L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport si è soffermata sugli episodi arbitrali di Fiorentina-Napoli, provando a spiegare le decisioni dell’arbitro Davide Massa, che hanno lasciato qualche perplessità:
“Dopo appena 6’ di gioco, la partita regala la prima «on field review» della stagione, che è anche il battesimo delle nuove regole sui tocchi di mano introdotte dall’Ifab e recepite dall’Aia con una circolare appena illustrata a tutti i club. Il direttore di gara, Massa, viene richiamato al monitor dal collega Valeri per verificare la punibilità di un tocco col braccio di Zielinski nell’area del Napoli. Il giocatore polacco è in marcatura su un avversario, il viola Castrovilli, quando il pallone gli carambola sul braccio destro, tenuto molto largo, comunque in una posizione innaturale, che le nuove regole puniscono sempre con un calcio di rigore, anche quando il pallone ha precedentemente toccato un’altra parte del corpo. L’arbitro rivede le immagini e giustamente assegna il penalty, nel rispetto del regolamento. Può piacere o no, ma così ha stabilito la Fifa, e la nostra classe arbitrale, al pari di tutte le altre, si è dovuta adeguare. Bisognerà farci l’abitudine, innanzitutto i giocatori, col rischio che fino a quando non si abitueranno vedremo tanti rigori assegnati per tocchi del genere.
Al 40’, invece, Massa concede un calcio di rigore al Napoli: Mertens cade a terra, a contatto con Castrovilli, Massa è in ottima posizione e non ha alcuna esitazione a indicare il dischetto. Però dalle immagini sembra proprio che il giocatore viola faccia in tempo a ritrarre il piede e il contatto – ma se c’è stato si sono appena sfiorati – sia più Mertens a cercarlo lasciandosi cadere platealmente, al limite della simulazione. La domanda che nei secondi successivi si fanno tutti è sempre la solita: perché stavolta Valeri non suggerisce al collega di rivedere l’episodio? Proviamo a dare una risposta: Massa decide senza esitazioni e in questo modo complica la vita a Valeri, che a quel punto, ed evidentemente in assenza di immagini inequivocabili, non se la sente di correggere il collega. Probabilmente è anche una procedura corretta, ma lascia la sensazione che sia una decisione profondamente sbagliata“.
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