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Xavier Jacobelli: “Evitare i preliminari di Champions sarebbe fondamentale per Napoli e Inter”

Abbiamo intervistato in esclusiva Xavier Jacobelli, direttore di Quotidiano.net, e con lui fatto il punto sulla trentacinquesima giornata di serie A. Il secondo posto eviterebbe, a chi fra Inter e Napoli se lo aggiudicasse, i preliminari di Champions. Lazio e Udinese a prescindere dal piazzamento finale hanno disputato una stagione superiore alle aspettative. La Roma ha pagato la lunga incertezza sul destino della società. Fallimentare il campionato della Juventus. Sarà difficile mettere d’accordo le grandi e le piccole sulla spartizione dei diritti televisivi. La lotta per non retrocedere sarà emozionante fino all’ultimo secondo.

La Lotta per il secondo posto in questo fine campionato sta vivendo un crescendo dove Inter e Napoli non possono permettersi passi falsi. Arrivare alle spalle del Milan è una questione di prestigio o c’è dell’altro?
“C’è molto altro al di là del prestigio perché la cosa importante per l’una e l’altra squadra è evitare il turno preliminare della Champions League, cosa che toccherà alla quarta squadra, e non è il massimo della vita considerato il fatto che significa cominciare la preparazione alla fine di luglio e quindi tutto quello che ne consegue a livello di stress e a livello di rivoluzionamento delle tabelle pre-campionato in una stagione, non dimentichiamolo, che ci porterà al campionato Europeo e quindi sarà molto intensa già di suo”.

Lazio, Udinese, Roma e Juventus. Si giocano l’ultimo posto in Champions e i due in Europa League. Chi ha più possibilità di riuscire a centrare i propri obiettivi?
“Penso che in questo momento il giudizio sulla stagione della Lazio e dell’Udinese è comunque positivo, indipendentemente dal risultato della lotta per arrivare al quarto posto. Questo perché sia Reja con la Lazio sia l’Udinese non erano certo partite con l’obiettivo di arrivare addirittura in Champions League. Certamente il quarto posto darà la stura a tutta una serie di progetti molto importanti, perché lo stesso Pozzo nelle scorse settimane ha illustrato l’opera di ammodernamento dello stadio Friuli che verrà sostenuta interamente dal club bianconero; è chiaro che se dovesse andare in porto la qualificazione alla Champions gli introiti sarebbero maggiori, ma la posizione più delicata è sicuramente quella della Roma. Perché la Roma era partita con ben altre aspirazioni e ha pagato l’incertezza per molti, troppi mesi sul futuro della società che non poteva non riverberarsi anche sul rendimento della squadra. Tanto è vero che abbiamo visto, per esempio, che Mexes ha deciso di lasciare la Roma non rinnovando il contratto con i giallorossi, ma accettando la proposta del Milan. Molto probabilmente uno fra De Rossi e Menez verrà ceduto e certamente la Roma in questo momento ha bisogno più che mai di centrare il traguardo del quarto posto, anche per i nuovi proprietari perché abbiamo visto mercoledì che Di Benedetto ha già onorato la prima tranche di pagamento e che i suoi progetti sono ambiziosi; ma un conto è presentarsi in Europa in Champions e un altro in Europa League.
Per quel che riguarda la Juve purtroppo c’è un solo aggettivo per definire la stagione: fallimentare; quando si ingaggiano fra la sessione estiva e quella invernale del mercato quindici nuovi giocatori e ci si ritrova a quattro giornate dalla fine addirittura nell’incertezza di non sapere se ci s’iscriverà almeno all’Europa League, stiamo parlando della Juventus non del Vattelapesca, allora vuol dire che nonostante il grande lavoro di Del Neri e di Marotta, ai quali quasi nessuno, per evidenti motivi, disconosce professionalità e preparazione, la colpa è anche dei giocatori. Alcuni di loro hanno reso al di sotto delle possibilità e soprattutto non è vero, come da alcune parti si sostiene, che la Juventus non abbia speso sul mercato, il problema è che molto denaro è stato speso male e quindi adesso ci sono degli appuntamenti importanti a livello di consiglio di amministrazione, l’altro giorno della Exor e poi della Juventus; due passaggi decisivi per capire come e quanto la Juventus investirà sul prossimo mercato, ricordando che ci sono alcuni prestiti da definire, mi riferisco a Matri a Quagliarella e all’operazione Pepe-Motta con l’Udinese. Ci sono diverse variabili e diversi nodi da sciogliere. Però purtroppo la Juventus quest’anno ha fallito la stagione”.

