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A MENTE FREDDA – Due ceffoni che fanno male: il Sassuolo piega un Napoli sprecone con il minimo sindacale

Osimhen per nulla freddo sotto porta, Mertens è un fantasma. Gli azzurri sono in seria difficoltà

I numeri dicono che il Napoli avrebbe meritato la vittoria, o quantomeno non questo risultato. Ciò che si produce sul campo, tuttavia, deve essere portato a termine ed è ciò che ha fatto il Sassuolo, pur non dominando in lungo e in largo. La squadra di Gattuso spreca una quantità di occasioni enorme, mentre quella di De Zerbi gioca bene ed approfitta delle ingenuità degli azzurri, guadagnandosi una vittoria convincente.

Ingenuità sia in fase difensiva, con Di Lorenzo protagonista dell’episodio spacca-partita su Raspadori sanzionato dal VAR, che in zona gol con Osimhen. Il giovane attaccante nigeriano sarà assente contro il Rijeka, quella col Sassuolo era la sua occasione per rimettere le cose a posto dopo l’espulsione rimediata giovedì con la Real Sociedad, e invece è autore probabilmente della sua peggiore prova da quando è arrivato al Napoli. Il regalo di Consigli lo rispedisce al mittente, poco dopo spara alto un pallone che bastava appoggiare nell’angolino basso senza nemmeno usare la forza. E come se non bastasse, ci si mette l’errore clamoroso di Mertens, controfigura di se stesso fino ad ora. Di questo ne parleremo nell’episodio odierno di “a mente fredda”.

Nel cuore di Napoli-Sassuolo: l’analisi della partita

 

COLPO DURISSIMO – E’ quello provocato da Di Lorenzo, quello che rompe l’equilibrio. Come un fulmine a ciel sereno, una vera e propria mazzata tra capo e collo per il Napoli, che dal momento del rigore segnato da Locatelli è pian piano calato sempre di più. Qualche buona diagonale difensiva, ma poca incisività davanti e nel contenimento soffre tanto le incursioni di Rogerio. Poi l’episodio del rigore che sa di croce sulla bara di una partita giocata male dal terzino azzurro. Molto bene, invece, l’altro esterno basso Hysaj. Tornato a sinistra, l’albanese offre un’ottima prova confermando la sua affidabilità. Ordinato quando si tratta di difendere, difficilmente perde il duello con l’avversario nell’uno contro uno ed è onnipresente sulla sinistra al momento di dare supporto alle offensive della squadra. E parlando di affidabilità, il riferimento non può che andare anche a Koulibaly. Il capitano di giornata avverte il peso delle difficoltà in cui riversa la compagine azzurra e se le carica addosso senza problemi. Ancora una volta domina nel confronto con gli attaccanti del Sassuolo ed esce con personalità palla al piede quando fiuta il contropiede, smuovendo i compagni. Non è sempre lucido, invece, l’altro centrale Manolas, che ha ripreso il suo posto. Croce e delizia il greco, che mentre dà dimostrazione della sua supremazia nei duelli aerei segnando anche un gol (poi annullato per fuorigioco) perde le misure, come in occasione del 2-0 neroverde che chiude definitivamente i giochi. Esente da colpe, infine, Ospina. L’estremo difensore azzurro si fa trovare pronto sull’unico reale pericolo creato dal Sassuolo con Boga al 42′, parando un tiro pericolosamente indirizzato verso la porta. Anche con i piedi (ma non è una novità) praticamente non sbaglia mai, è fonte di sicurezza per i compagni nella costruzione dal basso che Gattuso predilige. Non può nulla né sul rigore ben calciato da Locatelli né sul raddoppio di Maxime Lopez, sul quale devia come può la sfera che finisce lo stesso in rete.

