Il centrocampista dell’Olympique Lione Corentin Tolisso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano francese l’Equipe nella quale parla del Napoli, club al quale è stato vicinissimo a trasferirsi in estate.
“Quale ricordi ho del 27 luglio (giorno del rifiuto al Napoli)? È stata una giornata molto complicata. Ero andato all’allenamento senza aver deciso il mio futuro. Sono tornato in casa verso le 14 e ho chiamato i miei giocatori, i miei procuratori e il mio presidente per dirgli che avevo deciso di rimanere. Il presidente era molto felice, successivamente ho chiesto di vedere l’allenatore per comunicargli la mia decisione. Per due o tre giorni, ho pensato solo al mio futuro. Ne ho parlato tanto con la mia famiglia. Mi svegliavo, mi allenavo e andavo a letto con quel pensiero in testa. Non pensavo che un grande club come il Napoli, che rispetto tanto, potesse offrire cosi tanti soldi per me. Siamo partiti da un offerta di 16 milioni per poi arrivare a 30 milioni più bonus. In quel caso, successivamente, la gente mi avrebbe visto come un calciatore da 30 milioni portandomi un certo tipo di pressione addosso. Quando ho presa la mia decisione, è stata una liberazione. Ero indeciso se andare al Napoli, e ciò significava che non era la scelta giusta andar via. Mi sono detto che se fossi andato a Napoli avrei probabilmente avuto più possibilità di andare in Nazionale, i calciatori che vanno all’esterno diventano spesso internazionali. So che quando giochi a Napoli c’è una pressione e un contesto particolari. La città vive solo per il Napoli, restare all’Olympique Lione è stata una buona costa visto che ho solo 22 anni e ho ancora tanto da imparare”.
Intervista all’Equipe tradotta dai colleghi di Gianlucadimarzio.com
