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CM.COM – Napoli, Ancelotti è già meglio di Sarri in Europa: ora servono le vittorie

Ecco il consueto editoriale di Cm.com

Con calma. Molta calma. Ma anche con un po’ di supponenza, in verità. Però la storia era già scritta. Infatti basta mezza squadra titolare per far passare il Napoli agli ottavi dell’Europa League. Che non può essere una medaglia da portare con chissà quanto orgoglio, questo no, ma che intanto già basta per migliore il conto rispetto alla stagione scorsa, quando il signor Sarri agli ottavi neppure ci arrivò.

Sicurezza. Tranquillità. Scarsi timori, dunque, nel pomeriggio-sera a Fuorigrotta. Per il Napoli un’assicurazione il tre a uno dell’andata. Però, si sa, mai fidarsi troppo di chi sta dall’altra parte. Soprattutto se chi sta dall’altra parte, come lo Zurigo, gioca senza pensieri perché da perdere non ha proprio niente. Tant’è che si presenta in campo con due esterni d’attacco (Kololli e Winter) con compiti da falsi terzini bassi. Si gioca tutto, insomma, il povero Zurigo, favorito nel suo avvio frizzante – frizzante, ma niente di più – anche dall’abbondante ardire di Ancelotti. Eh, sì. Cedendo a vecchie e indigeribili abitudini, don Carlo ci ricasca: sei cambi rispetto al vincente match d’andata e sette rispetto alla partita col Torino di quattro giorni prima. E si vede che il Napoli non si riconosce come di solito sa fare. In difesa soprattutto, dove Chiriches è addirittura all’esordio assoluto e imbarazzato di stagione, dopo l’accidente ai legamenti d’un ginocchio patito a settembre in un’amichevole con la sua Romania.

Insomma, troppo Napoli, Ancelotti regala allo Zurigo (Malcuit, Maksimovic, Callejion, Allan, Fabian e Milik), che però va in crisi ogni volta che il Napoli fa viaggiare il pallone con più velocità, oppure che Ounas trova lo spazio per far correre qualcuno là davanti. Come succede a Insigne (5’) che disegna un pallonetto maligno ma impreciso e poi a Verdi (9’) che però arriva in area quando il pallone è già “passato”. Insomma, il Napoli rischia poco o niente (15’ Ceesay di testa e palla alta), ma la sua geometria è approssimativa; vive d’iniziative rare e personali, eppure è solo l’Europa League che è rimasta a questa squadra per esaltare una stagione altrimenti solo così così. E allora la domanda è questa: perché tanta rivoluzione quando c’è solo da chiudere un conto che già torna; quando magari c’è da dare un poco di felicità a Mertens mai col destro tanto rattristato, oppure qualche mezza sicurezza a Verdi che fa fatica a farsi apprezzare? Due, tre cambi ci stanno pure bene in una partita come questa, perché no, ma sei o sette non sono un’esagerazione? Certo che lo sono, e anche se due volte Insigne (22’ e 25’) fa paura a Brecher e poi (38’) è Mertens a farsi parare dal portiere la comodo giocata, il Napoli deve aspettare sino a due minuti dal riposo per schiodare il risultato. Ounas – ancora lui, sempre lui – crea e Verdi segna il suo primo gol internazionale. Il primo della sua carriera. Ed è un gol che seppur senza sussulti, cambia comunque la partita. Perché lo Zurigo s’ammoscia (occasione per Khelifi al ritorno in campo) e il Napoli s’accontenta di tenere per il collo la partita. Gli basta. Sì, l’arbitro gli nega un rigore su Ghoulam (7’, Winter lo mette giù senza pietà), ma poi Ounas decide di regalare un po’ d’emozioni. Prima si fa parare il destro da Brecher (15’), e poi, esaltato dal passaggio felicissimo di Mertens (31’) va a cogliere un gol bello e meritato.

D’accordo, se già prima la partita raccontava poco, adesso praticamente tace. Ma del resto è troppo evidente la differenza dei valori in campo. Però è coraggioso lo Zurigo, che oltre a mettere in campo tanta gente d’attacco, abbonda anche in gioventù, quando Magnin tiene contemporaneamente sul prato un ragazzo di vent’anni (Zumberi), uno di diciannove (Sohm) e uno di diciassette addirittura (Krasniqi). E forse Ancelotti l’avrà pure invidiato.

 

Fonte: Calciomercato.com

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