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Careca: “A Bigon consigliai Damiao, vorrei collaborare con il mio Napoli”

"Uvini? Buon difensore, gli manca un pizzico di velocità"

Il Napoli è un cortocircuito di emozioni che Antonio Careca non ha mai dimenticato. Gli basta ascoltare al telefono la parola magica per rispolverare il suo italiano biascicato con quell’inimitabile cadenza “bailada” che è un po’ il marchio di fabbrica dell’attaccante che, con la maglia azzurra numero 9, ha terrorizzato le aree di rigore della serie A per sei stagioni. Il repertorio è incastonato nella storia del San Paolo. Destro poderoso, tecnica sudamericana, velocità e potenza. Compagno inseparabile (in campo) di Maradona, poi baluardo – per due anni – di quel nuovo corso che non è mai decollato. Dal “buen retiro” della sua fattoria di Campinas, gira il Brasile alla ricerca di nuovi campioni. Ma uno come Careca non esiste più.

Neanche Cavani è come lei?
«Ma questo è un altro calcio. Abbiamo caratteristiche diverse. Edinson mi piace tanto, segna una caterva di gol».

Se continua così, supera il suo primato in A di 73 reti.
«Non so se ci riuscirà: ma è ancora giovane e può farcela. Io spero proprio che ci riesca e lo dico per due motivi». Il primo «Vorrebbe dire che resterà ancora a lungo nel Napoli. Lo volevano tutti e De Laurentiis ha fatto bene a trattenerlo con un nuovo contratto. È giusto che sia rimasto, lui è felice in questa squadra e gli auguro davvero il meglio».

Il secondo.
«Se prosegue con questa media, vuol dire che gli azzurri saranno ancora più forti».

Vuole sbilanciarsi sullo scudetto?
«Secondo me il Napoli se lo gioca. Può essere l’anno giusto».

Eppure sono andati via Lavezzi e Gargano
«Il Pocho è sicuramente un campione, ma questa squadra ha dimostrato di non risentire troppo della sua assenza».

Due vittorie contro Palermo e Fiorentina…
«È fondamentale partire bene. Mazzarri sta mettendo a punto ogni meccanismo, ma il gruppo è compatto. Ho visto in tv le immagini dei due successi e sono rimasto colpito. Spero che il Napoli si ripeta con il Parma ».

Le piace Insigne?
«Lorenzinho lo conosco bene. Ho visto spesso il Pescara di Zeman: è un piccoletto tremendo. Ha visione di gioco, tecnica e velocità. Segna tanto. Sicuramente darà un grosso contributo, è stato anche convocato in nazionale».

Il Napoli ha infranto il tabù dei brasiliani. È arrivato Uvini.
«Buon difensore. Scuola San Paolo, ovvero sinonimo di qualità. Probabilmente dovrà abituarsi ai ritmi del calcio italiano. È alto, ha un buon colpo di testa, gli manca forse un pizzico di velocità. Deve crescere senza assilli e sono convinto che sarà protagonista con la maglia azzurra».

Qualche talento da consigliare?
«Ne avrei sicuramente. Ribadisco che sono sempre a disposizione della società. Ho parlato due anni fa con Riccardo Bigon e gli consigliai Damiao, l’attaccante dell’Internacional Porto Alegre, che adesso vale tanto ed è titolare della Selecao. Mi piacerebbe collaborare con il mio Napoli».

Le manca la città?
«Arrivo il 12 ottobre per il tour dell’Uefa. Aspettatemi»

Fonte: Pasquale Tina per Repubblica

La Redazione

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