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”Per i nemici si applica, per amici si interpreta” La legge tra lo ”scavalcamento” della Carogna e il rinvio a giudizio di Gastone‏

Il doppiopesismo della giustizia italiana. Presunzione di innocenza in alcuni casi e immediata condanna in altri

“La legge per i nemici si applica, per gli amici si interpreta”Se c’è una delle poche cose che mi è rimasta in mente delle superiori è questa frase. La diceva sempre una mia professoressa di storia, facendola risalire all’epoca della dominazione spagnola su Napoli. In realtà, e lo capii quando abbandonando i sussidiari pre-confezionati iniziai a preparare le interrogazioni/esami da internet, i poveri spagnoli non c’entravano nulla con quella frase. Effetti della damnatio memoriae, ma quella frase la disse l’italianissimo Giovanni Giolitti, celebre politico di inizio ‘900, mago del trasformismo e dell’opportunismo.

Ora, indipendentemente da chi l’abbia detta (in ogni caso “cara Prof, non erano gli spagnoli!”), è interessante notare come sia una frase estremamente attuale. Dai, in tutta sincerità, a chi non è mai scappata una battuta o un’amara risata sul celebre “La Legge è uguale per tutti” affisso nei tribunali italiani?

No, perché anche qualora volessimo giocare a scurdammece ‘o passato ogni giorno ci vengono offerti nuovi spunti sui quali rielaborare il nostro modo di vedere e rapportarci al concetto di giustizia. Notizia dell’altro ieri, non proprio fresca fresca, è quella dell’arresto di Gennaro De Tommaso, Genny ‘a Carogna per il panorama mediatico italiano. Condanna! E per cosa? Non per la maglia “Speziale Libero” (per la quale, a rigor di logica, avrebbero poi dovuto arrestare metà del movimento ultras italiano), ma per “resistenza a pubblico ufficiale” e, udite udite, “scavalcamento di cancello”. “Scavalcamento di cancello”? Si, “scavalcamento di cancello”!

“Giusto, giustissimo” tuona l’italiano medio dalla sua comoda poltrona mentre guarda per 12h al giorno gli stessi sei canali in televisione. D’accordo, scavalcare un cancello potrebbe anche essere grave, quindi puniamolo. Ma, sempre a rigor di logica, dovremmo anche punire i tifosi della Roma che fecero lo stesso al termine della gara di Europa League persa contro la Fiorentina. O, se non vogliamo punirli, almeno criminalizziamo su tutte le televisioni e i giornali anche il loro gesto, come a suo tempo fu fatto con la Carogna e con i napoletani.

Che poi, a proposito di romani, romanisti, giallorossi, ecc… Ve lo ricordate Gastone? O forse meglio dire Daniele De Santis? Certamente si. Anche se, mentre della Carogna sappiamo vita, opere, miracoli, parenti e un altro po’ anche il suo numero di scarpe, di Gastone abbiamo visto si e no tre foto: una con il cane, un’altra con cimeli di Mussolini & Co. (apologia del fascismo, in teoria è reato) ed una terza con la quale il suddetto mostra le “terribili” ferite riportate a seguito degli “incidenti” che portarono alla morte di Ciro Esposito (delitto per il quale è indagato). Ve lo ricordate, giusto? No, perché sempre ieri c’è stata la notizia del rinvio a giudizio di Gastone. Data: 8 luglio. Tra due mesi e mezzo. Mesi e mezzo che Gastone in ogni caso trascorrerà, come fatto fino ad ora, in un ospedale giudiziario e non certo dietro alle sbarre di un carcere.

Come ulteriore beffa per la famiglia di Ciro Esposito, dopo lo scempio degli striscioni in Roma-Napoli, ci sono anche i cori e gli applausi riservati da amici e parenti a Gastone all’ingresso del Tribunale. Talmente fragorosi che presupponiamo gli abbiano fatto perdere l’equilibrio, facendogli rompere la gamba sulle scalinate del tribunale, visto che il gesso mostrato a giornalisti e fotografi non lo avevamo affatto notato in una delle tre foto precedenti (quella dove mostra le sue “ferite”, l’unica del post-Coppa Italia).

