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Juve, è possibile pagare la clausola di Higuain senza mettere i big sul mercato?

Accurata ricostruzione sul piano economico possibile per il pagamento della clausola dell'argentino

Una Juventus senza freni sul mercato, che stando alle prime operazioni messe a segno ed alle voci di ulteriori rinforzi, sembra aver puntato la Champions e per farlo è disposta a sacrificare quell’equilibrio di bilancio che ha caratterizzato le ultime sei stagioni. L’interrogativo che assale la mente dei suoi tifosi è uno solo: è possibile pagare la clausola rescissoria di Higuain pari a 95 milioni senza mettere sul mercato le sue stelle?

Premettendo che tutte le operazioni perfezionate durante le prossime due finestre di calciomercato, avranno effetti economici e finanziari sull’esercizio 2016/17 il cui fatturato non dovrebbe discostarsi di molto rispetto ai 380 milioni stimati per il 2016,
cerchiamo di analizzare gli effetti economici in bilancio delle prime operazioni ufficiali  del mercato bianconero, considerando anche l’acquisto di Higuain per l’importo della sua clausola.

Acquisti – Il riscatto di Lemina per € 9,5 milioni, l’acquisto di Pjanic per € 32 milioni, l’ingaggio a parametro zero di Dani Alves ed il prestito per € 3 milioni di Benatia, hanno comportato maggiori costi per circa € 34 milioni, di cui 9 milioni per ammortamenti annui.

Cessioni – Le cessioni di Morata (€ 30 milioni) e Padoin (€ 0,6 milioni), oltre alla scadenza di contratto di Caceres e Martinez ed il fine prestito di Cuadrado, hanno comportato minori costi per € 24 milioni circa, di cui 6,5 per ammortamenti.

La strategia messa in atto dai dirigenti di Corso Galfer, negli ultimi 6 anni, è stata sempre improntata sul rispetto dell’equilibrio di bilancio, cercando di non “sforare”, a livello di ingaggi e ammortamenti, la fatidica soglia del 70/75% dei ricavi attesi (capacità di fuoco). Seguendo tale strategia e gestione economico-finanziaria, l’acquisto del Pipita per 95 milioni diverrebbe impossibile. Infatti dividendo il costo per la durata del contratto (4 anni) ed aggiungendo il suo ingaggio lordo (15 milioni), Higuain avrebbe un costo annuo in bilancio di € 38,7 milioni, un’enormità se pensiamo che il solo costo del Pipita sarebbe pari al 10% del fatturato Juve e che attualmente il costo più alto nel bilancio bianconero è di circa € 12,5 milioni annui relativi a Dybala e Mandzukic. A tale proposito è bene precisare che il pagamento della clausola rescissoria in due annualità, non inciderebbe sul costo annuo nel suo ammortamento che rimarrebbe sempre di 23,7 milioni, sicuramente alleggerirebbe non poco l’impegno finanziario del suo pagamento rispetto all’unica soluzione.

Nell’operazione Higuain potrebbero rientrare, come contropartite gradite, le cessioni di Pereyra e Zaza che oltre ad abbassare l’esborso di denaro, libererebbero costi in bilancio per circa € 13 milioni di cui € 6,3 milioni di minori ammortamenti. Questo non sarebbe comunque sufficiente a rendere sostenibile l’operazione, non senza ulteriori cessioni come ad esempio quelle di Hernanes e Isla che complessivamente ridurrebbero di ulteriori 13,3 milioni i costi in bilancio. Potremmo continuare con altri esempi, fino a sfoltire ulteriormente la rosa, ma non mi sembra il caso e forse l’impresa non vale la spesa, tenuto conto che oltre ad Hernanes, la Juventus sta trattando anche i giocatori Pjaca e Gabigol che farebbero incrementare ulteriormente i costi di altri € 16 milioni l’anno circa, di cui 8 milioni relativi ad ingaggi lordi.

L’unica soluzione che renderebbe sostenibile l’investimento Higuain è il cambio repentino della politica economico-sportiva della Juventus. Puntare a vincere la Champions nei prossimi due anni, potrebbe aver convinto la dirigenza bianconera ad aumentare la capacità di fuoco a disposizione, portandola ai limiti dei ricavi attesi. Un aumento tutto sommato “calcolato”; aumentare il peso degli ammortamenti annui in bilancio, pur mantenendo il livello degli stipendi del personale tesserato e non, nei limiti dettati dalle norme attuali del Financial Fair Play (70% dei ricavi). Il bilancio 2014/15 si è chiuso con € 57,9 milioni alla voce ammortamenti ed un totale di € 198,4 alla voce costi di tutto il personale. L’ultima semestrale ha visto un incremento alla voce ammortamenti di circa il 10% e quella relativa agli stipendi del personale crescere ulteriormente di oltre il 17%. Le aspettative per l’esercizio 2015/16, dunque, sono di una chiusura a € 233 milioni alla voce costo del personale e di 63 milioni a quella relativa agli ammortamenti. I 17 milioni in più di stipendi (relativamente alle operazioni sopra ipotizzate), oltre all’incremento relativo al rinnovo Allegri, porterebbe il monte ingaggi oltre i 250 milioni di euro, inferiore comunque al 70% dei ricavi attesi (minimo 380 milioni stimati) per il 2016/17. Le operazioni, così come sopra descritte, andrebbero inoltre ad incidere sull’indebitamento finanziario netto (197 milioni al 31 dicembre 2015) e sul patrimonio netto (75 milioni nell’ultima semestrale) se presumiamo nei prossimi due esercizi perdite dovute all’incremento dei costi. Ma come è facile notare non causerebbero problemi dal punto di vista del Financial Fair Play che prevedono, tra le altre cose, patrimonio netto positivo ed indebitamente finanziario netto inferiore ai ricavi d’esercizio.

La Juventus ad un punto di svolta, puntare la Champions attraverso una campagna trasferimenti dispendiosa dal punto di vista economico e finanziario, che possa prevede la permanenza dei suoi top player ma con una Pipita da 95 milioni in più.

 

Fonte: Benedetto Minerva per gianlucadimarzio.com

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