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ESCLUSIVA – Dario Sarnataro: “Il Napoli di De Laurentiis destinato a grandi cose”

"Il mio primo amore? La carta stampata"

 

E’ nato 35 anni fa a Napoli, ma vissuto nella città di Casoria, lì dove muoveva i primi passi verso il suo sogno: diventare giornalista professionista. Sogno che, con umiltà, determinazione e lealtà, è riuscito a realizzare. Stiamo parlando di Dario Sarnataro, direttore di Luna Sport e conduttore di Marte Sport Live. Grazie alla sua disponibilità lo abbiamo portato in esclusiva ai nostri microfoni.

Dario, innanzitutto come nasce la passione per il giornalismo?

Da bambino. Mi affascinava molto questa professione. Mi è sempre piaciuto scrivere, è la mia grande passione.

Raccontaci, in breve, la tua carriera mostrando anche le difficoltà che hai incontrato lungo la strada.

Ho iniziato a 17-18 anni con un giornale locale chiamato “Insieme con voi”. Poi mi sono occupato dello Sport con alcune testate, fino a passare a scrivere per “Cronache di Napoli” prima, e il Corriere del Mezzogiorno dopo. Ma è nel 2003 che è avvenuta la vera e propria svolta professionale: entrai a far parte della redazione di Radio Marte e di TV Luna. Difficoltà ce ne sono state moltissime. Io credo che col sacrificio e con l’impegno si possa raggiungere tutto, soprattutto in questa particolare professione dove c’è tanta concorrenza. La cosa più importante è essere leali, perché poi questo pagherà in futuro.

Inizialmente, quando eri intenzionato a diventare un giornalista, hai avuto dei modelli ai quali ispirarti?

Sì, ne ho avuti: Gianni Minà, Mimmo Carratelli, ma, in maniera assoluta, Enzo Biagi. Poi col tempo, occupandomi di sport, ho cercato di seguire le orme non solo di Carratelli, ma anche di Bartoletti, soprattutto quando ero più piccolo.

Chi può essere considerato tuo maestro, colui che ti ha insegnato i trucchi del mestiere e da cui hai ricavato preziosi consigli?

Gianfranco Lucariello. Quando sono passato a scrivere per Cronache di Napoli è stato lui a indicarmi alcuni meccanismi importanti. Poi ce ne sono stati anche altri, ma a lui, in particolar modo, devo molto.

L’intervista, l’articolo o l’inchiesta che ricordi con maggiore piacere?

Bella domanda questa. Fu davvero gratificante intervistare Maradona a Giugliano, anche se non ero da solo, ma con altri colleghi. Io sono dell’opinione che l’inchiesta più bella sarà la prossima. Poi certo, è normale ricordare con piacere alcune esperienze fatte svolgendo la mia professione.

Hai avuto modo di fare giornalismo sia radiofonico, sia cartaceo, sia televisivo. Ma quale preferisci di questi tre?

La carta stampata è colei che è riuscita a catturarmi sin da bambino. E’ il mio primo amore, la mia passione infantile che poi ho portato sino ad oggi. Poi, più recentemente, ho scoperto gli altri due modi di fare giornalismo e devo dire che ognuno ha un suo pregio. Sostanzialmente sono modi diversi di comunicare, ma tutti e tre efficaci.

Negli ultimi anni il “giornale online” sta avendo numerosi successi e consensi. Secondo il tuo parere il cartaceo è destinato a soccombere sotto i colpi del web?

Assolutamente sì. Le nuove generazioni si stanno sempre più allontanando dalla realtà dei giornali. Il web è molto più istantaneo, immediato, ed è questo che interessa maggiormente al soggetto in cerca di notizie. Penso che tra un ventennio il cartaceo potrà dirsi finito.

Un consiglio che daresti ad un giornalista apprendista che si appresta a seguire questa strada particolare?

Crederci sempre, non arrendersi mai ed essere disposti al sacrificio.

Veniamo un po’ al Napoli. Un parere personale riguardo la compagine di De Laurentiis.

Il Napoli è una squadra molto competitiva. Grazie al suo presidente ha un progetto solido. Ha delle buone basi ed è destinato a fare grandi cose. Sono convinto che tra un paio d’anni il Napoli avrà un posto fisso nelle zone alte della classifica

Ritornando alla sfera personale, quali sono le passioni di Dario Sarnataro?

Certo. Il cinema è la mia grande passione. Ma ho anche l’hobby per la musica e per il teatro.

Per concludere, il tuo sogno nel cassetto?

Seguire per una grande testata un mondiale di calcio.

Intervista a cura di Stefano D’Angelo

 

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