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Fase difensiva? I dati chiariscono le ansie di Mazzarri

La statistica non è una scienza esatta, non bisogna mai prendere i suoi responsi come dei dogmi capaci di comunicare certezze assolute, ma sicuramente essi chiariscono molti dubbi e rappresentano una mappa concettuale d’aiuto per comprendere meccanismi e situazioni.

E’ da tempo che tentiamo di dare l’allarme sulla precarietà della fase difensiva del Napoli, dopo la partita di Udine avevamo espresso la nostra forte preoccupazione su alcuni meccanismi che continuano a non funzionare. Nessun dramma, sia ben chiaro. Il Napoli ha vissuto una splendida avventura in Champions League, è in finale di Coppa Italia dopo quindici anni e può aspirare concretamente ad aggiungere un trofeo ad una bacheca immobile da ventidue anni. E’ a soli tre punti dalla Lazio a nove partite dalla fine, il terzo posto è un obiettivo raggiungibile. E’ un peccato, però, come ammesso da Mazzarri, registrare gli ennesimi punti persi a causa di black-out nella tenuta difensiva.

Il pensiero durante Napoli-Catania è andato alla sfida al San Paolo contro la Juventus del 29 Novembre scorso, un’altra partita in pugno sfumata incredibilmente. Chi pensa, però, che si tratta di semplici cali di concentrazione riduce la portata dei problemi che Mazzarri non riesce ancora a risolvere. Il tecnico di San Vincenzo: “Non siamo ancora una grande squadra, siamo una realtà in crescita, abbiamo dei limiti”. Quando sostiene questi concetti è chiaro che si riferisce alla grande disparità tra il valore degli uomini che compongono il reparto avanzato rispetto alle altre zone del campo.

Per comprendere a fondo il dilemma di Mazzarri visibilmente contrariato nel post-partita, abbiamo ricavato alcuni dati sulla fase difensiva della compagine partenopea.

Il Napoli ha otto punti in meno rispetto allo stesso punto della scorsa stagione, uno score accettabile viste le fatiche di Champions e la soglia di dieci punti sottratti dall’Europa che conta più volte indicata da Galliani e ripresa da Mazzarri. La stanchezza per i tanti impegni sicuramente condiziona la stagione degli azzurri, che presentano un organico sicuramente carente in alcuni reparti: penso alla presenza di soli tre esterni di ruolo, tra cui Zuniga adattato splendidamente a sinistra e Dossena che ha profondamente deluso le aspettative, o ad una difesa, che tra errori, infortuni e l’ostinazione di Mazzarri nel schierare sempre gli stessi elementi, mostra delle crepe. A tutto ciò si aggiunge il “buco” sulla mediana, dove manca un mediano capace di far filtro davanti alla difesa a causa dell’infortunio di Donadel. Fortunatamente un campione come Inler sta crescendo anche riguardo a queste caratteristiche di tipo più difensivo.

Il Napoli ha realizzato otto gol in più in campionato rispetto ad un anno fa a causa anche delle goleade contro Genoa e Cagliari; questo dato è da attribuire anche alla crescita di Lavezzi sotto porta, alla conferma della vena realizzativa di Cavani ed ai progressi dimostrati dagli azzurri in alcune partite riguardo al cinismo da avere davanti alle porte avversarie. Se l’attacco ride, la difesa piange. Gli azzurri hanno subito in campionato sei gol in più rispetto a quanto recitavano i dati sulla differenza reti dopo la ventinovesima giornata della scorsa stagione. Andando poi a spulciare le immagini delle reti subite, la compagine di Mazzarri ha subito 11 gol da situazioni provenienti da gioco aereo, di cui 6 da calci piazzati, mentre 10 da cross degli esterni che hanno punito delle disattenzioni dei laterali nell’effettuare la diagonale o nella copertura sul dirimpettaio della propria corsia, cioè quello che una volta sarebbe stata l’ala o il terzino avversario. 32 gol subiti in campionato, 46 stagionali aggiungendo quelli in Champions League e Coppa Italia, che confermano quanto analizzato finora. Infatti, considerando anche le Coppe, i dati passano a 13 gol subiti da colpi di testa, 7 su calci piazzati ed altri 13 da attacchi provenienti dalle corsie esterne. Un’altra buona parte di reti subite è da attribuire ad errori individuali, come per esempio la palla persa da Gargano a Bergamo, lo svarione di Campagnaro sul gol del Bologna o il disimpegno sbagliato di Fideleff a Verona. Molti dei gol rimanenti poi sono frutto degli inserimenti degli avversari tra le linee dove il Napoli ha pagato anche le difficoltà della mediana in fase difensiva dopo l’inserimento di Inler al posto di Pazienza.

