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«Napoli, ecco come puoi battere il Borussia. Ma è una sfida alla pari…»

Napoletano di Vico Equense, 61 anni, Nello Di Martino vive dal ’71 in Germania. È stato portiere dell’Hertha Berlino, poi è entrato nello staff tecnico del club. Adesso ne è dirigente. «Sono stato il primo italiano a giocare in Germania: allora il Muro era solidissimo», ricorda con un sorriso e con orgoglio. «Ma ho sempre continuato ad appassionarmi per il calcio italiano e il Napoli», racconta l’ex portiere che è stato al fianco della Nazionale di Lippi, come delegato della Fifa, nel trionfale Mondiale del 2006.

Di Martino, è davvero imbattibile il Borussia Dortmund? «È una squadra che ha compiuto, anche grazie all’allenatore Klopp, passi da gigante. La ricordo sette anni fa quando, proprio con una vittoria sull’Hertha Berlino, riuscì ad evitare la retrocessione. La partita è difficile e potrebbe essere decisa da episodi, sugli sviluppi di un calcio piazzato o a causa di un errore difensivo. Ha ragione Benitez: non bisogna aver paura del Borussia, questa sfida è alla pari».

Come colpire i tedeschi? «La difesa è forte, ma può correre rischi sulle palle inattive. Weidenfeller è un grande portiere, ha tanta esperienza, ma è bravo sulla linea: esce poco e non trattiene il pallone. D’altra parte, è una caratteristica dei portieri di questi anni perché è difficile bloccare palloni che sembrano palline da ping pong: ai miei tempi quanto s’arrabbiava l’allenatore se non lo bloccavi… Per il resto, il Borussia è una squadra che gioca bene, al massimo in 40 metri. Ha un gruppo di valore, attaccanti di qualità come Lewandowski, Aubemayang e Mkhitaryan, i movimenti di Reus sono eccellenti. Quando partono in contropiede, quelli sembrano una Ferrari».

Pronostico? «Il Napoli è in grado di conquistare un risultato positivo al San Paolo. Sarebbe molto più difficile al ritorno anche perché a Dortmund ci saranno 80mila spettatori. D’altra parte, come diceva il mio maestro Rehhagel, puoi parlare di tattica e tecnica, preparare una partita e pensare a un determinato modulo, ma alla fine quello che conta è il pallone è in porta. E il Napoli ha calciatori straordinari per segnare e vincere».

Benitez e Klopp giocano con lo stesso modulo, 4-2-3-1. «Ho visto il Napoli e sono rimasto impressionato dalla qualità del gioco che ha saputo dare Rafa, un vecchio lupo del calcio internazionale. In occasione di un ritiro a Malaga ho seguito da vicino il lavoro di Klopp: è stato bravo a creare questo gruppo, a costruire una squadra che è diventata protagonista della Bundesliga grazie al suo gioco spiccatamente offensivo».

Fonte: Il Mattino

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