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Marcello Lippi: “Napoli prima rivale della Juve, ora la Mazzarri band è da scudetto”

L’ ex ct e già tecnico di azzurri e bianconeri: «Raggiunta la maturità»

Un paio di giorni di riposo a Viareggio, in questo fine settimana c’è sosta di campionato nella Premier League cinese. Marcello Lippi ripartirà a breve per gli ultimi due mesi, quelli decisivi con il Guangzhou Evegrande. Primo in campionato con tre punti di vantaggio sulla seconda, nei quarti di finale della Coppa campioni asiatica e in semifinale di Coppa di Cina. In piena corsa su tutti i fronti l’allenatore italiano che ha vinto tutto con la Juventus, allenò un anno in Napoli portandolo in coppa Uefa (stagione 1993-1994, l’anno della valorizzazione di Fabio Cannavaro, diventato poi il capitano della sua Nazionale), ed è salito sul tetto del mondo a Berlino nel 2006 da commissario tecnico dell’Italia.
Come va in Cina?
«Benissimo, veramente una bella esperienza. C’è grande attenzione verso di me e in generale per il calcio italiano. Speriamo di raccogliere il più possibile in questo finale di stagione. Il ritorno in Italia? Ho altri due anni di contratto in Cina».
Il Napoli è partito fortissimo, può essere l’anti Juve?
«Sicuramente sì. Da anni si il Napoli è stabilizzato nelle posizioni di vertice ed è una squadra assolutamente competitiva. La Juve ha qualcosa in più, si è ulteriormente rafforzata. Poi subito dopo c’è il Napoli, insieme all’Inter che ha avviato il processo di rinnovamento e non trascurerei il Milan che ha perso all’esordio ma alla fine c’è sempre. Ancora un passettino più dietro la Roma».
Insomma, il Napoli quest’anno può dire la sua per lo scudetto?
«È stato importante dare continuità tecnica al progetto con il lavoro di Mazzarri che quest’anno ha ritoccato qualcosina anche nel modulo e si è operato bene sul mercato con Behrami, che rappresenta un buon acquisto, Gamberini che sarà utile, e con Insigne».
Già, il giovane Lorenzo. Come lo giudica?
«Mi piace molto. Sono sempre favorevole ai giocatori di genialità, Insigne lo è, come Giovinco. È già nel giro dell’Under 21, più avanti potrebbe anche interessare a Prandelli».
La riconferma di Cavani: un segnale forte da parte del Napoli?
«Sicuramente sì, il sacrificio economico per tenere giocatori di questo livello diventa necessario. Il Napoli avrà una delle stelle del campionato».
Campionato di A che ha perso altre stelle, ritiene si sia impoverito?
«Ibra e Thiago Silva sono dei campioni. E poi sono andati via altri giocatori molto importanti come Lavezzi. Però quest’anno ci sarà più spazio per i giovani italiani di valore e questo è da leggere in positivo anche per il processo di rinnovamento della Nazionale».
La Juve gioca la Champions, il Napoli no: per gli azzurri può essere un vantaggio?
«Per la Juventus essere tornata in Champions dopo anni difficili può essere un’ulteriore spinta per galvanizzare l’ambiente. Stiamo parlando di una squadra mentalmente abituata a giocare su due fronti e non credo che pagherà il doppio sforzo. Il Napoli però potrà trarre sicuramente vantaggio dal fatto di concentrarsi solo sul campionato, l’anno scorso giocò una grandissima Champions e alla fine pagò in termini di punti in campionato».
La squalifica di Conte potrà influire negativamente sulla squadra?
«Non credo proprio che ci saranno contraccolpi negativi sulla squadra quando va in campo. C’è il lavoro di Conte durante tutta la settimana e Carrera durante la partita ribadisce nel migliore dei modi i concetti radicati nelle teste dei giocatori».
Torniamo sulla sponda Napoli: può essere l’anno della definitiva consacrazione per Hamsik?
«Hamsik è già un campione affermato in una squadra come il Napoli, che è un grande realtà. Quindi, non ha bisogno di ulteriori consacrazioni».
Domenica al San Paolo c’è la Fiorentina: che partita sarà?
«Mi piace il progetto Fiorentina, mi piace che abbiano tenuto Jovetic e mi piace molto Montella come allenatore. La Fiorentina è una delle squadre da seguire con maggiore attenzione, la sfida del San Paolo sarà molto interessante, partita equilibrata e aperta a tutti i risultati».
Era in Cina quando si giocò la Supercoppa tra Juve e Napoli?
«Sì, ma non ero allo stadio perchè avevo un impegno di campionato con la mia squadra. Ho letto delle polemiche sui giornali italiani ma è acqua passata».
L’Udinese non ce l’ha fatta ad entrare nei gironi di Champions: se l’aspettava?
«Sono molto dispiaciuto per Guidolin, l’anno scorso trovò l’Arsenal, un avversario difficilissimo. Quest’anno speravo che con il Braga potesse farcela, l’avrebbe meritato per tutto quello di buono che sta facendo a Udine confermandosi ad alti livelli pur con la squadra che viene cambiata ogni anno».
E così saranno solo due le italiane in Champions e si abbasserà ancora di più il ranking Uefa…
«Il calcio è fatto di cicli. Negli anni Novanta le italiane erano le grandi protagoniste in Champions e arrivavano i successi. Adesso ci sono le due squadre spagnole, Barcellona e Real Madrid, nettamente più forti di tutte le altre. Quindi, c’è un gruppetto con quattro-cinque squadre e in questo ci metto anche la Juventus».
Il ranking Uefa basso, colpa anche del cattivo rendimento delle italiane nelle ultime edizioni dell’Europa League.
«Credo in generale che bisogna sempre onorare al meglio tutte le manifestazioni perchè ci metti un anno di sacrifici per ottenerle e devi fare di tutto per andare avanti il più possibile».
Quest’anno ci sarà il Napoli nel gruppo dell’Europa League, crede abbia la rosa attrezzata per i due fronti?
«Credo di sì. L’organico del Napoli è ampio, ben attrezzato in tutti i reparti per competere in più manifestazioni. Mazzarri quest’anno potrà anche fare un po’ di turn over e poi c’è alla base l’esperienza dell’anno scorso con la Champions League portata avanti con grande merito fino agli ottavi di finale. Quindi, sono convinto che gli azzurri gestiranno al meglio il doppio impegno».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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