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De Sanctis: “Io, figlio dell’essenziale. Sogno Coppa Italia e rinnovo”

Grande ospite al Salottino di Marte Sport Live.I colleghi Sarnataro e Mele incontrano infatti Morgan De Sanctis, numero uno azzurro. Il portierone partenopeo tratta vari argomenti, mettendosi in gioco con gran carattere e decisione in quello che vuole: vincere. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di Iamnaples.it:  “Proveremo con tutte le forze di battere il Siena nel doppio confronto di Coppa  Italia per cercare di accaparrarci la competizione. Inoltre, oltre al prestigio di una bella vittoria, l’eventuale finalissima potrebbe permetterci di accedere all’Europa League ed approdare quindi, per il terzo anno consecutivo, ad una competizione Europea. Anche in Campionato ed in Champions proveremo ad arrivare fino in fondo, ma sappiamo che, per forza di cose, l’obiettivo più accessibile è quello della Coppa Italia Tim. Napoli grande con le grandi e piccola con le piccole? E’ un fattore comune un pò a tutte le grandi squadre: è più difficile giocare con gli spazi chiusi. Quest’anno siamo stati meno fortunati a trovare quelle vittorie al fotofinish come quella contro il Lecce lo scorso anno. Il Napoli è diventato grande e sta investendo nel futuro, non possiamo aspettarci che le piccole possano venire qui e giocarsela alla pari: anche l’Inter, a detta di miei amici/colleghi nerazzurri, è venuto qui primo per non prenderle, figuriamoci chi si deve salvare. I tanti impegni? Lo stress fisico e specie quello psicologico, può influire e non poco, e colpisce non solo chi gioca, ma tutto l’ambiente. Spesso si sente molta pressione in tal senso. In campionato dovremmo migliorare il trend che ci vede subire reti da 8 gare consecutive, senza eccessiva frenesia proveremo a tornare quelli di una volta. Gli sbalzi tra un giudizio all’altro quanto incidono? Potrei dire che non c’interessa nulla di quello che ci circonda, ma non è vero, Napoli è una piazza che ti coinvolge; tuttavia all’interno di questo gruppo c’è un “filtro” straordinario: Mazzarri in primis riesce a gestire le situazioni con una personalità assurda. Sapevamo che si iniziava a parlare di stagione fallimentare, ma noi eravamo consci della bontà della nostra stagione già da prima di vincere il quarto di finale con l’Inter. A chi buttava fango fino a pochi giorni fa cosa dico? Che c’è poca onestà intellettuale: ottavi di finale Champions, campionato comunque non fallimentare e Coppa Italia da giocare sono risultati non da poco. I tifosi devono amare al di là dei risultati, che comunque sono migliori di quelli di chi critica senza ritegno. Non dico di non voler essere criticato, ma esprimo il mio pensiero a riguardo, a volte si esagera. Noi comunque lavoreremo per migliorare ancora. Nel 2009 fui molto vicino al Genoa, offerta che mi lusingò: avevo però già fatto promesse all’ambiente azzurro e, nonostante i grifoni mi offrissero di più, decisi di approdare al Napoli. Ora, a distanza di due anni e mezzo, sono contentissimo della mia scelta e credo che sia stata ottima sia per me che per la squadra. La prossima gara? Il Genoa vorrà riscattarsi dopo il 6-1 del San Paolo e in questo senso, se saremo bravi a chiudere gli spazi dietro, potremo farli male nelle ripartenze: la difesa rossoblù è tra le più penetrate ma davanti sono molto validi, servirà cura in entrambe le fasi di gioco. L’etichetta di portiere essenziale? E’ un complimento tecnico di cui vado molto fiero, ho sempre cercato di imparare, fin da piccolo, da portieri essenziali: sono questi i portieri che riescono a trasmettere sicurezza al reparto difensivo e alla squadra in generale. Il mio contratto? E’ in scadenza nel 2013 e non penso di ritirarmi, tuttavia non sarei felicissimo di iniziare la stagione da calciatore in scadenza: chiarisco però che non voglio nessuna agevolazione in tal senso. La mia prerogativa è quella di rimanere in azzurro. Io e i tre tenori? A parte che per me i tenori sono quattro, Pandev non è da meno degli altri tre campioni ed ha vinto tutto in carriera. Personalmente, però, preferisco che la luce addosso l’abbiano loro, io faccio del pragmatismo e dell’essenzialità i miei punti di forza, a loro le luci della ribalta, senza però mai tralasciare il bene primario comune: la squadra viene prima di tutto. Inler? Arriviamo a Siena, intervista pre partita e tre giornalisti mi fanno la stessa domanda sullo svizzero: a quel punto capisco che per l’opinione comune Inler è sottotono. Fino ad allora ero allo scuro di questi giudizi: io che ci convivo quotidianamente non me n’ero accorto. Ha giocato sempre e si sta allenando benissimo, basti pensare al gol di Villareal. Forse i tifosi, dopo il gol al San Paolo quando era ancora un giocatore dell’Udinese, pensavano che ogni tiro da fuori sarebbe andato in porta, ma è impossibile. Il video di cui tanto si parla? Fino al 7 gennaio non sapevo nemmeno dell’esistenza di questo video, poi durante la riunione a Roma con l’Assocalciatori mi accorsi di un grande interessamento in tal senso: forse sarebbe stato meglio se la società avesse tutelato la nostra immagine in via legale, ma abbiamo preferito, insieme, chiarire la falsità e la cattiveria di chi ha voluto strumentalizzare un mio comportamento. A Siena ho sentito cori in tal senso, me ne abituerò: ma  fa sempre un pò male sentire delle cose. Ai gol non esulto quasi mai, ma non capisco la demagogia di chi ha voluto strumentalizzare un mio atteggiamento interpretabile in moltissimi modi: chi ha sbagliato pagherà. La vicinanza dei miei tifosi mi ha più che gratificato, in ogni caso. Mazzarri? Il suo discorso a metà campionato non gli ha giovato molto ma facendo un riferimento ai monte-ingaggi  non voleva dire che chi spende di più vince, ma che spesso le due classifiche possono coincidere. In Serie A ci sono molti portieri che guadagnano più di me, ma non mi sento inferiore. Il discorso del mister ci sta tutto, forse magari poteva aspettare un pò per farlo; mediaticamente è considerato un antipatico ed anche io, da avversario, non nutrivo tanta simpatia verso di lui, ma ora mi prendo il meglio da lui e posso dire che è un grandissimo. I suoi modi non sono sempre oxfordiani? Non sottovalutiamolo, anche mediaticamente riesce sempre a salvaguardarci e badando poco alla forma risulta sempre utile alla causa. De Laurentiis? I problemi dell’Italia sono noti a tutti, da Bolzano a Lampedusa, nessuno si offenda nei suoi paradossi, il presidente ama la piazza e la maglia, smettiamola di strumentalizzare le cose: magari poteva stare attento a non toccare la suscettibilità del tifoso azzurro, che meriterebbe di vincere sempre, ma qualunque tifoso vorrebbe vincere tutto. Se fossi un film? Le ali della libertà. Cantante? Michael Jackson. Canzone? Non succederà più. Portiere del passato? Zoff. Difensore? Grava. Attaccante? Fonseca. Centrocampista? Zidane. Allenatore? Mazzarri. Giornalista? Carratelli. Animale? Cobra. Trofeo? Coppa Italia, umili e concentrati.”

La Redazione

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