L’ex capitano azzurro Paolo Cannavaro, oggi difensore del Sassuolo, è stato intercettato a margine dell’evento a Scampia della Fondazione Cannavaro-Ferrara dalla redazione di IamNaples.it, ecco le sue parole:
Che valore si può dare a questa giornata e alla volontà di aiutare ragazzi che come te hanno cominciato a giocare per strada? “Un valore indescrivibile, alla fine siamo ragazzi cresciuti in una Napoli difficile tanti anni fa come lo è oggi, ma fondazioni come questa aiutano. Abbiamo rimesso a disposizione un campo da calcio che può certamente esser fonte di gioia e di aggregazione per i ragazzi di Scampia.”
Se fossi nelle Istituzioni cosa faresti per i ragazzi di Scampia? “Oggi parlare di Istituzioni è sempre difficile, ci sarebbero tante cose da fare, magari dovrebbero prendersi a carico ciò che le Fondazioni come questa fanno al posto loro. La gente per fortuna riesce a colmare questo gap. Bisognerebbe subito partire dalle strutture, lo sport è aggregazione ma si dovrebbe investire anche in scuole di musica e d’arte per tirar fuori la creatività di questi ragazzi. Tutti noi siamo creativi, ognuno però deve solo trovare la sua strada e le sue qualità che sono nascoste. Se non c’è mai niente da proporre questi ragazzi resteranno sempre davanti ad uno schermo di un pc o di uno smartphone che rappresenta un po’ la morte dei giovani di oggi.”
Sei sempre stato attento alle politiche del settore giovanile, ci racconti la realtà del Sassuolo e il progetto curato con “La Giovane Italia”? “Viene lasciata grande libertà ai ragazzi e non vengono considerati come robot come oggi si fa già all’età di dieci anni, vengono lasciati più liberi di esprimere le loro qualità in campo per stravolgere un po’ le righe e per tirar fuori quello che noi da bambini facevamo in strada ma in un campo da calcio vero.”
Dai nostri inviati Ciro Troise e Antonio Balasco
