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Il Mattino – Sospetti sui due gol azzurri in 17 minuti contro il Bologna

 

Quella domenica, 10 aprile, il Napoli volò per quattro ore in testa alla classifica, fino alla vittoria del Milan sul campo della Fiorentina. Quindicimila tifosi in festa dopo il 2-0 sul campo del Bologna, partita finita dopo quattro mesi nel mirino della Procura napoletana. Allo stadio Dall’Ara si ascoltavano solo i cori dei tifosi azzurri perché i sostenitori rossoblu erano «in sciopero» dopo la sconfitta subita dalla squadra di Malesani otto giorni prima a Brescia. Il Napoli segnò due gol in diciassette minuti. Prima la rete di Mascara, favorito da una difettosa respinta del portiere Viviano; poi il rigore di Hamsik. Secondo tempo noioso, senza tiri in porta, aspettando la fine della partita che consentì, anche se poche ore, al Napoli di scavalcare il Milan in testa alla classifica.
Sotto inchiesta c’è anche la precedente gara del Bologna, persa il 2 aprile a Brescia, contro i lombardi che dopo 9′ erano in vantaggio già per 2-0 con i gol di Hetemaj e Zoboli. Finì 3-1 e il portiere Viviano realizzò una serie di miracolosi interventi. L’allenatore Malesani respinse i sospetti piovuti sui giocatori: «Abbiamo fatto il massimo in una disastrosa situazione societaria». Su Brescia-Bologna venne aperta un’inchiesta della Procura federale; quel match finì nel fasciscolo dei magistrati della Procura di Cremona. Tra le partite osservate dalla Procura di Napoli c’è pure quella che il Bologna giocò dopo il ko contro gli azzurri, in casa del Chievo: successo dei veronesi per 2-0 il 17 aprile.
A proposito di lotta per la salvezza, pesanti furono i tre punti conquistati dal Catania il Primo maggio nella partita contro il Cagliari al Massimino. I sardi, guidati dall’ex ct Donadoni, erano ormai certi della permanenza in serie A. Sullo 0-0 il Catania si ritrovò in dieci per l’espulsione di Alvarez e incredibilmente riuscì a segnare in sette minuti, prima con Silvestre e poi con Bergessio, vincendo per 2-0. Al setaccio anche ben quattro partite giocate nelle ultime due giornate. Il 14 maggio la vittoria della Lazio sul Genoa per 4-2: dopo un anonimo primo tempo, accompagnato dai fischi dei tifosi biancocelesti per i giocatori e per il tecnico Reja, una scintillante ripresa. E il 15 maggio il successo dell’Udinese, a caccia di punti per arrivare al quarto posto e qualificarsi per il preliminare Champions, sul campo del Chievo, «salvo e rilassato», secondo i resoconti.
Nell’estate 2010 la Procura di Napoli aveva aperto un’inchiesta sulle partite del precedente campionato, sulla base di un anomalo volume di scommesse su tre partite che riguardavano gli azzurri, in particolare Napoli-Parma, terminata con il successo degli emiliani per 3-2: tra primo e secondo tempo si erano registrate molte puntate favorevoli ai gialloblu. Peraltro, a distanza di mesi, sarebbe stato individuato tra i presenti a bordocampo Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore Lo Russo, accreditato dalla ditta che si occupa della manutenzione del campo di gioco: pochi giorni dopo, si sarebbe reso latitante. Le altre partite erano Chievo-Napoli (1-2) e Napoli-Cagliari (0-0). Gli atti erano stati trasmessi al procuratore federale Palazzi, che aveva svolto un’indagine, ascoltando alcuni tesserati.

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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