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Lo zio di Ciro Esposito: “Soccorsi in ritardo, c’erano due pistole”. Intanto è stato convalidato l’arresto

Enzo Esposito è lo zio di Ciro, il ragazzo che sta lottando tra la vita e la morte dopo la sparatoria di sabato pomeriggio, a poche ore dalla finale di coppa Italia. Ha la faccia provata, ma la voce ferma. I suoi amici hanno organizzato per lui una conferenza stampa per spiegare cosa è realmente accaduto a Roma ed Enzo Esposito ci va giù duro: “La macchina del fango è già in moto, noi vogliamo giustizia. Per questo abbiamo organizzato una manifestazione sabato a piazza Dante”. Intanto, le condizioni di Ciro migliorano: “Stamattina all’alba ci hanno dato notizie positive, ma non è ancora fuori pericolo. A me interessa la sua salute, ma anche tutelarne la dignità”. Lo zio riprende: “Le ricostruzioni ufficiali sono false. Il Questore di Roma dovrebbe dimettersi o essere dimissionato perché non è possibile che in una zona sensibile come quella dove sono avvenuti gli scontri non ci fossero poliziotti, ambulanze e vie di fuga. I soccorsi per mio nipote sono arrivati dopo oltre un’ora”.

DIEGO E ARRESTO — Il papà Giovanni all’uscita dalla rianimazione spiega che “Ciro ha aperto gli occhi e ha risposto con cenno della testa. L’ho visto, mi ha riconosciuto. Sembra stia meglio, spero che migliori ogni giorno di piu. Gli ho chiesto se vuole vedere Maradona – ha aggiunto il papà – e lui mi ha fatto cenno di sì con la testa”. Intanto l’arresto di Ciro Esposito è stato convalidato, ma i colloqui sono aperti. Ora può vedere anche la fidanzata. Sulla misura della custodia cautelare, che la Procura ha chiesto negli arresti domiciliari, il giudice si riserva di decidere.

TESTIMONI CERCASI — La famiglia di Ciro Esposito ha attivato un indirizzo-email per ricevere filmati e testimonianze sull’accaduto (cirosiamonoi@libero.it). “Secondo un testimone che resterà anonimo perché è tra coloro che hanno picchiato De Santis, le pistole sulla scena erano due – continua lo zio di Ciro -, quella che poi si è inceppata ha sparato a mio nipote, l’altra probabilmente a Gennaro Fioretti (ferito al pari di Alfonso Esposito ndr). Loro tre sono scesi dalle auto per soccorrere un pullman che era stato oggetto del raid di De Sanctis ed altri romanisti. I primi a soccorrere mio nipote sono stati Genny ‘a carogna e Massimiliano Mantice, proprio i due tifosi che ora sono sottoposti a Daspo. Li ho ringraziati di persona per quanto hanno fatto per Ciro”. Amara la chiosa finale: “Ci ha chiamato il sindaco, ma non lo ha fatto il Napoli se non nella persona del suo medico sociale Alfonso De Nicola. Ci saremmo aspettati una telefonata da parte del club per un tifoso ferito gravemente”.

PARLA DE LAURENTIIS — Nel pomeriggio arriva anche un gesto di attenzione e vicinanza da parte del presidente del club partenopeo, Aurelio De Laurentiis, che in una nota pubblicata sul sito del club si pronuncia sui fatti di Roma, spiegando che “in questi giorni non ho avuto voglia né di commentare né di divulgare un’analisi delle varie responsabilità. Ma una cosa mi ha colpito e non mi ha lasciato indifferente. La grande dignità della signora Antonella Leardi. Le sue parole di amore per il prossimo e di perdono mi hanno profondamente colpito. A lei vanno il mio rispetto, la mia devozione e il mio totale affetto”.

fonte: gazzetta.it

 

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