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Mazzarri dà la svolta al Napoli “sudamericano”

Una trasformazione non solo psicologica, ma anche tattica

La squadra timorosa ed impacciata nella sfida contro l’Utrecht mette in campo sicurezza, autorevolezza e personalità da grande, domina la Sampdoria e sbanca Marassi. Tutti si interrogano sulle motivazioni del cambiamento, in sala stampa Mazzarri attribuisce la grande prestazione ai progressi atletici dei giocatori. “I calciatori, come tutti gli esseri umani, pagano la stanchezza. Nessuno di noi ci mette la stessa intensità tutti i giorni nel proprio lavoro, i giocatori sono soggetti alla stanchezza, alla luna, ai viaggi”- così si è espresso il tecnico del Napoli, che dopo però si lascia andare anche a qualche considerazione tattica. “A Lavezzi, che è orgoglioso, ho cambiato la posizione”.

La trasformazione del Napoli, che ha superato la Sampdoria, non è solo psicologica, ma anche tattica. Mazzarri ha messo una squadra in campo molto corta, che, appena recuperava il pallone, ripartiva in velocità. Era un 3-4-1-2 fasullo perché, in fase di non possesso, Hamsik retrocedeva sulla linea dei centrocampisti, partecipando attivamente al lavoro difensivo e Dossena su quella dei difensori. Gli azzurri, quando attaccavano, si schieravano con un tridente composto da Lavezzi, Cavani ed Hamsik.

Il “Pocho”, completamente libero di svariare su tutto il fronte offensivo, è stato devastante; è suo anche lo spunto che ha determinato il gol di Cavani. Gli azzurri con questa disposizione tattica non hanno dato punti di riferimento a Gastaldello e Lucchini; Cavani e Lavezzi, molto mobili e veloci, hanno anche spesso cambiato le loro posizioni. L’uruguagio, infatti, è spesso anche tornato per contrastare i portatori di palla avversari.

Il Napoli ha sovrastato la Sampdoria sulle fasce, soprattutto sulla sinistra con Dossena ed Hamsik, che hanno superato Zauri e Semioli. Inoltre talvolta si aggiungevano le ripartenze di Campagnaro, capace in qualche occasione di creare superiorità numerica. Quando Di Carlo ha inserito Mannini al posto dell’ex viola, la musica non è cambiata moltissimo. Il Napoli ha tirato un po’ i remi in barca ad inizio secondo tempo, senza mai subire più di tanto la manovra doriana. Nella ripresa ha spinto di più anche Maggio, che aveva come dirimpettaio uno dei migliori della compagine di Di Carlo, Guberti, che ha colpito anche una traversa con un tiro dalla distanza.

La difesa, apparsa distratta e fuori forma contro Bari ed Utrecht, ha mostrato grande concentrazione nell’affrontare due clienti ostici come Cassano e Pazzini.

L’unica ingenuità è arrivata nell’azione del rigore generosamente concesso alla Sampdoria, ma l’errore, però, è da dividere con la terna arbitrale, che non ha neanche ravvisato la posizione di fuorigioco di Pozzi. La “variabilità del termometro dei sentimenti” a Napoli ha registrato il passaggio dallo scoramento all’esaltazione, ma come ha affermato il dg Fassone nel post-partita, “questa è una squadra giovane, strana, sudamericana, non avrà mai un andamento regolare”. La vittoria di Genova è importantissima dal punto di vista psicologico perché allontana la tensione e aumenta la fiducia nei propri mezzi. Adesso tutti dovrebbero cercare il giusto equilibrio e non inseguire gli sbalzi di rendimento del Napoli.

Mercoledì arriva il Chievo al San Paolo. La vittoria di ieri e la riduzione dei prezzi dei biglietti forse regaleranno agli azzurri il pienone all’impianto di Fuorigrotta. Contro il Chievo sarà complicato smaltire a livello emotivo, fisico e mentale l’impegno della trasferta di Marassi.

I clivensi, dopo le vittorie contro Catania e Genoa, hanno subito la prima battuta d’arresto domenica in casa contro il Brescia.

La compagine di Pioli fa girare molto il pallone e costruisce i suoi successi sul possesso palla e sulla capacità di costruire una manovra avvolgente e ben elaborata. Servirà la compattezza e la copertura maniacale degli spazi, con la quale il Napoli ha bloccato la Sampdoria. I pericoli maggiori potrebbero arrivare dalla fascia destra, a causa della capacità di spinta di Luciano e dall’uomo che agisce tra le linee di centrocampo ed attacco, aprendo così le retroguardie avversarie. Infatti, Pioli, gioca con il 4-3-1-2, con Bentivoglio o l’ex Bogliacino ad agire tra centrocampo ed attacco e a servire gli assist per Pellissier e Moscardelli. Per non soffrire la manovra del Chievo, servirà un grande lavoro di copertura da parte dei centrocampisti centrali.

Sarà difficile per Mazzarri scegliere l’undici titolare, a causa della prova eccezionale dei ragazzi che hanno espugnato Marassi, ma i tanti impegni, che attendono il Napoli, impongono la gestione accurata degli uomini a disposizione. Il tecnico lo sa ed, infatti, sta applicando il turn-over. Contro l’Utrecht non ha convocato Campagnaro e Pazienza, ieri ha lasciato a casa Zuniga ed ha mandato in tribuna Santacroce e Blasi. Toccherà al tecnico compiere le scelte per regalare ai tifosi la prima vittoria della stagione al San Paolo.

Dal nostro inviato a Genova Ciro Troise

 

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