Solo una volta siamo scesi a due sole rappresentanti negli ottavi di Champions, ma questa è la prima volta che sbarchiamo nel febbraio di Coppa col numero di squadre più alto d’Europa. Ne abbiamo tre, l’intero contingente che ha iniziato i gironi. Sani (Napoli e Milan) e salvi (Inter), dopo aver perso l’Udinese ai play-off. Nei gruppi sono uscite due inglesi (tutta Manchester in lacrime), due spagnole (Valencia e Villarreal, a conferma di quanto accade da sempre nella Liga dove il dominio di Barcellona e Real Madrid è assoluto), una tedesca (Borussia Dortmund, fuori anche dall’Europa League), una francese (Lilla, stesso destino dei borussiani).
QUALITA’ DIVERSE – In attesa che l’Inter assuma una sua identità tattica più chiara (ne basterebbe anche una qualunque, visto che ora ha ben poco di squadra), la Champions delle italiane ha mostrato in modo più netto del campionato la crescita di Napoli e Milan. La squadra di Mazzarri era finita nel girone più complicato, di maggior qualità tecnica, ma è stata promossa oltre che dai risultati, anche dal gioco e ancora più dalla convinzione che ha maturato in se stessa. Tornata dopo anni in Champions, ha stabilito che quello era il suo territorio e non ha sbagliato le partite decisive. Doveva battere il Manchester City e l’ha battuto, doveva vincere in Spagna e ha vinto. Non è stato per caso, per una prodezza, per un miracolo, è arrivato tutto in fondo (o in cima) a un processo di evoluzione portato avanti da Mazzarri, pure lui in una strepitosa fase di crescita. Il Milan invece è cambiato, proprio perchè l’anno scorso era stato respinto dall’Europa col suo gioco in prevalenza muscolare. Adesso sprigiona ancora i muscoli di Ibrahimovic e Boateng, ma tiene palla, non rinuncia più a cuor leggero allo spettacolo avendo scelto una linea tecnica più aderente alla sua storia, anche se in questo girone non tutto è andato come gli ottimisti si aspettavano. La distanza del Barcellona è stata probabilmente ridotta, ma non di tanto. Per raggiungere il livello delle più grandi (Barça, Real Madrid e forse anche Bayern Monaco) la strada di Allegri non è ancora compiuta.
PIU’ FACILE PER L’INTER – La prossima tappa sarà fondamentale, soprattutto per il Milan, incapace di superare gli ottavi di Champions e di Coppa Uefa (quando ancora si chiamava così) dal 2007. Rispetto all’edizione scorsa, il livello medio delle 16 più forti squadre d’Europa si è un po’ abbassato. Un anno fa, di terza fascia c’erano solo due formazioni, Copenaghen e Shakthar, quest’anno si può pescare con più sollievo una fra Apoel, Basilea, Benfica e Marsiglia. Il problema è che una «facile» può toccare all’Inter (che, spera Moratti, avrà un’altra forza fra poco più di due mesi), a Milan e Napoli può andare benissimo (Apoel), bene (Benfica), male (Arsenal e Chelsea) o malissimo (Bayern e Real Madrid per i rossoneri, Real Madrid e Barcellona per gli azzurri).
CHAMPIONS E NAZIONALE – La stagione italiana ha toccato in questo tardo autunno uno dei punti più alti considerando anche la qualificazione (con gioco) della Nazionale agli Europei. Proprio Prandelli ieri ha sottolineato questo momento felice. «Il Napoli sta facendo delle cose straordinarie, mercoledì sera ha completato un girone meraviglioso». Allargando il concetto: «Con tre italiane agli ottavi di Champions sarò ancora più felice in questo Natale. E’ un segnale sempre positivo. Sono squadre che vanno avanti in competizioni europee, che fanno esperienza, i giocatori giocano più partite e quindi arriveremo più preparati agli Europei» . Con tre rappresentanti aumentano le possibilità di mandarne una in finale a Monaco di Baviera il 19 maggio, una settimana dopo la fine del campionato; e se l’eventuale finalista di Champions è anche in finale di Coppa Italia, questa gara, in programma il 20 maggio, verrà spostata al 23, quando la Nazionale sarà a ridosso della partenza per la Polonia. Chissà se Prandelli sarebbe contento anche in quel caso.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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