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Andros Townsend del Tottenham, genio e sregolatezza al servizio degli Spurs

Dopo tanta gavetta, il giovane esterno d'attacco classe 91' si sta ben affermando con i londinesi, sognando il Mondiale...

Il Tottenham di Andrè Villas-Boas non tradisce le attese in questo inizio di Premier League grazie ai dodici punti totalizzati in cinque gare (eccetto l’unico passo falso nel derby perso contro l’Arsenal). La vetta della classifica, condivisa con i cugini dei Gunners, è stata raggiunta grazie alla compattezza del gruppo. La cessione miliardaria del fuoriclasse gallese Gareth Bale al Real Madrid ha permesso alla società del proprietario Joe Lewis di condurre una sessione di mercato molto operosa, con acquisti di rilievo come Eriksen, Lamela, Chiriches, Capoue, Soldado, Chadli, e Paulinho. Su tutti, c’è una giovane promessa che si sta mettendo particolarmente in evidenza in questo inizio di stagione, il suo nome è Andros Townsend, esterno destro di centrocampo classe 91’ che fa di tecnica, velocità e rapidità d’esecuzione le sue armi migliori. Il suo talento è stato preso in considerazione -in maniera molto tardiva- dalla società londinese solo dopo una fruttuosa gavetta trascorsa tra numerosi club di Championship (sempre attraverso la formula del prestito, senza mai privarsi del suo cartellino).

Nato a Leytonstone (città situata nella parte orientale di Londra) il 16 luglio 1991, Andros Darryl Townsend nutre sin da bambino il sogno di vestire la maglia della sua squadra del cuore, il Tottenham. La distanza da quel sogno, chiamato “White Hart Lane”, è di soli dodici chilometri dalla propria abitazione. La fede per gli Spurs scorre nelle vene sin dalla sua nascita. Inizia il suo cammino a nove anni, entrando a far parte del settore giovanile dei Lilywhites. A diciassette anni -nella stagione 2008/09– prova- per la prima volta- l’emozione di aggregarsi nel gruppo della prima squadra allenata da Harry Redknapp; dopo aver tratto esperienza durante la prima parte di stagione, il ragazzo in occasione della finestra di mercato invernale decide di andare a giocare nello Yeovil Town, umile club all’epoca in League One (nostra Lega Pro). Con le sue dieci importanti presenze dà una mano ai compagni per evitare l’indesiderato retrocedere nella serie inferiore, realizzando, tra l’altro, la sua prima rete tra i professionisti, nella sconfitta contro lo Hartlepool United.

   

La stagione seguente (2009/10) non si rivela molto soddisfacente per Townsend, che divide le sue prestazioni prima con la maglia del Leyton Orient (22 presenze e 2 gol fino a dicembre 2009), poi dell’MK Dons, dove sarà costretto a giocare raramente a causa di numerosi infortuni subiti. Dopo alcune presenze in Under 16 e 17, viene convocato in Under 19 inglese, allenata dal C.T. Brian Eastick, in occasione delle amichevoli contro Bosnia e Ucraina e per il campionato europeo di categoria disputato in Ucraina (vinto poi dai padroni di casa, dove effettua solo due presenze). Ai nastri di partenza della stagione 2010/11, Harry Redknapp continua a non scommettere sul ragazzo, virando su giocatori come van der Vaart o Pienaar per il reparto offensivo. Così Tonwsend sceglie di andare in prestito all’Ipswich Town di Roy Keane. La sua avventura in Championship con i bianco-blù dura fino a dicembre, dopo 13 presenze ed una rete realizzata. Nel periodo di meditazione durante il quale deve decidere un’altra sistemazione, Townsend ha la possibilità di debuttare nel terzo turno di FA Cup proprio con la maglia degli Spurs contro il Charlton. E, come nelle storie più belle, il suo debutto è scandito da novanta minuti disputati come esterno di un centrocampo a quattro completato da Sandro, Palacios e Kranjcar, trovando l’opportunità di siglare anche la prima rete del 3-0 finale. L’emozione e la gioia di un ragazzo che fino a quel punto ha sempre sognato di vestire la maglia del proprio club diventa l’argomento corrente di molte pagine di quotidiani sportivi londinesi. Nonostante l’emozione immensa, Townsend sa benissimo che non è ancora questa la sua dimensione, a causa della grande concorrenza in casa Tottenham. Voglioso di dimostrare tutto il suo valore, tenta la carta Watford per dare una svolta alla sua carriera. Purtroppo la mancata sintonia con il suo nuovo allenatore Malky Mackay fa durare poco questa esperienza (solo 3 presenze e sei tribune), cambiando rotta per vestire la maglia del Millwall fino al termine della stagione. In questa piccola realtà senza pressione, trova una buona intesa con il mister Kenny Jackett, dove in 11 risulta costantemente il migliore in campo, raggiungendo i play-off (poi persi successivamente). Per fornire prove sul suo benestare in quell’ambiente, dichiarerà a più riprese di esser approdato nel club migliore fino a quel punto della sua carriera.

