Ci sono due napoletani che proveranno a sbarrare la strada agli azzurri in questa settimana. Uno è il bomber dell’Udinese, Totò Di Natale, capocannoniere negli ultimi due campionati, tornato a colpire ieri – doppietta al Novara – portando l’Udinese al vertice della classifica. L’altro è un ex bomber, Vincenzino Montella, che da allenatore sta ottenendo significativi risultati con il Catania: è a 10 punti, sabato scorso ha fermato la Fiorentina e al Cibali ha realizzato due colpi di prestigio, il pari con la Juve e la vittoria sull’Inter. Niente male per un quasi esordiente in panchina, peraltro con una squadra costruita come sempre all’insegna del low cost. Comune è l’origine calcistica di Di Natale e Montella, napoletani che hanno fatto fortuna altrove, non indossando mai la maglia del Napoli. Sono partiti dalla scuola calcio di Castelcisterna e sono passati all’Empoli, che ha usato spesso come serbatoio quella società, facendo diventare campioni alcuni ragazzi del Sud. Come Totò e Vincenzino, arrivati fino alla Nazionale e ai Mondiali. Montella è stato decisivo per lo scudetto della Roma nel 2001; Di Natale non è arrivato così in alto, anche se la possibilità di fare faville in un club prestigioso l’ha avuta. Si erano messi sulle sue tracce Milan, Juve e Napoli. Nell’estate 2009 il sogno di De Laurentiis e Marino era ricreare il tandem Di Natale-Quagliarella che aveva fatto le fortune dell’Udinese, però Totò non seguì Fabio nonostante le insistenze del compagno. Ritiene Udine la sua dimensione ideale. Ha creato una scuola calcio e gestisce un’azienda di caffè. È il capitano, il simbolo, l’intoccabile. Mercoledì torna con l’Udinese al San Paolo, in una sfida che raggelò cinquantamila napoletani nello scorso aprile. Montella ha debuttato sulla panchina della Roma nello scorso febbraio dopo le dimissioni di Ranieri, centrando l’obiettivo – minimo – del preliminare di Europa League. È stato apprezzato il suo lavoro e il Catania gli ha offerto un’importante chance. Pulvirenti e Lomonaco, presidente e amministratore delegato della società, se ne intendono: ai tempi dell’Acireale furono loro a puntare sul giovane Mazzarri come tecnico. Montella fa divertire i tifosi del Cibali, sente di poter aspirare a qualcosa in più della salvezza. Sabato aspetta il Napoli nello stadio dedicato ad Angelo Massimino, il presidente che negli anni Ottanta regalò la serie A a Catania. Nella sua squadra, a proposito, c’è un napoletano che ha il piede fatato, Lodi, ragazzo di Frattamaggiore che sa far male sui calci piazzati. E ci sono due argentini, Maxi Lopez e Gomez, suggeriti da Lavezzi a De Laurentiis e Mazzarri per completare la squadra in questa stagione.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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