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Furti e rapine agli Azzurri la città violenta non fa sconti

Le inchieste: «Non c’è una regia». L’allarme resta

Il crimine non risparmia i miti. Anche se hanno la cresta da punk e indossano la maglia azzurra. La lista è lunga: i giocatori del Napoli, le loro compagne, gli uomini di loro fiducia. Proprio il povero Marek Hamsik è probabilmente il più titolato in materia: nel suo curriculum, si fa per dire, ci sono altre due rapine. Nel dicembre del 2008 era nella sua Mini Cooper e stava tornando a casa dopo un giro di shopping a via Chiaia, quando due in motorino dopo averlo seguito a lungo lo affiancarono a via Caio Duilio, a Fuorigrotta, gli ruppero il finestrino con il calcio della pistola e poi cercarono anche di malmenarlo. Via l’orologio Rolex e un borsello con 700 euro. L’estate dopo il Rolex venne restituito, tra mille polemiche.
Sfortunati, gli Hamsik: la signora Martina, sua moglie venne rapinata dell’auto, una Bmw X6, a Varcaturo, sul litorale domizio, il 22 novembre del 2011: i malviventi, che tre mesi dopo vennero poi identificati e arrestati, non si fermarono neppure quando si accorsero che lady Hamsik era incinta. La vettura fu recuperata poco dopo ha costretto a Casacelle, una frazione di Giugliano, grazie all’antifurto satellitare.
Non solo Hamsik: anche la famiglia di Cavani è finita più volte nel mirino della delinquenza. Prima al Matador gli è stata svaligiata la villa nella zona dello Scalandrone a Baia. Poi nel mirino è finito Claudio Anellucci, il suo procuratore, vittima di una rapina a mano armata in corso Garibaldi: due uomini a bordo di uno scooter dopo aver rotto il vetro anteriore dal lato di guida con il calcio della pistola, lo obbligarono Anellucci a consegnare portafogli e orologio (Rolex) minacciando anche la compagna, incinta. A luglio scorso, poi, Maria Soledad, la moglie del Matador, con il compagno impegnato alle Olimpiadi con l’Uruguay, mentre si trovava da sola a Fuorigrotta venne assalita da due malviventi che le strapparono dal polso un orologio da 18mila euro. Dei due banditi, nessuna traccia.
Sembra una maledizione. Che ha colpito anche la compagna di Lavezzi, la modella argentina Yanina Screpante che a Posillipo, nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2011 venne rapinata del Rolex da 23 mila euro e di un braccialetto di diamanti. Il suo sfogo fu notevole e aprì le porte all’addio del Pocho: «E poi dicono che in Argentina c’è insicurezza. Napoli città di merda!», chiosò su Twitter salvo poi pentirsene. Compagne spesso nel mirino: come la fidanzata di Aronica a cui venne rubata una Fiat 500.
C’è un filo rosso che unisce le storie o la criminalità non guarda in faccia nessuno, neppure i miti? Nessuna indagine, nessun inchiesta ha dimostrato una «regia occulta», una manina che muove i fili delle aggressioni ai campioni azzurri e ai loro parenti. Solo sospetti. E niente altro. A dicembre la rapina ai danni di Behrami, in pieno centro, in zona Chiaia, il 20 dicembre, mentre era intento a parcheggiare l’auto. Due malviventi (poi arrestati due settimane dopo) si accostarono al finestrino della vettura con la scusa di chiedergli un autografo. Tirarono fuori una pistola, Behrami non oppose alcuna resistenza e consegnò l’orologio. Tornando indietro nel tempo, nel 2009, il centravanti Marcelo Zalayeta fu narcotizzato in casa con la famiglia. Nel 2008, invece, ignoti derubarono del suv (poi ritrovato) il giovane portiere argentino Nicolas Navarro. Altri malviventi presero di mira Andrea Russotto: prima rubarono l’auto poi la restituirono. Solo uno spavento, invece, per la fidanzata del difensore argentino Fideleff, Barbara Schweizer, quando, uscendo da un centro commerciale di Quarto trovò la sua auto danneggiata.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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