Ma non divaghiamo. In questo paese c’è la presunzione di innocenza. E su tale linea dobbiamo agire. Che poi a proposito di innocenza vivissimi complimenti alle minuziose indagini sui fatti di Torino-Juve. A quasi una settimana dal fatto, e nonostante una quantità abnorme di video, finalmente si è giunti ad una sentenza nei confronti dei tifosi della Juve. Anche perché, per un bel po’ di giorni, si è dibattuto su chi effettivamente avesse lanciato la bomba-carta. Prima quelli della Juve, poi si vocifera che siano stati quelli del Toro a farsela scoppiare in mano, infine di nuovo quelli della Juve. Nel frattempo Tosel non può fare altro che prendere tempo, e si gioca Juve-Fiorentina, con i tifosi regolarmente sugli spalti.

Il campionato si avvia alla conclusione e lo Juventus Stadium verrà squalificato, solo la Curva Sud logicamente, in due gare praticamente ininfluenti, visto che gli uomini di Allegri lo Scudetto l’avranno, meritatamente, già matematicamente conquistato. E nonostante ciò sono molti, soprattutto negli ambienti mediatici più influenti, a gridare all’eccessività della pena. Proprio come quando vietarono le trasferte per tutta la stagione ai napoletani per gli “incidenti” sul treno Napoli-Roma nel 2008? Identico (l’identico è ironico). Sentenza in due giorni, indignazione mediatica alle stelle, punizione ammazza-tifoseria e addio Napoli in trasferta. Poi si venne a sapere che i napoletani in fondo non erano così “cattivi” e che Trenitalia li dovette pure risarcire per la mancata erogazione di un servizio decente (che poi noi napoletani, abituati agli sfasciati treni regionali di terza mano, non è che abbiamo chi sa quali pretese sul confort del trasporto ferroviario). La stagione dei tifosi comunque era andata a farsi benedire, ma allora bisognava tenere il pugno fermo, come quando si squalificò il San Paolo (tutto il San Paolo) per i petardi di Napoli-Frosinone in Serie B.

Insomma, non per farla lunga, ma qui dobbiamo ricollegarci alla frase inziale “La legge per i nemici si applica, per gli amici si interpreta”. Anche mediaticamente. Non si tratta di, come lo chiamate voi per sminuirlo, “vittimismo”, ma pura constatazione. Dopo la tragica finale di Coppa Italia Genny ‘a Carogna divenne, agli occhi del popolo mediatico, l’emblema del napoletano riottoso ad adeguarsi ai dettami della “civiltà” italica. Lombrosiana sociologia da talk-show sviscerata 24h su 24h, 7 giorni su 7. Reporter d’assalto pronti a scandagliare l’habitat criminale dell’homo ultras napolitanus, le sue frequentazioni e il suo stato di famiglia. Di Gastone abbiamo tre foto, quattro con quella di ieri col gesso, e a tutt’oggi l’identità dei suoi “comparielli” durante l’assalto ai pullman di tifosi napoletani il 3 Maggio è avvolta nel mistero. Come di chi ha lanciato la bomba-carta o di chi manteneva lo striscione contro Antonella Leardi non sappiamo neanche il cognome. Ah, e non dimentichiamoci  i distinguo: “sono una minoranza” “non rappresentano la totalità dei tifosi”, ecc…  Nessun sociologo e/o antropologo improvvisato, nessuna criminalizzazione di un popolo e nessun servizio sul background sociale di Roma e Torino o battutine da cabaret di provincia sbattute, per palese mancanza di meglio, sulle reti nazionali.

“Interpretare”  la parola d’ordine. Ma non lamentiamoci, potrebbe anche andarci peggio. Immaginate se cominciassero ad “interpretare” le leggi anche nei confronti dei napoletani. A questo punto potremmo seriamente rischiare che Ciro Esposito venga condannato per “intralcio a proiettile vagante”

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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