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Napoli, pari con rabbia

Il Napoli ha raggiunto la Lazio al terzo posto almeno per una notte perché stasera al Friuli c’è lo scontro diretto tra l’Udinese e i biancocelesti. Ma ha sprecato una clamorosa occasione, quella della terza vittoria consecutiva che avrebbe consentito agli azzurri un passo forse decisivo verso il preliminare della Champions: ha visto sfumare questo colpo esterno a tre minuti dalla fine. Nel primo tempo la squadra ha atteso troppo la Roma e ha concesso il vantaggio ad avversari storditi dalle contestazioni e dalla confusione del suo allenatore. Poi, la reazione, i gol di Zuniga e Cavani, due prodezze che hanno esaltato i tremila napoletani presenti all’Olimpico. Ma a pochi minuti dalla fine una nuova sbandata difensiva e il pari dei giallorossi firmato da Simplicio, appena entrato in campo. Il punto ha amareggiato non soltanto Mazzarri, ma anche i tifosi della Curva Sud, il covo romanista: hanno convocato Totti e i suoi compagni per un chiarimento prima che rientrassero negli spogliatoi. Pareggio che non risolve problemi, crea tensioni e lascia anzi rimpianti. Peccato.
La Roma ha subito trovato un clima ostile: fischi per tutti ma non per Totti, rimasto l’intoccabile in questo periodo di crisi. Ma il Napoli, sistemato da Mazzarri all’insegna della prudenza (Dzemaili più mediano che trequartista e Inler alle costole di Totti, quasi in marcatura fissa), non ha saputo approfittarne. Gli azzurri non hanno giocato con l’intensità di quattro giorni prima a Lecce e nel primo tempo hanno avuto una sola occasione, quella del difensore Fernandez: il suo tiro è stato respinto sulla linea da Gago al 9′. La squadra ha concesso campo ai giallorossi. Davanti ad avversari così poco aggressivi la Roma ha preso coraggio, Rosi ha spinto con forza sulla destra, non contrastato da Zuniga e al tiro si sono presentati Taddei, Bojan e Marquinho e soprattutto Gago, che a pochi passi da De Sanctis ha messo incredibilmente fuori. Schiacciato dai giallorossi, il Napoli cadeva al 41′: ancora un’incursione di Rosi sulla destra dopo lo scambio con Totti, fuori posizione Aronica e Zuniga superato dal laterale che offriva il pallone a Marquinho, su cui Fernandez arrivava quando De Sanctis era stato ormai superato.
Mentre Mazzarri stava facendo riscaldare Pandev per irrobustire l’attacco sullo 0-1, è arrivato il pareggio, firmato dalla prodezza non di un tenore ma di uno dei giocatori fino a quel momento più in ombra, Zuniga, messo nel primo tempo alle corde da Rosi. Hamsik ha battuto un angolo contestato dalla Roma, offrendo il pallone al colombiano che dalla trequarti, di destro, ha fatto partire un bolide finito sul secondo palo di Lobont. Annullato lo svantaggio, peraltro durato sette minuti, il Napoli ritrovava il coraggio e la corsa, attaccava con maggiore vigore, recuperava le energie e il tridente puro con l’uscita di Dzemaili e l’ingresso di Pandev. Più alti Maggio e Zuniga, più determinato Cavani, gli azzurri tornavano protagonisti della partita e cercavano di colpire con la loro arma migliore, il contropiede. Due significative palle gol al 21′ (alto Zuniga, tiro di Maggio respinto da Lobont), poi ecco il numero di Cavani: gol numero 22 al minuto 22, passaggio di Pandev per il Matador che puntava Kjaer e piazzava il pallone sul secondo palo. Il Napoli aveva rivoltato la partita e Mazzarri ripresentava Lavezzi, a riposo nelle ultime due partite per problemi muscolari. Sembrava tutto definito, però siccome le partite non finiscono mai, proprio quando la contestazione contro i giallorossi infuriava, è riemersa la Roma, che ha afferrato il pareggio con Simplicio, entrato da pochi minuti: Maggio ha lasciato crossare Tallo per l’ex palermitano, che in posizione da centravanti ha anticipato Zuniga, volando poi in tribuna per dare un bacio alla moglie e al figlio. Ammonito per eccesso di esultanza: il regolamento è questo e non si fa comandare dai sentimenti.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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