UN PO’ PIU’ DI CORAGGIO – E’ ciò di cui ha bisogno Fabiàn Ruiz, ieri tornato in coppia con Bakayoko per comandare il centrocampo. Oltre alla lentezza nello smistare il pallone, elemento apparso non solo stavolta in realtà, lo spagnolo pare mancante di incisività al momento di colpire, e sappiamo che lo sa fare bene. Nel primo tempo spreca una ottima occasione da buonissima posizione, il suo sinistro è poco grintoso e Consigli para neanche così difficilmente. Ma in generale, più e più volte ha l’opportunità di piazzare la giocata potenzialmente decisiva nei pressi dell’area di rigore e invece non affonda il colpo. Speriamo sia solo un momento di flessione, perché le armi per far male ce l’ha e ne ha dato ampiamente prova. Passando al franco-ivoriano, la sua partita è a due facce. Domina per un’ora abbondante di gioco, gli avversari già sanno che perderanno il possesso del pallone con lui di fronte. Poi, però, pian piano si spegne e cade in errore diverse volte. Su tutti stupisce l’atteggiamento remissivo nell’azione solitaria che porta Maxime Lopez a siglare lo 0-2. L’ex Chelsea gli è vicino, ma tutto d’un tratto molla completamente la presa e il francese ha la strada spianata verso la porta del Napoli dopo aver saltato la restante parte della difesa azzurra.

DRIES, DOVE SEI? – Dell’attacco, francamente, se ne salvano in pochi. A parte Politano, il più in palla con i suoi tagli dentro il campo e soluzioni precise offerte per i compagni oltre che nella grande attenzione in fase di ripiego, quelle che dovrebbero rappresentare le bocche di fuoco nei partenopei si rivelano invece essere dei fucili che sparano a salve. Su tutti Osimhen, colui cioè che ha cestinato più occasioni di tutti. Pronti via, al 10′ raccoglie un regalo bello impacchettato e con tanto di fiocco di Consigli per poi rispedirglielo clamorosamente tra le braccia. Ma va be’, una ci può stare, anzi può essere segno di un inizio che fa presagire tanti gol. E invece, al 33′ fa anche peggio. Si costruisce bene l’opportunità per andare al tiro dopo aver saltato un paio di difensori, ma sbaglia praticamente quello che è un rigore in movimento sparando in curva il pallone. Bastava semplice e pura precisione, ma lui sceglie solo la potenza. Errori che sono l’emblema della sua voglia di spaccare tutto. La sua giovane età non gli consente di essere sempre lucido, dovrà formarsi tanto sotto l’aspetto mentale.

Chi, invece, non può essere giustificato è colui che di anni ed esperienza ne ha qualcuno in più: Mertens. Se dall’ex Lille ci si può aspettare qualche strafalcione (seppur grave, ribadiamo), il rendimento che si intende vedere da parte del belga non può certo essere quello di questo inizio stagione. Il leader azzurro al momento fatica ad alzare l’asticella, sembra la controfigura del bomber che conosciamo. Il Napoli sente la mancanza della sua qualità come regista offensivo, ma è soprattutto in fase realizzativa che sorprende tutti. Al 66′ dal sinistro di Politano parte un cross perfetto che lo pesca tutto solo sul secondo palo, ma il numero 14 sbaglia completamente l’impatto col pallone e spedisce fuori. Altra partita anonima, purtroppo, per lui: torna presto, Dries. Prova deludente, infine, anche per Lozano, impiegato come esterno sinistro per sopperire alla nuova mancanza di Insigne. Il messicano ci mette l’impegno per fare qualcosa di produttivo con l’uno contro uno, sua arma preferita, ma il risultato è piuttosto scarso. Qualche buono spunto per lui, che però alterna anche giocate inefficaci. In più, rischia di provocarlo lui per primo il rigore a favore del Sassuolo con un intervento al limite su Traorè nel primo tempo.

Dopo quella contro l’AZ Alkmaar, arriva dunque un’altra batosta per gli uomini di Gattuso. Il Napoli spumeggiante delle prime gare ha perso brillantezza, come dirà il tecnico azzurro a fine gara. Dal match con l’Atalanta, questa squadra ha subito un calo importante sotto questo aspetto. Ma ci può stare, aspettarsi tutto rose e fiori sarebbe una pretesa troppo grossa. Giovedì c’è l’occasione di riaccendere la fiamma contro il Rijeka, fanalino di coda del girone di Europa League. Serve riordinare le idee, analizzare gli errori e ricaricare le batterie per poi ricominciare a correre. Serve farlo subito, però.

A cura di Giuseppe Migliaccio

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