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Damato non sia una distrazione, il Napoli si scontra con i suoi limiti

Il rigore non concesso a Mertens non è uno scandalo, il Napoli rifletta piuttosto sull'atteggiamento distratto in occasione del secondo gol del Sassuolo

Che il Napoli non sia fortunato con Damato non è una novità, sono tanti gli errori arbitrali commessi dal fischietto pugliese ai danni degli azzurri. Il direttore di gara di Barletta ha battezzato l’era De Laurentiis, non concedendo il gol del Pampa Sosa a San Benedetto del Tronto nella semifinale dei play-off di serie C nella stagione 2004-05 ma poi ci sono il disastro di Udine nel 2010 e i due rigori non concessi in Genoa-Napoli lo scorso 21 Settembre, con in mezzo tanti altri episodi. Ieri, però, l’operato di Damato ha poca rilevanza nel passo falso del Napoli.

Il contatto nell’occasione del rigore non concesso su Mertens c’è ma non è così vistoso da gridare allo scandalo, è una delle tante situazioni che si verificano in una partita da rimandare all’interpretazione del direttore di gara.

E’ ancora più triste poi il grido populista che recita “con gli altri si scansano, con noi no”, una vulgata che non appartiene ai valori dello sport e che ridimensiona anche il valore del Napoli che può e deve vincere le partite con le sue qualità, non con i regali altrui. Il Napoli non ha bisogno né di alibi né dello scaricabarile dopo un pareggio deludente ma di notare ciò che non funziona e lavorare per migliorarsi sotto tutti gli aspetti.

Il Sassuolo ha preparato la partita nel modo più efficace per affrontare gli azzurri: linee corte, compatte e duelli stile Gasperini sviluppati su tutto il campo e, infatti, nel primo tempo la formazione di Sarri ha costruito una sola occasione nitida, nata da una palla persa a centrocampo dagli avversari.

Nella ripresa l’ottimo approccio degli azzurri, la vena più propositiva di Hamsik nell’andare tra le linee ha fatto in modo che il Sassuolo perdesse le misure e così il Napoli è andato in vantaggio. La vita di chi non ha risorse oltre la sua splendida identità di gioco è dura, bisogna andare sempre al massimo per vincere le partite eccetto pochissime eccezioni, per esempio la gara interna contro la Sampdoria. Dopo il gol di Mertens, la gara era in pugno ma l’errore individuale di Hamsik ha riaperto il match. Il Napoli poi ha continuato a macinare occasioni, colpendo due legni con Mertens e Insigne per poi subire gol nell’unica occasione in cui il Sassuolo si è ripresentato dalle parti di Reina, prima d’acciuffare il pareggio con il ritorno al gol di Milik.

Piuttosto che pensare a Damato o al presunto errore di Sarri nello schierare Hamsik (il capitano in questa stagione ha fatto parte della formazione in cinquantaquattro partite su cinquantacinque, partendo dalla panchina solo nella sfida interna contro l’Empoli) bisogna riflettere sull’atteggiamento distratto che porta al gol di Mazzitelli, con Jorginho che si disinteressa completamente dell’inserimento dell’avversario, Albiol che esce in netto ritardo e Reina che doveva essere molto più reattivo.

Il Napoli in campionato ha lasciato per strada ventotto punti, di cui dodici contro Genoa, Atalanta e Sassuolo, tre squadre che hanno contrapposto alla formazione di Sarri lo stesso atteggiamento tattico. Il Napoli ha incassato quarantacinque gol in cinquantacinque partite e solo in dieci sfide ha tenuto la porta inviolata.

Questi dati non ridimensionano la stagione degli azzurri che, considerando la cessione di Higuain, l’infortunio di Milik e il dispendio di energie fisiche e mentali nelle doppie sfide contro il Real Madrid in Champions League e la Juventus in Coppa Italia, sarebbe ottima anche in caso di terzo posto.

“Se in questa fase il Napoli non fa un passo avanti, rischia di farlo indietro”, questo concetto di Maurizio Sarri andrebbe acquisito come punto di riferimento assoluto di ogni analisi. Piuttosto che lamentarsi di Damato o peggio ancora della carica agonistica del Sassuolo e della professionalità di Paolo Cannavaro, bisogna individuare la strada giusta sia sul breve che sul lungo periodo per migliorare quanto fatto dal Napoli.

In campionato gli azzurri hanno subito venticinque gol su trentacinque nei secondi tempi, un dato che fotografa un gap profondo nella gestione delle partite in cui si è in vantaggio, nell’esperienza, nella personalità e nella tenuta del livello di concentrazione.

Bisogna intervenire sull’organico inserendo giocatori di spessore e discreta esperienza, con quattordici giocatori su venticinque nati negli anni ’90 è impossibile non pagare dazio rispetto a chi può contare sul curriculum di De Rossi, Khedira, Barzagli, Dzeko e tanti altri.

Il progetto Napoli è un’ottima base di partenza se si blindano i punti fermi del ciclo Sarri, le parole di De Laurentiis in conferenza su Koulibaly, invece, lasciano presagire una probabile partenza del difensore franco-senegalese che metterebbe in discussione gli equilibri della retroguardia.

Ripartire dalle proprie certezze potenziando l’organico è la strada maestra da perseguire quest’estate, intanto il secondo posto è ancora possibile, la Roma può ancora perdere dei punti e il Napoli deve farsi trovare pronto, a patto di guardarsi dentro con onestà intellettuale e non cercare gli alibi dei populisti.

Ciro Troise

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