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Hamsik, Pandev e i loro gol che mancano all’appello

Mancano all’appello solo loro, due dei calciatori che nel recente passato avevano fornito al Napoli gol d assist in quantità: Marek Hamsik e Goran Pandev. Il primo, autore di undici reti e diciotto assist lo scorso campionato, non va a bersaglio da centoventuno giorni, gara interna con il Catania del 2 novembre; il macedone, invece, che diede la spinta decisiva per la qualificazione in Champions, quest’anno non riesce ad ingranare e non segna dalla sfida al San Paolo con l’Udinese. Due black out che cominciano a preoccupare Benitez, sicuro di poter far ruotare gli uomini senza che la squadra perdesse in incisività e prolificità in zona gol. Hamsik e Pandev erano considerati dal tecnico pedine in grado di poter offrire qualità Marek sta riacquistando la condizione ottimale dopo l’infortunio al piede sinistro Invece Goran ha perduto lo sprint di inizio stagioneed esperienza al
collettivo in assenza di altri compagni, nonchè la duttilità necessaria per avvicendarsi in più ruoli dell’attacco. Tali, infatti, si erano rivelati in avvio di stagione allorché, Hamsik prima e Pandev poi, avevano offerto un contributo importante per tenere il Napoli sulla scia della Juve. Poi, l’involuzione, il lungo periodo di digiuno, prestazioni mai degne di nota. A frenare lo slovacco, un fastidioso infortunio al piede sinistro che l’ha tenuto lontano dal clima agonistico per circa due mesi (dal 23 novembre, al 25 gennaio); A limitare Pandev, una condizione atletica mai ottimale. Entrambi demoralizzati dall’esclusione con le loro nazionali dal Mondiale in Brasile.
Eppure Benitez spera che possano ritornare presto quelli di inizio campionato. Sa quanto possano essere preziosi nel finale di stagione. Li sprona in continuazione. Di Hamsik vorrebbe farne un nuovo Gerrard e non lesina consigli di allenamento in allenamento; A Pandev, invece, chiede di tornare colui che all’Inter del Triplete subentrava e faceva la differenza. Nel frattempo avrebbe provveduto a sgravare Hamsik dalla responsabilità di calciare il rigore a Livorno nel timore che potesse fallirlo e piombare così in una crisi d’identità. L’ha battuto Mertens, in assenza Higuain, trasformandolo.

IN CRESCITA – Hamsik sta riguadagnando progressivamente la forma migliore. Non si è potuto allenare con la dovuta intensità a causa di quell’infortunio al piede sinistro. Ed ora deve procedere con prudenza. Non a caso Benitez lo sostituisce puntualmente nei finali di gara. E’ successo dal giorno del suo rientro: con il Milan (8 febbraio), poi a Reggio Emilia con il Sassuolo, quindi con il Genoa, infine a Livorno. Lo slovacco non ha ancora i novanta minuti nelle gambe e soprattutto difetta di esplosività negli ultimi venti metri. E di conseguenza gli viene a mancare la lucidità per gli inserimenti, la sua specialità. Questione di giorni e Benitez potrà contare a tempo pieno su un giocatore capace peraltro di essere determinante in questa fase della stagione. Ormai, Hamsik ha memorizzato i movimenti che l’allenatore gli chiede di eseguire nelle due fasi di gioco. Si dovrebbe trattare solo di un problema squisitamente atletico. E di fiducia in se stesso. Che può arrivare anche al prossimo gol.
AUTOSTIMA – Anche Pandev non sembra al meglio della condizione psicofisica. Ma lui ha l’attenuante di essere impiegato a singhiozzo ed in ruoli diversi. Nonchè di dover giocare con una certa continuità per trovare il passo dei tempi migliori. Il macedone deve sentirsi protagonista per sfoderare i suoi numeri. Si deprime facilmente. E soltanto una prestazione accompagnata da una segnatura o da un assist potrà restituirgli l’autostima necessaria. Intanto Benitez aspetta entrambi a braccia aperte. Il Napoli non può rinunciare all’apporto di due elementi che negli anni scorsi hanno impreziosita la manovra offensiva con i loro spunti da autentici fuoriclasse. Ed il loro black out non può durare all’infinito.

Fonte: Corriere dello Sport

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