Lo scontro sui diritti televisivi terrà banco nelle prossime settimane. E’ possibile trovare un accordo fra le grandi squadre e quelle più piccole?
“In questo momento il compito è molto arduo, perché quando si tratta di soldi le grandi evidentemente badano solo ai loro interessi e le piccole però questa volta hanno l’occasione, facendo valere il principio un uomo un voto, di mettere molto in difficoltà le grandi, tanto è vero che il braccio di ferro è in pieno svolgimento. D’altra parte 200 milioni di euro, a tanto ammonta il complesso dei diritti televisivi sulla base di un bacino d’utenza e sulla diretta attività che le società devono spartirsi, è un boccone troppo ghiotto per tutti e per alcuni club ne va addirittura la sopravvivenza. Il fatto è che i dirigenti di troppe società italiane, piccole, medie o grandi che siano, passano buona parte del loro tempo a dividersi sulla questione dei diritti televisivi, nel frattempo però dimenticano questioni abbastanza fondamentali, se non più importanti, mi riferisco, ad esempio, a quella degli stadi. Abbiamo visto in questa stagione europea ancora una volta la differenza abissale che c’è fra gli impianti degli altri paesi e i nostri. Abbiamo gli stadi sempre pieni in Europa League all’estero, mai pieni in Italia. Abbiamo visto le squadre italiane snobbare gli impegni in Europa League, salvo poi stracciarsi le vesti adesso che hanno scoperto: che sulla base dei risultati degli ultimi cinque anni, ottenuti sia in Champions League sia in quella che una volta si chiamava Coppa Uefa e ora Europa League, l’Italia dal 2012-13 perderà un posto in Champions e non solo che la terza qualificata dovrà pure affrontare il turno preliminare. Questo significa che il calcio italiano è terribilmente indietro a livello di mentalità e di organizzazione e non possono essere solo e soltanto i soldi dei diritti televisivi a risolvere il problema”.

Dal Bologna al Brescia otto squadre lottano per non finire in B. A quattro giornate dalla fine evitare i famigerati terzultimo e penultimo posto sembra impresa non facile per molte squadre
“Diciamo che al di là del Bari, che è già aritmeticamente condannato alla serie B, il discorso è apertissimo e il calendario promette emozioni fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. A cominciare già da domenica Sampdoria-Brescia è una partita che sia i blucerchiati sia i lombardi devono assolutamente vincere perché chi perde è fuori. Il discorso può sembrare singolare per la Sampdoria, che vanta cinque punti in più del Brescia, ma c’è un ma. La squadra di Cavasin è in crisi di gioco, è riuscita a raddrizzare temporaneamente la situazione con la vittoria di Bari, ma questo era un risultato assolutamente obbligato per coltivare le speranze di salvezza, e poi sarà attesa dal derby con il Genoa. Il Brescia ha giocato sempre bene con le grandi in questa stagione e non altrettanto con le dirette concorrenti e sa che a Marassi in palio c’è la possibile permanenza in A. In caso di sconfitta per il Brescia è finita, in caso di vittoria tutto ritornerebbe in gioco, perché la squadra di Iachini successivamente giocherà a Cesena e poi in casa con il Catania e chiuderà con la Fiorentina. Cesena e Catania saranno due occasioni di spareggi per rimanere in serie A. In questo momento credo che capiremo di più sulla lotta per la salvezza in base ai risultati delle partite di domenica, e ricordiamoci che c’è anche Chievo-Lecce che è tutto da seguire”.

Fonte: Tuttomercatoweb

La Redazione

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