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Le confessioni di Gianello: “Vi svelo perchè parlavo con Giusti e i fratelli Cossato…”

Interrogatorio del 15 giugno 2011, del calciatore Gianello Matteo, presso la Procura della Repubblica di Napoli: «Conosco Silvio Giusti in quanto è stato il mio compagno di squadra nel Chievo Verona nella stagione 1996-97; conosco altresì Michele Cossato che pure è stato mio compagno di squadra nel Chievo Verona, sempre in quella stagione (…). Sia il Giusti che il Cossato mi hanno chiesto informazioni sulla partita Lecce-Napoli; credo di aver detto che il Napoli si sarebbe impegnato al massimo per vincere la partita. Prendo atto che il significato delle conversazioni intercettate appare del tutto contrario a quanto da me riferito.
Ricordo che dopo Lecce-Napoli il presidente De Laurentis disse alla squadra che doveva vergognarsi per come aveva giocato la partita (…). Prendo atto che tale atteggiamento corrisponde a quanto pronosticato nel corpo della conversazione contestatami, ma preciso che ebbi a trarre tale mia impressione dal clima dello spogliatoio e dall’euforia che notavo nel corso degli allenamenti, poichè la mia esperienza mi dice che in casi del genere non è difficile andare incontro ad una sconfitta (…). Preciso di non saper dare spiegazioni degli eventi relativi all’andamento della partita di Lecce. Neanche dell’espulsione di Cavani (…). “Dentino” nelle mie conversazioni telefoniche è il mio compagno di squadra Giuseppe Mascara. Il Giusti mi chiedeva informazioni da lui sulla partita Brescia-Catania (…). Nella conversazione gli accenni al Grana e ai Tortellini sono riferiti alla partita Bologna-Parma.
La persona indicata come il “Guru” ed “Albertone” nella conversazione è Alberto Malesani, già allenatore del Chievo Verona in cui ho militato (…). Non sono in grado di spiegare l’espressione «Purtroppo Miki… che Cavani vuol fare», nè quella immediatamente successiva in cui faccio

Gianello sull’Inter: «Ritenni che nove nerazzurri su undici sarebbero stati disponibili al pari»

riferimento alla necessità di convincere De Sanctis.
Non so spiegare il riferimento ad Abbruscato nè il riferimento al “CEO”. I riferimenti presenti nella predetta conversazione n. 2255 a “9 su 11 fiche” sono ai giocatori del Napoli e dell’Inter, nel senso che per mia personale valutazione ritenevo che a 9 giocatori su undici delle due squadre potesse andare bene il pareggio (…).
Il mio rapporto con Paolo Cannavaro e Grava era ed è buono, ma non particolarmente confidenziale. A volte sono andato nei locali che ciascuno di loro ha in gestione, rispettivamente a Pompei e a Grecale (…).
Ero a conoscenza che la scorsa stagione Quagliarella aveva un contratto che prevedeva un premio correlato al raggiungimento di un determinato numero di reti, ma non ne conoscevo i particolari. So, comunque, che per lui era importante riuscire a far gol anche nell’ultima partita, proprio per avere il premio promesso.
Ricordo di aver commentato telefonicamente con il Giusti la partita Sampdoria-Napoli, commentando la circostanza che Quagliarella non aveva segnato la rete che gli avrebbe garantito il premio contrattuale. Non ricordo se dopo la partita Sampdoria-Napoli ho preso in giro Quagliarella, perchè non aveva segnato il gol (…).
Talvolta, Cossato e Giusti mi hanno parlato che le scommesse vengono effettuate in Inghilterra e Austria (…). Ritengo doveroso riferire quanto segue sulla partita Sampdoria-Napoli: Giusti ebbe a contattarmi al fine di verificare la possibilità di contattare qualcuno dei miei compagni di squadra (…). Giusti mi prospettò la possibilità di ricompensare i compagni di squadra che avessero aderito alla richiesta con somme di denaro. Nello spogliatoio, non ricordo quali compagni fossero presenti (credo fossero quattro o cinque), ingenuamente dissi ai miei compagni che c’era una persona disponibile a dare del denaro qualora avessimo lasciato vincere la Sampdoria (…). Ora, ricordo che decisi di fare la mia proposta nel corso di un allenamento, alcuni giorni prima della partita. Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava. Escludo che fossero presenti Santacroce e De Sanctis. Escludo altresì di aver parlato con Quagliarella.
Ricordo che Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa. Ed erano visibilmente risentiti per la proposta ricevuta.
La somma messa a disposizione da Giusti era di alcune decine migliaia di euro per ogni giocatore disponibile. Dopo la risposta negativa ricevuta dai due compagni citati, decisi di non andare oltre nel mio tentativo.
Al Giusti riferìi che non potevo far nulla, anche perchè il mister Mazzarri voleva fare bella figura con la sua ex squadra, nei confronti della quale poteva avere qualche motivo di risentimento dal punto di vista professionale, essendo stato esonerato da quella società (…).
I riferimenti alla camera a 5 stelle e a 10 stelle erano relativi a somme di denaro di 5.000 euro e 10.000 euro da scommettere.
I riferimenti alle “9 fiche” presenti nella stessa conversazione erano relativi ai soli giocatori dell’Inter. Infatti, solo in base ad una mia personale sensazione, acquisita osservandoli durante il riscaldamento, ritenni che la maggioranza di essi sarebbe stata disponibile ad un avere un atteggiamento “tranquillo” nell’assecondare il risultato di parità che serviva al Napoli per avere la matematica certezza di una qualificazione alla Champions League, senza passare per i cd turni preliminari (…). In ordine allo svolgimento della partita Napoli-Parma dello scorso campionato. Effettivamente, fu una brutta ed inopinata sconfitta interna. Ricordo che il mio compagno Fabio Quagliarella si fece espellere quasi imponendo all’arbitro di farlo, tanto furono plateali le sue proteste. Posso dire che Quagliarella nei giorni successivi si scusò.

 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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