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A Dimaro Mazzarri è solo un ricordo, ha vinto la Rafa-mania

Le impressioni da Dimaro tra l'entusiasmo di Benitez e il cuore di Insigne, Cannavaro e Tutino, simboli della napoletanità

Con Mazzarri quattro stagioni intense e tanti appuntamenti indimenticabili: il ritorno nelle coppe europee, la “prima” in Champions League, la vittoria della Coppa Italia e quel sogno-scudetto che non è mai diventato realtà. Il calcio però corre velocemente, si muove su binari costantemente in movimento, non ammette stop. A Dimaro, quindi, Mazzarri è solo un ricordo che riaffiora quando tra il Bistrot 46, punto d’incontro della piazza centrale del paese, e il centro sportivo di Carciato prendono corpo voci interessanti. Destano curiosità la presenza a Pinzolo, sede del ritiro interista, dello chef napoletano di fiducia di Mazzarri, e il viaggio di alcuni emissari nerazzurri a Dimaro per cercare di portare quanto prima l’Inter in questo luogo tanto caro al tecnico toscano.

Nello stesso bar tifosi e addetti ai lavori si confrontano sul mercato e sul Napoli che verrà; Mazzarri è solo uno degli avversari, contro cui magari tirar fuori tutte le energie residue essendo un ex di cui si conosce il valore.

A Dimaro c’è la Rafa-mania; Benitez è il punto di riferimento per tutti i tifosi, il personaggio di grande spessore a cui affidarsi non solo per la crescita della squadra ma della società nel suo complesso, migliorando le strutture, il rapporto con il settore giovanile e l’accuratezza nella programmazione.

Benitez si è tuffato in quest’avventura con entusiasmo, ha cercato di dimenticare il difficile impatto di Castelvolturno; è passato dai 29 campi del Chelsea Training Ground ai limiti di un albergo non certamente costruito per essere il centro sportivo di una società che punta a confermarsi nell’elitè del calcio europeo.

I metodi d’allenamento sono completamente diversi da quelli di Mazzarri che, da teorico del calcio all’italiana, mette al centro l’aspetto tattico. Ricordo ancora il primo giorno a Dimaro della scorsa stagione; subito i calciatori al lavoro sul 3-5-1-1, il modulo su cui impostare l’intera annata. Benitez, invece, appartiene alla scuola spagnola, appresa tra le giovanili del Real Madrid e le splendide stagioni del modello Valencia, gli anni in cui si è formato il suo mito, diventando un punto di riferimento europeo.

Subito tanto pallone per gli azzurri, con un focus specifico e approfondito sulla tecnica; la precisione nel possesso palla l’obiettivo da raggiungere quanto prima, con l’attenzione all’armonia nei movimenti da compiere. La tattica arriva in secondo piano anche se il 4-2-3-1 è già nelle menti dei calciatori azzurri un po’ disorientati per il radicale cambio affrontato. Ci sono già degli spunti interessanti, come lo spostamento di Zuniga nel ruolo di esterno destro basso, vista anche l’assenza di Maggio che arriverà il 21 Luglio a Dimaro e la duttilità degli esterni d’attacco; Insigne e Mertens sono stati provati sia sulla fascia destra che sinistra, mentre Callejon è l’acquisto di cui Benitez è più orgoglioso. Lo dimostrano le parole spese in conferenza stampa: “Può fare tra i 10 e i 20 gol”. Una scommessa che ha reso felice anche Manuel Garcia Quillon, agente sia di Benitez che del nuovo acquisto azzurro e uomo-mercato del Napoli da seguire con attenzione anche per i prossimi rinforzi. C’è poi il focus sul centrocampo, reparto che concentra più di tutti gli altri la partecipazione di Benitez alle sedute d’allenamento; è stato provato Hamsik sulla mediana e Inler è costantemente nei pensieri del tecnico madrileno e di Pecchia per dialogare sui movimenti da compiere nelle due fasi.

In difesa Adil Rami è ancora il favorito, nonostante le titubanze nell’accettare Napoli che l’hanno bloccato finora al Valencia che ha la necessità di vendere per dare un po’ di ossigeno alle proprie casse sociali. Sarà un Napoli molto brasiliano; il primo indizio è stato Rafael Cabral, portiere classe ’90 proveniente dal Santos. E’ sbarcato all’aeroporto di Verona prima di raggiungere con i suoi nuovi compagni il ritiro di Dimaro, ha sostenuto le visite mediche nella vicina Cles accompagnato dal dott. De Nicola, si è aggregato al gruppo e sta lavorando agli ordini di Benitez e del preparatore dei portieri Xavi Valero. A Dimaro c’erano anche i suoi agenti Paulo Affonso e Cristiano Miller, venuti per risolvere gli ultimi dettagli del contratto quinquennale firmato dal proprio assistito; l’ultimo incontro è terminato intorno all’una di notte di domenica allo Sporthotel Rosatti che ospita il Napoli.

Il filone “verdeoro” dovrebbe rafforzarsi con Julio Cesar, in prestito dal Qpr, mossa decisiva per liberare De Sanctis, che ha la valigia pronta per trasferirsi al ritiro della Roma, e Leandro Damiao, il nome più probabile al momento per l’attacco, viste le difficoltà per arrivare a Dzeko e Jackson Martinez e il vantaggio dell’Arsenal per Higuain. Il Napoli si era “rassegnato” all’idea di trattenere Cavani non programmando nei modi giusti le mosse per avere pronta l’alternativa al Matador.

La trequarti offensiva è un luogo del campo decisivo nel gioco di Benitez, un’arma importante sarà sicuramente Lorenzo Insigne, presentatosi con grande personalità a questo ritiro. Lorenzo si candida ad essere uno dei simboli della napoletanità tanto amata dal presidente De Laurentiis, non ha neanche ascoltato le sirene dei tanti club che l’hanno seguito. I sondaggi sono stati, anche il Real Madrid si è interessato mentre ammirava le sue giocate all’Europeo Under 21 ma c’è stata la richiesta ufficiale del Sunderland che proponeva un ingaggio al talento di Frattamaggiore nettamente superiore a quanto percepisce a Napoli. Giaccherini è stata una seconda scelta e ha portato a casa un quinquennale a 2 milioni a stagione; Insigne non ha neanche ascoltato le sirene inglesi, ha scelto Napoli. Sarebbe importante che la società dimostri di aver apprezzato tale comportamento adeguando l’ingaggio del talento azzurro. La napoletanità è una risorsa, un elemento fondamentale per lo spogliatoio, per il rapporto con la città; un ragionamento che vale anche per capitan Cannavaro. Il suo contratto ha lo scoglio delle 25 presenze da raggiungere per essere mantenuto alle stesse cifre percepite ora fino al 2015.

Insigne e Cannavaro sono l’anima di Napoli, gli ambasciatori della napoletanità, un patrimonio da custodire con attenzione. In tal senso merita una menzione anche Gennaro Tutino; la sua emozione al primo giorno in ritiro con la prima squadra è stato uno dei segnali più belli. Nel calcio dei soldi degli sceicchi, il cuore dei napoletani batte ancora per valori autentici.

Ciro Troise

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