Abbiamo suggerito più volte le possibili soluzioni: ricorso più frequente alla difesa a quattro, che sulla copertura delle corsie laterali ha dato decisamente più garanzie, e turn-over per affrontare il problema della stanchezza. Sarà anche un caso, ma il Napoli con Fernandez al posto di Cannavaro contro il Catania non aveva mai sofferto sui palloni alti. Mazzarri ha chiarito nel post-partita che l’avvicendamento è stato compiuto a causa dei crampi dell’ex difensore dell’Estudiantes. E’ chiaro che “El Flaco” è andato in debito d’ossigeno perché, essendo impiegato pochissimo, non ha il ritmo-partita nelle gambe.

Mazzarri è stato finora un ottimo gestore delle risorse a disposizione; gli azzurri, dopo il raggiungimento della finale di Coppa italia, parteciperanno per la terza stagione di fila alle coppe europee e ciò è già un risultato superiore al valore dell’organico avuto a disposizione all’ombra del Vesuvio. Il tecnico, se dovesse restare alla guida degli azzurri per l’ultima stagione prevista dal suo contratto, potrebbe avere come ultimo atto della sua esperienza dare al Napoli finalmente i panni della “grande squadra”, facendola crescere nella fase difensiva, nella gestione del possesso palla e riguardo alla tenuta della concentrazione che può aiutare anche a sopperire in alcuni casi anche ai cali atletici.

Per arrivare al meglio a questa sfida, c’è da esprimersi alla grande nei prossimi due mesi.

Il tecnico toscano avrà a disposizione da questa settimana più giorni per preparare le partite; ci saranno solo due turni infrasettimanali, le sfide interne contro Atalanta e Palermo. A Castelvolturno si lavori sulle situazioni difensive, a partire dai calci piazzati. Mazzarri ha più volte chiesto le marcature a uomo in questi frangenti, il Napoli continua a difendere a zona. Ci si concentri su questi aspetti in vista delle ultime nove gare di campionato e della finalissima del 20 Maggio. Poi, se il tecnico resterà, come comunque sembra, nella società di De Laurentiis, allora ci sarà tutta l’estate per programmare la stagione in cui diventare a tutti gli effetti una grande squadra.

I ragionamenti sul futuro coinvolgono anche il mercato. Il rinnovo triennale del contratto di Bigon apre le porte alle strategie. Sembra prefigurarsi il mancato riscatto di Pandev sia per i noti problemi sull’ingaggio alto percepito dal macedone che per la sua voglia di giocare con continuità dopo aver recuperato la condizione atletica. Il Napoli cerca un uomo capace di fare la differenza tra le linee, un’alternativa ai tre tenori in quella posizione. Cuadrado, Ramirez e El Kaddouri i nomi più credibili, mentre Insigne, nonostante le voci che circolano sull’interessamento di Udinese e Milan andrà in prestito ad una compagine in lotta per la salvezza nella massima serie. Il Pescara ha la priorità se dovesse riuscire a centrare la promozione in A. I colloqui con l’Udinese saranno uno dei temi anche di questa sessione; Benatia piace tanto anche se c’è la concorrenza del Paris Saint Germain. Siamo ancora comunque all’antipasto, per i piatti che contano bisogna capire ancora se resteranno Mazzarri ed i tre tenori. Per il momento sì, ma del domani non c’è certezza, bisogna avere sempre i radar accesi.

 

A cura di Ciro Troise

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