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Gianluca La Gatta del Pomigliano, ecco il suo identikit

Centrocampista centrale classe '95 del Napoli in prestito al Pomigliano, di cui è titolare inamovibile.

Continuano gli identikit degli Under di Serie D, dopo il difensore Andrea Bosco del CTL Campania (clicca qui per il suo identikit) ed il portiere Luigi Maiellaro del Gladiator (clicca qui per il suo identikit), è il turno di un centrocampista, il talentuoso Gianluca la Gatta, calciatore di proprietà del napoli, in prestito al Pomigliano, squadra militante nel Girone H di Serie D. Annata particolare quella del Pomigliano, partito con ambizioni d’alta classifica si è ritrovato a lottare per non retrocedere per colpa di qualche errore di troppo e dopo ben tre cambi di allenatore (Cimmino, Rossi e Foglia Manzillo) ha trovato la sua dimensione con Biagio Seno, direttore e ora allenatore, che nello spogliatoio ha riportato serenità, tranquillità ed anche un buon gioco alla squadra. In striscia positiva da 7 partite, con quattro pareggi e tre vittorie, di cui l’ultima oggi in casa contro il forte MonosPolis (clicca qui per leggere l’articolo sulla partita), il Pomigliano ha riacquisito fiducia e costanza e soprattutto tanti punti in classifica. Gianluca la Gatta è uno dei perni di questa squadra, nonostante la sua giovane età ha preso spesso e volentieri il centrocampo del Pomigliano in mano dimostrando personalità. Ma parliamo ora del nostro interessato…

…Gianluca la Gatta nasce a Napoli il 21 giugno del 1995, pesa 63 kg per 170 cm d’altezza, dà i primi calci ad un pallone a sei anni nelle scuole calcio di Pomigliano (città in cui vive da sempre) e come primi maestri incontra i mister Panico (attuale allenatore dei Giovanissimi Nazionali della Juve Stabia) e Guadagni. Agli albori della sua giovanissima carriera ha cominciato da attaccante, poi i primi allenatori hanno notato in lui un’ottima visione di gioco spostandolo a centrocampo, ruolo che poi non ha mai più abbandonato. Con il Pomigliano e soprattutto con mister Seno, ultimamente sta provando ad adattarsi da esterno, ma il ruolo che gli riesce meglio è quello di centrale, quello che gli viene naturale. Si ispira a Cesc Fabregas, centrocampista del Barcellona che è anche il suo idolo e come tutti i giovani calciatori spera di arrivare il più in alto possibile. “Nel Pomigliano mi trovo benissimo, abbiamo un bel gruppo ed un ottimo spogliatoio, qui si può crescere bene ed in tranquillità, anche grazie all’aiuto del capitano Follera, di Loreto e di La Cava, i più grandi che mi danno tanti consigli e mi assistono sempre. Giocare qui per me che sono pomiglianese doc è bello, anche se a volte ne soffro; l’ambiente è però ottimo e mi trovo bene con tutti, in primis con il mister/direttore Biagio Seno, con il quale ho un buon rapporto e che reputo bravo e preparato. Con i precedenti allenatori non ho avuto problemi, eccetto che con Cimmino, non ho sofferto i cambi tra un mister e l’altro, ma bisogna dire che con Seno è tutto cambiato, lui ci ha infuso tranquillità e ci ha dato autostima, portandoci ai risultati attuali, oltre che a ispirare me in prima persona più di tutti quanti gli allenatori che ho avuto fino ad ora. Lui ci conosce di più e conosce bene l’ambiente, questo è sicuramente positivo”. Queste le parole di la Gatta sul Pomigliano, squadra alla quale è in prestito dal Napoli, che detiene il suo cartellino. Con il Napoli ha giocato i tornei giovanili “Gaetano Scirea” ed “Arco di Trento”, nel quale è arrivato in finale con la sua squadra. Sul Napoli ci dice: “Non so se tornerò a Napoli, ne parlerò a fine anno con il mio procuratore Claudio Parlato e con la società, per ora penso solo al Pomigliano e a farmi le ossa qui. Il Napoli è un’ottima scuola calcistica, lì ho accumulato esperienza e spero di poterne accumulare altra. La Primavera del Napoli mi piace tantissimo, stimo particolarmente Roberto Insigne e Tutino, ma mi ispiro a Palmiero, un centrocampista dalla grandi qualità. Spero che possano vincere la finale di Coppa Italia con la Juventus, se la giocheranno ad armi pari ed a viso aperto e nulla è scontato. Seguendo il modello della Primavera del Napoli si può superare questa crisi nella quale il calcio è coinvolto, bisogna investire sui giovani e farli giocare, non come avviene ora, dove molti ragazzi forti sono costretti dall’anagrafe a stare in panchina”. Testa sulle spalle, tanta ambizione e grande amore per il calcio, questo emerge dall’incontro con Gianluca la Gatta e a fine anno vedremo se il Napoli crederà in lui e nelle sue qualità. Noi ci speriamo…

Intervista a cura di Dario Gambardella

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