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Da Paulinho a Romarinho: ecco i talenti della Coppa Libertadores

La Libertadores 2012 è stata senza dubbio contrassegnata dalla fantastica favola del Corinthians. I brasiliani hanno dominato la competizione senza mai inginocchiarsi a nessuno(otto vittorie e sei pareggi) allontanandosi dallo stereotipo del ‘futebol bailado’,tanto bello quanto inconsistente. Tite ha costruito un gruppo capace di ragionare e colpire al momento opportuno, senza prime donne. Un collettivo unito, determinato e vincente che ha attirato non pochi occhi sui tanti gioielli. Non è un caso che il vero MVP della manifestazione, Paulinho, sia ormai ad un passo dall’Inter. La Roma dal canto suo con l’attento Sabatini ha strappato ai corinthiani i giovani Dodò e Castan, ma i talenti paulisti non sono stati gli unici a conquistare estimatori. Si pensi al bomber Dorlan Pabon del Nacional de Medellin fresco di contratto con il Parma o al giovanissimo attaccante della Universidad de Chile Angelo Henriquez fortemente voluto da Sir Alex Ferguson allo United. Chi si è mosso troppo tardi per i citati ‘craques’ non disperi, il Sudamerica “pallonaro” è fucina di talenti e proprio per questo abbiamo cercato di riportare i giocatori più interessanti ammirati nel corso dell’ultima Libertadores che non hanno ancora trovato collocazione e aspettano una buona proposta dall’ Europa.

IL MURO DI VILA BELMIRO – Il Santos non è solo Neymar e Ganso. Il Peixe ha tra i pali una perla grezza che pare sia destinata a impreziosire il patrimonio di talenti verdeoro. Il ventiduenne Rafael è considerato da molti l’erede di Julio Cesar. L’occasione della vita per l’estremo di Vila Belmiro arriva nel 2010, quando l’allora allenatore del Santos Dorival gli affida le chiavi della porta santista lasciata sguarnita dal passaggio di Felipe alla Portuguesa. Da allora le miracolose parate del guizzante Rafael ne hanno sancito la fama. Dotato di riflessi da felino, il giovane portiere ha sfoggiato stile ed eleganza degne dell’indimenticabile Felix. Ha nella reazione la principale qualità che gli è valsa il soprannome di ‘Muralha de Vila’. E’ il portiere del futuro.

TRENINO GIALLOBLU – Tanti veterani alla corte di Falcioni,ma nel Boca Juniors sta facendosi spazio un giovanotto niente male. Classe ‘90, Juan Sanchez Mino è un terzino ambidestro tutto corsa e sacrificio. Seppur giovane, l’argentino di passaporto spagnolo ha dimostrato grande personalità e intelligenza tattica. Falcioni ha più volte sottolineato l’importanza del ragazzo nei suoi schemi vista la grande duttilità (può giocare su entrambe le corsie facendosi preferire a sinistra) e la resistenza fisica. Cresciuto come terzino di un classico 4-4-2, Juan Sanchez ha però espresso il meglio di sé in una difesa a tre grazie ad ottimi fondamentali difensivi e costante supporto agli attaccanti con cross ben messi, il tutto arricchito da una notevole predisposizione all’inserimento che nel corso della rassegna sudamericana gli hanno permesso di festeggiare tre gol. Calcolando che costa meno di quattro milioni di euro, merita più di un pensierino.

IL PIQUE AZUL – Igor Lichnovsky a dispetto del nome è un cileno purosangue. Giovanissimo (classe ’94) è subito diventato una pedina inamovibile dello scacchiere di mister Sampaoli, che ne ha fatto la colonna portante della difesa della Universidad de Chile. Alto 185 centimetri, il ragazzone è insuperabile nel gioco aereo e grazie ad un ottima tecnica di base in patria si è guadagnato l’appellativo di ‘Pique Azul’ viste le affinità con il più celebre centrale del Barcellona. Le chiare origini polacche ne aumentano il valore visto il doppio passaporto che lo rende comunitario. In Cile si parla di un pressing costante dell’Inter, ma al momento le parti sembrano essersi allontanate e fare un tentativo non sembrerebbe follia.

POLIVALENTE ARGENTINO – Il grande Igor non è il solo giovane interessante della ‘U’. Si pensi a Matias Rodriguez, terzino destro argentino strappato in tenera età alla ‘cantera’ del Boca Juniors. Rodriguez è un classe 86 che nelle ultime due stagioni ha mostrato una crescita esponenziale tanto da essere entrato nelle grazie del selezionatore ‘albiceleste’ Sabella. Notevole cursore e dal dribbling fluido, a Matias non dispiace cercare la conclusione dalla distanza grazie ad un tiro potente e preciso. All’occorrenza può operare da mediano e in alcune occasioni Sampaoli lo ha impiegato con ottimi risultati come centrale di difesa. In patria è stato più volte accostato a Napoli ed Inter, ma la corte spietata del City di Mancini sembra destinata a far breccia nel cuore della dirigenza cilena a suon di sterline.

LA DIGA PAULISTA – Paulinho è stato premiato come miglior giocatore della competizione,ma difficilmente avrebbe offerto tanta classe se ad accompagnare le sue giocate non ci fosse stato l’oscuro lavoro di Ralf. Il ventottenne mediano del Corinthians è  un mediano puro, dal mastodontico fisico e dall’infinita combattività. La grinta con la quale recupera infinità di palloni facilita l’accostamento al Felipe Melo del primo anno fiorentino. Forse proprio per questo pare che Pradè stia allacciando rapporti con i brasiliani per vestire di viola il centrocampista brasiliano. Non sarà arrivato giovanissimo alla ribalta, ma se Ralf dovesse ripetere nel vecchio continente quanto di buono mostrato in patria, si rivelerebbe un colpo da dieci in pagella.

LA PERLA DEL TIMAO – Se vi trovate per le strade di Buenos Aires, magari in presenza di tifosi del Boca, non parlate mai di Romarinho. Il gol con il quale il giovane attaccante del Corinthians ha dissolto i sogni di gloria ‘xeneizes’ ha prodotto fiumi di lacrime in Argentina. In Brasile invece da quella perla non si fa altro che parlare del figlio di Romario, ma questo forse per aumentarne il prezzo. Il talentino carioca, infatti, non ha nessun legame di parentela con l’illustre omonimo, ma la stoffa non manca. Affermatosi come seconda punta nel Bragantino, è stato trasformato nel Corinthians di Tite in un poliedrico esterno. Romarinho ama partire largo sulla sinistra, per poi accentrarsi e cercare lo scambio o la conclusione solitaria. L’ottima proprietà col mancino gli permette di operare su tutto il fronte d’attacco e rendersi pericoloso da qualsiasi posizione. La qualità principale sembra rappresentata dalla tranquillità, come dimostrato dall’immediato entrare in partita. Ne sono testimonianza i sette gol firmati subentrando a partita in corso, proprio come l’ultimo che tante pene addusse ai ‘boquensi’.

A cura di Francesco Pugliese

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