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Repubblica – Clamoroso al Loreto Mare: rubati camici e mascherine

Armadietti scassinati all'ospedale del centro

I contagi aumentano e servono letti, Covid e non Covid. Per istituirne un numero congruo ieri la Regione ha chiuso un accordo che sarà sottoscritto oggi con i privati convenzionati per tremila posti. Ci saranno anche pazienti in terapia intensiva. Si parte da subito. Con la nota di indirizzo che prescrive una netta separazione tra le strutture: quelle che accoglieranno pazioenti affetti da coronavirus non potranno ricoverare soggetti affetti da altre patologie. Un’esigenza che tutela gli un e gli altri, oltre che le cliniche.

Mentre si lavora per fronteggiare l’emergenza, però, un vile raid è stato messo a segno l’altra notte al Loreto Mare. Mascherine chirurgiche, tute, camici e anche oggetti personali. Rubati. Di notte, al pian terreno del Covid-Loreto, negli spogliatoi degli infermieri. Un furto imprevedibile, messo a segno mentre il nuovo centro di riferimento sta faticosamente partendo, da balordi probabilmente intenzionati a impadronirsi di materiale specifico anti-Covid-19. Un errore di valutazione, visto che i presìdi di sicurezza sono custoditi in un locale attiguo alla Rianimazione.

Sono stati gli stessi infermieri ad accorgersi, durante il cambio turno, degli armadietti scassinati. Indaga la polizia. Pochi danni, tanta rabbia. Ieri nella Rianimazione erano ricoverati otto pazienti, trasferiti da altri ospedali con diagnosi di certezza. All’appello per riempire il reparto mancano ancora due posti letto. Al completo invece il primo piano appena ristrutturato. Accoglie 10 pazienti Covid, in buone condizioni. Le camere, singole o a due letti, sono state riallestite grazie all’impegno di 75 operai che hanno lavorato giorno e notte, trasformando le vecchie corsie del Loreto. Ogni stanza è dotata di un circuito telefonico interno che permette di comunicare con il personale della Medicheria. Dopo l’apertura della Rianimazione e del reparto degenze, ai primi di aprile dovrebbe partire la Terapia subintensiva.

Di non facile soluzione invece la carenza di anestesisti: ce ne sono nove, ne occorrerebbero altri sei. Ma identificarli non è facile, nonostante i tentativi di arruolamento della Asl Napoli 1. Sempre ieri, il manager Ciro Verdoliva ha, indirettamente, replicato all’ex assessore alla Sanità Angelo Montemarano intervenuto su Repubblica sulla situazione emergenziale. “Ascalesi, San Gennaro, Incurabili e San Giovanni Bosco – scrive Verdoliva – non sono impiegabili per offrire in tempi utili una risposta alle esigenze di salute dei cittadini minacciati dal virus”. Un’osservazione che però non dirime i dubbi, visto che San Gennaro e Ascalesi non ricoverano da tempo, ma svolgono tutt’ora altre funzioni. Senza contare che l’Ascalesi è stato ceduto al Pascale e che quindi non è più pertinenza della Napoli 1. A riguardo, un camice bianco: “Ma se è passato al polo oncologico vuol dire che non era in condizioni disastrose, tanto che c’era già la rianimazione, funzionante fino a due anni fa”

Dal Loreto al Cardarelli, dove finalmente sono arrivati i “caschi” per supporto CPap e i ventilatori. A questo punto i presìdi pe ri pazienti sono disponibili, mentre ancora mancano i dispositivi di protezione individuale e un nuero infermieri idoneo a far partire la Palazzina M. Forse entro lunedì. Intanto la Germania ha dato la disponibilità a inviare in Campania un supporto con un team sanitario. Ieri sono stati effettuati 1061 tamponi, 145 dei quali risultati positivi. Il totale in regione è 1454. E non si fermano i decessi: ieri il virus ha stroncato un funzionario economico in servizio negli uffici di via Vespucci della prefettura. Aveva 65 anni, dai primi di marzo non andava al lavoro

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