La storia si ripete e da qui a Cagliari, in questa due giorni da vivere con il microcospio in mano, per leggere il Napoli nei dettagli, il chiodo fisso rimane quello di sempre: turn-over o non turn-over? Il dubbio amletico è già stato spazzato via dal cervellone che sforna dati a ripetizione: novanta minuti con il Parma, altri novanta con il Bayern, tirare il fiato è un’esigenza, soprattutto per chi ha avuto anche il carico di fatica della Nazionale ed ha dimostrato di essere appesantito. Si cambia, gradualmente, però si interviene ovunque: e l’alba delle nuove scelte, all’indomani dell’1-1, è avviata con seduta di scarico per chi c’era e tattica indispensabile per gli altri, per chi a Cagliari avrà le sue chanches.
DIFESA – Davanti a De Sanctis c’è un terzetto che è stato usurato in lungo e in largo, in quest’avvio: Aronica ha nove presenze stagionali (una sola dalla panchina, una sola volta sostituito), ma sembra inamovibile; Campagnaro è a otto, senza mai uscire, Cannavaro s’è fermato a Verona e sarà costretto a rifarlo in Champions a Monaco: scalpita Grava, che a destra è nato e che del modulo-Mazzarri sa praticamente tutto; Fideleff studia il calcio italiano e i codici della difesa a tre, a lui sconosciuti prima di approdare a Castelvolturno, ma chi sembra prossimo all’investitura è Federico Fernandez, che contro il Chievo s’è calato nella nuova realtà e che in questi mesi d’allenamento ha lasciato intravedere non solo il fisico ma pure capacità tecniche e tattiche.
CENTROCAMPO – Il bollettino è esauriente e tra i pensieri di Mazzarri ci si può intrufolare, ricordando i suoi principi: Maggio s’è dato, eccome, e poi ne ha giocata una intera con Prandelli; Gargano è volato con l’Uruguay ma ha dovuto combattere solo con il volo e i fusi orari; Inler invece, nove su nove (una volta subentrato e una sostituito) potrebbe essere preservato in attesa dell’Udinese, la magica serata dell’ex. A sinistra, riecco Dossena, che ha visto il Bayern dalla panchina e dunque ha gamba rinfrescata, come dimostrato nell’esibizione di sabato scorso, con il Parma. Inevitabilmente, fatti i conti del minutaggio, avendo Zuniga giocato appena una gara intera di Champions ed uno spezzone nell’ultima di campionato, a destra ci potrebbe andare il colombiano, che ha dimostrato di avere una felicissima condizione e di essere anche intraprendente.
ATTACCO – Lavezzi sempre in piedi è capace di qualsiasi cosa, anche di giocare continuamente, senza mai fermarsi, una partita dietro l’altra; Cavani deambula con le tossine creategli dalla nazionale uruguayana e dalle ultime due gare ma ha una fibra che facilita i recuperi e gradisce allenarsi giocando; mentre Hamsik s’è fatto un giretto per l’Europa con la Slovacchia, aggiungendo partite alle sue nove presenze con il Napoli (dalla panchina a Cesena e a Verona e poi qualche uscita anzitempo). Lo slovacco è tra coloro che son sospesi, ma per consentirgli di recuperare tranquillamente, in vista della prossima terna: Udinese, Catania e ritorno a Monaco di Baviera.
MASCARA & COMPANY – Tra i papabili ad un posto come vice Hamsik c’è innanzitutto Santana, che ha una vocazione alla copertura più spiccata di altri, ma nei ballottaggi entra di diritto anche Mascara, capace con il Parma di infilarsi immediatamente nel match e addirittura di riafferrarlo per sei minuti, dialogando nello stretto con Lavezzi.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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