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La Primavera 1 è uno spiraglio di luce, il Napoli deve coglierlo

Sembrava si stesse configurando un epilogo pessimo per la stagione del Napoli. Su tutte la delusione della Champions sfumata per il suicidio sportivo dei ragazzi di Gattuso contro il Verona, poi la mancata qualificazione dell’Under 17 ai quarti di finale e, invece, al centro sportivo di Collecchio è venuto fuori uno spiraglio di luce.

Il Napoli è fuori dall’inferno del campionato Primavera 2, la retrocessione in serie B nella categoria più vicina alla prima squadra significa non avere sbocchi di crescita. Quale giovane interessante, di prospettiva viene a giocare in Primavera 2? Come si fa a crescere misurandosi in un contesto dal livello mediocre?

I ragazzi migliorano se possono misurarsi con giocatori più forti, in scenari stimolanti. Il Napoli passa dall’affrontare la Primavera della Salernitana o del Cosenza a tornare sui campi di Roma, Milan, Juventus, Inter in diretta televisiva.

Sembra poco e, invece, cambia tantissimo, il Napoli oggi ha un altro bigliettino di visita sia per trattare ragazzi di qualità in giro per l’Italia e per il mondo che nel coltivare l’ambizione interna dei più piccoli che vedono la Primavera come un primo traguardo.

Il primo tempo di Parma-Napoli sembrava riproporre i tristi presagi di un anno balordo e, invece, è venuta fuori una entusiasmante reazione nervosa, di anima, orgoglio, cuore, premiata dalle qualità individuali di alcuni ragazzi.

Hanno fatto la differenza ancora i ragazzi della nostra terra

Ancora una volta sono stati i ragazzi della nostra terra, cresciuti sin dall’attività di base a determinare questa risalita. Labriola ha segnato sette gol, ha ribaltato il destino di un’altra annata in Primavera 2 con una giocata fantastica, Cioffi è riuscito anche a debuttare in serie A, D’Agostino è una speranza per il futuro, Ambrosino è venuto fuori dopo un percorso complicato nelle categorie che precedono la Primavera. Tutti made in Naples, caro presidente, altro che ragazzo acquistato dal Verona pagando 2 milioni di euro (cosa mai fatta tra l’altro) di cui si parlava a Castel di Sangro dieci mesi fa.

Questo gruppo è formato quasi interamente da ragazzi cresciuti con la maglia azzurra, le uniche aggiunte nel giro dei titolari sono il portiere Idasiak, un affare straordinario nel rapporto qualità-prezzo, il difensore Spedalieri arrivato a gennaio e i centrocampisti Sami e Cataldi, l’autore del cucchiaio all’ultimo rigore. Merita una menzione positiva anche Stefano Stefanelli, arrivato a fine ottobre per sostituire Valoti che si è catapultato in un lavoro di gestione molto complicato. È stata un’annata balorda, condizionata dal Covid, dalle sospensioni, dalle esigenze della prima squadra, da tanta confusione interna.

Servono investimenti e la squadra Under 18: non si ripeta l’errore di due anni fa

 

Il ritorno in Primavera 1 è uno spiraglio di luce, bisogna seguirlo, altrimenti si defila e, perdendolo di vista, si ritorna nell’oscurità. Le voci su un taglio del budget per il vivaio non sono entusiasmanti, ancora di più reiterare l’errore di non formare la squadra Under 18 che servirebbe per aspettare i ragazzi classe ‘2004 non ancora pronti. Per le società neopromosse non è obbligatoria ma sarebbe molto opportuno costituirla per non disperdere il talento.

Bisogna investire, costruire una squadra valida per il campionato Primavera 1 a 18 squadre, portando il Napoli in una dimensione lontana dalle ultime tre in classifica che retrocederanno. Si tratta di un torneo tosto, competitivo, ogni stagione rischiano club importanti di capitolare. La Lazio è penultima e al play-out potrebbe incrociare una tra Bologna e Torino, realtà importanti che nel vivaio ci credono abbastanza.

Non va ripetuto l’errore dell’estate del 2019 quando si è sottovalutata l’uscita di Gaetano dalla Primavera. La promozione dei ragazzi di Cascione deve rappresentare una spinta anche per ristrutturare il vivaio nelle categorie dall’Under 17 in giù. Meno cultura del risultato, più lavoro di prospettiva insistendo sui dettagli, monitoraggio costante del territorio che è il Sudamerica d’Italia e continua a dare soddisfazioni.

Basta guardare la Nazionale per ricordarselo con Insigne, Immobile e Donnarumma a costituire la bussola della Campania Felix.

 

Ciro Troise

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