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Le “perdite” costanti del settore giovanile alla ricerca del salto di qualità

Il grande impegno di Grava e del suo staff non basta, serve il salto di qualità sulle strutture

La sosta della serie A accende i riflettori sul settore giovanile che, invece, nel weekend appena terminato ha visto l’inizio dei campionati Under 15, 16 e 17 e nel prossimo fine settimana toccherà alla Primavera. Per IamNaples.it non c’è bisogno della sosta, è da sempre attento alle vicende del vivaio azzurro. Dopo cinque anni al centro sportivo di Sant’Antimo, le sfide contro il Lecce valide per i campionati Under 15 e 16 hanno rappresentato anche i primi impegni ufficiali al complesso sportivo Kennedy, dove si è trasferito il Napoli per il settore giovanile. Con l’impianto situato ai Camaldoli De Laurentiis ha risolto un’emergenza creatasi dopo le problematiche che hanno colpito il centro di Sant’Antimo ma il passo indietro è evidente sotto il profilo logistico. Al Kennedy bisogna condividere la struttura con altre realtà e scuole calcio, per i tanti ragazzi provenienti dal casertano è più complicato raggiungere il centro per gli allenamenti, in tal senso sarebbe fondamentale che fosse istituito un servizio di trasporti interno. Nel corso degli ultimi anni il Napoli ha costruito una presenza sul territorio, inesistente nella gestione precedente, una mappatura di scouting che gli consente di combattere con le altre società per portare a casa i talenti più interessanti. La sfida è complicata, le manovre d’intermediari e scuole calcio, il sogno dei genitori di portar via dalle difficoltà sociali della nostra terra i ragazzi, il fascino che altre società emanano in virtù delle strutture in loro possesso rendono impervio il cammino del vivaio azzurro. L’impegno certosino di Grava e del suo staff, che hanno costruito delle buone squadre nel corso di quest’estate, soprattutto con l’Under 16 ricca di ragazzi molto interessanti, non può bastare, c’è bisogno del salto di qualità nelle strutture e nell’organizzazione del club. L’ipotesi del centro sportivo a Melito è mediaticamente molto presente, è necessario che dal prossimo incontro del 20 Settembre diventi una strada concreta da realizzare quanto prima se si vuole rendere il vivaio un asset che produca grandi risultati per il club. Negli anni scorsi con investimenti minimi delle risorse importanti sono state formate, su tutti Lorenzo Insigne, giocatore di levatura internazionale, e la storia potrebbe ripetersi garantendo gli strumenti necessari per fare in modo che i ragazzi della Campania Felix facciano le fortune del Napoli e non di altri club. La piaga degli ultimi anni è la perdita di ragazzi che al compimento dei quattordici anni d’età non sottoscrivono il vincolo pluriennale e si trasferiscono in altre società. Brucia ancora la storia di Raffaele Spina, difensore classe ‘2002 che, dopo aver disputato sotto età i play-off Under 15, andò alla Juventus. In maglia bianconera ha vissuto da protagonista le annate in Under 15, vincendo uno scudetto di categoria, e Under 16, oggi è un punto fermo dell’Under 17 bianconera e anche della Nazionale del ct Nunziata, impegnata in questi giorni al torneo Quattro Nazioni. Anche quest’estate il Napoli ha perso due ragazzi interessanti, ha praticamente “lavorato” per altri club, scovando e formando giovani interessanti che poi faranno le fortune di altri. Si tratta del difensore classe ‘2005 Saverio Domanico, che giocherà nell’Under 15 della Paganese in questa stagione, poi sarà sfida soprattutto tra Juventus e Milan al compimento dei quattordici anni, e dell’attaccante classe ‘2004 Davide Stabile, trasferitosi all’Atalanta. Ce ne potrebbero essere altri in futuro se non s’interviene in modo concreto, se il presidente De Laurentiis non investirà in un centro sportivo di proprietà dando un respiro diverso al lavoro compiuto da Gianluca Grava e dal suo staff che, nonostante le grandi difficoltà, riescono a tenere a discreti livelli il vivaio azzurro.

 

Ciro Troise

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