  

Henry Redknapp, nell’ultima stagione sulla panchina del Tottenham (2011/12), decide finalmente di aggregarlo al gruppo durante la prima parte di stagione. Ma la sfortuna perseguita ancora il ragazzo, che dopo sole cinque panchine e molte tribune (trovando solo posto in 6 partite del girone eliminatorio di Europa League) è costretto ancora una volta a migrare verso altre destinazioni per mettere in mostra le proprie qualità: il primo gennaio 2012 si formalizza il prestito al Leeds United. Detto, fatto: il giorno successivo risulta immediatamente decisivo nella vittoria all’ ”Elland Road” per 2-1 contro il Burnley, servendo l’assist vincente per la rete vittoria di McCormack. Nonostante Simon Grayson, allenatore dei Whites, lo avesse messo al centro del suo progetto tecnico-tattico, dopo sole sei partite Townsend manifesta la volontà di voler lasciare il club per il mancato ambientamento. Si aprono cosi le porte del Birmingham City, ambiziosa società di Championship con giocatori del calibro di Zigic, Caldwell, King e Huseklepp (ex conoscenza del Bari) con l’obiettivo della promozione diretta in Premier League. Townsend trascina i suoi nuovi compagni verso i play-off, persi poi durante le semifinali contro il Blackpool.

  

Il ritorno alla casa madre del Tottenham (2012/13) può riservargli scenari nuovi: gli Spurs affidano l’incarico tecnico ad Andrè Villas-Boas. Il portoghese testa le qualità dell’allora ventunenne durante il ritiro, prima di concedergli un’opportunità in occasione della prima parte di stagione. Il debutto da professionista in Premier coincide con la vittoria per 3-1 in trasferta sul campo del Reading, nella prima giornata di campionato, rilevando Lennon per una manciata di minuti finali. Ma, anche questa volta, la storia si ripropone:  a causa dello scarso minutaggio tra Premier, FA Cup, Curling Cup ed Europa League, il ragazzo è costretto a cambiare nuovamente area. Il Queens Park Rangers del suo ex mister Harry Redknapp è la società più attiva sul giocatore. La vecchia gloria del Liverpool fa rientrare l’acquisto del giovane esterno nel proprio progetto tecnico, costituito da una dispendiosa campagna acquisti con giocatori del calibro di Samba, Jenas, Rèmy, Mbia, Granero, Julio Cesar, Bosingwa e Park Ji-Sung. Nonostante le sue dodici incoraggianti prestazioni in altrettante presenze (con due reti siglate contro Aston Villa e Sunderland) gli Hoops non evitano l’umiliante retrocessione in Championship in conseguenza all’ultimo posto rimediato in classifica.

  

Durante questa stagione in corso, Townsend è entrato in pianta stabile nell’organico del Tottenham, grazie al consenso di Villas Boas. Dopo aver effettuato un ritiro molto convincente, disputa come titolare le gare dei preliminari di Europa League contro la Dinamo Tbilisi (trovando tra l’altro la via del gol nella gara di ritorno). Oramai il ragazzo ha la fiducia incondizionata del suo allenatore, il quale continua a schierarlo tra i titolari nelle prime cinque gare di Premier League contro Swansea, Arsenal, Norwich e Cardiff. Come se non bastasse, arriva per il giovane Townsend la chiamata in Nazionale maggiore da parte del C.T. Roy Hodgson, in occasione del doppio impegno degli inglesi contro Ucraina e Moldavia. Sebbene non riesca a debuttare, fa tesoro di questa nuova esperienza, ben conscio di voler rimanere nel gruppo definitivo di giocatori che sbarcherà in Brasile per il Mondiale 2014 (fronteggiando la concorrenza spietata nel suo ruolo: Walcott, Young, Defoe e Sterling su tutti).

   

Alto 183 centimetri per 77 chilogrammi di peso, Townsend è un esterno d’attacco che all’occorrenza può adattarsi con molta duttilità come esterno offensivo di un trio di mezze punte alle spalle dell’unico centravanti, in un 4-5-1 (schema particolarmente caro all’attuale mister del Tottenham Villas-Boas), oppure rifilato in un tridente di un 4-3-3, sempre con medesimi compiti. Talvolta (soprattutto durante i suoi inizi di carriera) è stato schierato come esterno di fascia di un centrocampo a quattro in un 4-4-2.  Dispone di un tiro molto potente e preciso, capace di piazzare in maniera puntuale ogni conclusione dalla distanza verso lo specchio della porta. E’ abile nel dribbling in velocità, ubriacando il suo diretto avversario con finte persuadenti. Il suo piede naturale è il sinistro, ma dimostra di esser bravo anche con il piede destro, non a caso il suo primo gol con la maglia del Tottenham l’ha realizzato con questo piede da fuori area. I suoi movimenti a tagliare ne confermano l’imprevedibilità e il dinamismo innato. Molto spesso chiede il fraseggio con l’avversario per cercare la conclusione verso rete. Non ha infatti difficoltà nel ricoprire entrambi i versanti di gioco. Dispone di un’accelerazione molto fruttuosa, soprattutto quando si tratta di creare la superiorità numerica per i suoi. Tonwsend dispone di un carattere molto umile, gli piace giocare con i compagni seminando l’armonia giusta nel gruppo. In passato è stato al centro di uno spiacevole episodio per lui che ha condizionato momentaneamente la sua carriera: lo scorso giugno la Football Association gli infligge una sospensione di quattro mesi, reo di aver scommesso su alcune partite anche se non aveva giocato in nessuna di queste. Questa bravata gli costerà una multa da diciottomila sterline e l’esclusione dall’Europeo Under 21 disputato in Israele. L’unica nota lieta della vicenda è rappresentata dalla sospensione dei tre mesi fino a luglio 2016 (sospensione applicata solo in caso di reiterata violazione delle leggi), che permette al ragazzo di disputare –quindi- un ottimo avvio di campionato. Controversie di un giovane talento che, stando ai fatti, sta dimostrando il suo valore sul campo: genio e sregolatezza a servizio degli Spurs.

  

 

A cura di Gilberto D’Alessio

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