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De Laurentiis impone il silenzio, la via scelta per la serenità perduta

Il Napoli sul campo torna a vincere e a convincere, nelle prossime due settimane si decide la stagione, bisogna ritrovare la serenità perduta per sfuggire alle trappole di Milano e Roma

Il mondo del pallone ha nella domenica la giornata simbolica della sua manifestazione, le abitudini possono cambiare, gli “spezzatini” televisivi trasformare il consumo della passione popolare più coinvolgente del nostro Paese ma è il pomeriggio domenicale a rivendicare le emozioni del calcio. L’istantanea più bella è sicuramente nelle lacrime di Ranieri che vede avvicinarsi il magnifico traguardo di una favola affascinante. Una storia che non si costruisce solo grazie alla qualità del lavoro svolto ma anche ad un sistema che difende la sua credibilità, lavora per essere sempre più attrezzato e ricco, sceglie il criterio della redistribuzione non eccessivamente iniqua dei diritti televisivi per alzare il livello qualitativo della competizione e rendere tutto più appassionante. Il Napoli non è il Leicester, il cammino del gruppo di Sarri non può definirsi da favola ma esprime il sogno di chi punta a sovvertire sul campo i valori dettati da un gap pazzesco in termini di fatturato, struttura societaria, esperienza e abitudine alla vittoria.

La città ha avvertito la sensazione che questo sogno sia scippato non solo da un avversario più attrezzato ma anche da qualche decisione arbitrale che ha favorito la Juventus in certe situazioni. E’ il derby di Torino la sfida che ha inquinato il campionato e ha innervosito un ambiente che ha notato anche in altre situazioni (come le nove partite con Bonucci in diffida senza essere ammonito) la sudditanza della classe arbitrale nei confronti della Juventus.

Il Napoli ha commesso l’errore di farsi trascinare dalle pressioni dell’ambiente inferocito soprattutto nella gestione della comunicazione. Nel momento in cui bisognava lavorare sulla serenità complessiva del gruppo e sulla tenuta mentale del gruppo, sono arrivate le polemiche sulle Nazionali, sui campi, sugli orari delle partite, sui palloni. Una realtà in lotta per lo scudetto deve trasmettere la sensazione di solidità, di resistenza alle spinte di ogni tipo, evitando le crisi di nervi a suon di comunicati o di dichiarazioni in conferenza stampa. Le proteste di Albiol di ieri devono essere osservate come la punta di un iceberg, l’espressione di un gruppo sotto pressione, che si sente vittima di un oggettivo trattamento diverso rispetto alla Juventus da parte degli arbitri. De Laurentiis non ha gradito il profilo comunicativo di Sarri e, in attesa della sentenza su Higuain, ha imposto il silenzio stampa per evitare che certe dichiarazioni potessero essere nocive ai fini del ricorso presentato per la riduzione della squalifica del Pipita.

I numeri del Napoli sul campo dove i numeri danno fiducia, convinzione, entusiasmo. Nella storia il club azzurro non aveva mai portato a casa 70 punti dopo 32 giornate, c’è la concreta possibilità di battere il record di Mazzarri e Benitez che si sono fermati a quota 78.

I ragazzi di Sarri sono in classifica dietro la Juventus che, se dovesse mantenere questo ritmo, supererebbe gli 87 punti dello scorso campionato. Questo gruppo sta andando oltre il suo valore ma ad Udine ha subito una lezione che, se assorbita nel modo giusto, può indicare la strada per il rush finale. Sarri ha riportato a Napoli l’entusiasmo, ha le carte in regola per ridare al club di De Laurentiis gli introiti e le emozioni della Champions ma deve andare oltre se stesso, le sue idee che spesso ha declinato con il vizio dell’integralismo. Gabbiadini, Chiriches, David Lopez, El Kaddouri, che hanno trovato spazio ieri, hanno dimostrato non solo che possono dare il loro contributo ma anche delle variazioni alla proposta di gioco espressa. Gabbiadini ieri non ha “imitato” Higuain, Callejon e Insigne si muovevano a “fisarmonica” stringendosi spesso per consentire all’ex Sampdoria di fare il suo mestiere, attaccare la profondità e mandare in tilt la difesa del Verona nell’applicazione del fuorigioco. I movimenti di Manolo hanno aperto anche gli spazi per i tagli di Callejon che ha annichilito Souprayen portandolo poi al fallo da rigore e all’espulsione. Nelle prossime due settimane il Napoli si gioca la stagione, le trasferte di Milano e Roma sono fondamentali riguardo al secondo posto tenendo sempre accesa la “fiammella” del sogno perché nel calcio si ha il dovere di lottare fino a quando la matematica non esprime le sue sentenze.

A cura di Ciro Troise

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