: destro fiacco e a mezz’altezza, in perfetto stile Higuain. Partita giocata in difesa, a controllare Aguero e Di Maria. Pekerman nel secondo tempo lo sposta a sinistra, arretrando Cuadrado sulla linea difensiva, e nonostante la confusione tattica del Ct, l’esterno azzurro riesce a giocare una buona partita in copertura limitando i danni sulla propria fascia di competenza.

Di seguito, il video con i rigori del match:

 

Francesco Gambardella

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