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Masiello confessa e coinvolge altri giocatori

La serie A rischia di essere travolta dal ciclone Masiello. Ieri è stata una lunga giornata per il difensore dell’Atalanta, ex Bari, arrestato lunedì scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il terzino destro è stato messo sotto torchio per ben due volte dalla Procura e dai carabinieri: in mattinata è stato sottoposto per oltre tre ore all’interrogatorio di garanzia e ha risposto alle domande del gip Giovanni Abbattista; nel pomeriggio, dopo aver constatato la volontà di collaborare del calciatore, il capo della Procura, Antonio Laudati e il pm Ciro Angelillis, assieme ai carabinieri, l’hanno ascoltato nuovamente, per altre due ore. E non è finita, perché oggi Masiello dovrebbe essere interrogato per la terza volta in 24 ore. Segnale evidente che sta vuotando il sacco e le sue dichiarazioni, per la prima volta ritenute «attendibili», daranno una svolta decisiva all’inchiesta sul calcio scommesse. A tremare è il calcio intero, perché le confessioni del giocatore toccano direttamente il massimo campionato italiano e non solo le sfide del Bari. Nel calderone potrebbero presto finire altri club, dirigenti e giocatori.
Che Masiello avesse deciso di collaborare pm e carabinieri l’hanno intuito subito, quando il terzino ha riconosciuto in una foto la persona che, lo scorso 22 agosto, gli avrebbe consegnato la valigetta piena di soldi per il derby Bari-Lecce del maggio precedente, finito 2 a 0 per i salentini. Grazie a quella vittoria il club giallorosso ottenne la salvezza in serie A, Masiello aveva già ammesso di aver siglato l’autogol del 2 a 0 per chiudere il match e poter riscuotere i circa 220mila euro promessi in caso di vittoria del Lecce. Ieri gli inquirenti gli hanno mostrato alcune foto chiedendogli di indicare l’uomo che, l’agosto 2011 in un albergo di Lecce, gli consegnò la cifra pattuita. Il terzino, pur ammettendo di non ricordare il nome, non avrebbe avuto tentennamenti nell’indicare il soggetto. Non si tratterebbe di un dipendente del Lecce e nemmeno di un tesserato, ma gli inquirenti hanno ancora il sospetto che possa aver agito per conto della società. D’altronde è lo stesso giudice a sostenerlo nell’ordinanza di custodia cautelare: «La compromissione del regolare svolgimento dell’incontro di calcio non ha avuto finalità di scommessa – scrive il gip – ma è stata richiesta al sodalizio monitorato da persone verosimilmente gravitanti nell’orbita della squadra leccese, che avevano interesse alla vittoria del Lecce per motivi di classifica» e perciò «avevano corrisposto una importante somma di denaro».
Ma sotto esame non c’è solo il derby, Masiello avrebbe ammesso di aver tentato di truccare Cesena-Bari per 20 mila euro. Parole che troverebbero conferme dagli accertamenti bancari eseguiti dai carabinieri: qualche giorno dopo i match del Bari, sui conti correnti degli indagati sarebbero stati versati sui 40mila euro in contanti. Per la Procura il provento delle scommesse vinte. Il difensore avrebbe aggiunto altri particolari anche su Palermo-Bari, Bari-Genoa, Bologna-Bari, Udinese-Bari, Bari-Sampdoria, Bari-Chievo, Bari-Roma.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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