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Il Napoli accontenta il suo tecnico. Batte il Chievo con cuore e grinta

Britos e Cavani sbrigano la pratica clivense

Il Napoli si rilancia in campionato, lo fa piegando una sua vecchia «bestia nera», il Chievo, e tornando alla vittoria al San Paolo dopo quasi due mesi tondi tondi. La squadra di Mazzarri ha sistemato la pratica in poco più di mezz’ora, si è concessa alcune pause ma ha anche proposto soluzioni che sembravano un po’ uscite dalla sua sintassi calcistica. Molto deve ancora lavorare sul piano della precisione della manovra, ma ieri sera non solo è stata capace di realizzare due gol ma ha anche evitato, per la terza volta consecutiva in questo campionato, di prenderne, per giunta con una reparto improvvisato visto che dei tre titolari Aronica era l’unico sopravvissuto e se Britos da qualche turno viene utilizzato dal primo minuto con una certa sistematicità, Grava era un vero e proprio inedito. Per uno di quei casi strani che caratterizzano, il Napoli del secondo tempo, quello che non ha segnato ma gestito solo il risultato, è apparso a tratti più convincente (soprattutto dal punto di vista dell’autostima, della fiducia nei propri mezzi) di quello del primo tempo che pure aveva messo al sicuro il risultato. Soprattutto i ragazzi di Mazzarri hanno concesso poco al Chievo, hanno limitato al minimo i pericoli e De Sanctis (che pure nella ripresa ha provato a complicarsi l’esistenza con un incomprensibile rinvio con i piedi) è stato sostanzialmente inoperoso, prendendo solo tanto freddo.

 

SEGNALI – Dopo la non bellissima prestazione di Siena (in Coppa Italia), il Napoli aveva bisogno di ritrovare qualche certezza e qualche giocatore. Seppur tra diverse incertezze, sin dall’inizio si è vista una squadra che cercava di riesumare dall’archivio della sua memoria le vecchie giocate in verticale e i cambi di gioco che tanti risultati hanno garantito in questi anni. Mazzarri ha confermato Hamsik in questa nuova posizione (più che altro, una posizione «corretta») alle spalle delle due punte, una sistemazione che punta a dare meno riferimenti possibili agli avversari e la conferma è venuta dal fatto che fra Dramè e Hetemaj (ma anche Bradley) spesso finivano per perderne le tracce. Lavezzi e Cavani, a loro volta, giocavano in uno spazio di campo così ampio da finire per essere difficilmente individuabili. Gli unici «accoppiamenti» quasi automatici erano in mezzo al campo dove Gargano andava a mordere le caviglie a Bradley, il costruttore di gioco del Chievo, e Inler, a sua volta, provava a togliere spazio a Thereau, il trequartista di Di Carlo. Ma come spesso capita in questi casi, la situazione può essere sbloccata solo da un episodio. E l’episodio è arrivato al 15′ quando Lavezzi è andato a battere il primo angolo napoletano. Britos, con passo dinoccolante, si avviava verso l’area dei veneti e approfittando di un blocco portato da due suoi compagni, andava a trovare la palla di testa non dando scampo a Sorrentino.

Il risultato sbloccato ha eliminato qualche fantasma dalla mente dei napoletani che in campionato al San Paolo erano a secco di vittorie dal lontano 21 dicembre, giorno della famosa goleada contro il Genoa. Peccato che di questa maggiore serenità spirituale non abbia completamente approfittato Inler sempre in guerra con se stesso, in particolare nel primo tempo (nella ripresa il suo rendimento è cresciuto): in difficoltà nei contrasti, lento nel portare il pressing, non molto lucido nel far girare la palla. Insomma, se da un lato Grava, titolare dopo tredici mesi e un doloroso infortunio, dimostrava di poter essere utile in questo finale di stagione, dall’altro lo svizzero deludeva ancora una volta le attese di chi conosce le sue qualità e le apprezza. Ciò non toglie che solo in un caso nel primo tempo (conclusione ravvicinata di Thereau), De Sanctis ha tremato. Dall’altra pate Sorrentino è stato, invece, costretto, per evitare il peggio, ad abbattere Cavani in area per poi farsi superare dall’uruguaiano dal dischetto.

GESTIONE – Il Chievo evoca nel Napoli precedenti poco felici e tutti temevano questa sfida, a cominciare dai tifosi che, ricordando alcuni gol decisivi, hanno accolto l’ingresso in campo di Moscardelli con cori poco beneaguranti. In questo momento la squadra di Mazzarri gestisce il risultato con qualche paura, se poi al quadro generale si aggiunge la presenza di un arbitro veramente scadente, che ha dimenticato a casa a Conegliano fischietto e cartellini (nel primo tempo: nessun ammonito e sì che qualcuno avrebbe meritato la sanzione, a cominciare da Sorrentino, autore del rigore), le difficoltà aumentano. La partita di ieri serviva non solo per ritrovare il risultato ma anche per recuperare alcuni giocatori che in questa squadra sono fondamentali, gente come Maggio che è subentrato ad Hamsik (e appena in campo si è prodotto in una bella accelerazione) e Inler che, comunque, con il passare dei minuti è apparso meno impaurito. Certo a questo Napoli manca ancora la continuità, ma ieri sera a tratti ha mostrato di essere ancora la squadra «cattiva», frenetica e aggressiva dei tempi belli.
Fonte: Corriere dello Sport
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