Per la rubrica “La Telefonata” oggi Iamnaples.it porta ai suoi microfoni Salvatore Righi, direttore generale dell’Arzanese, la società neopromossa in Lega Pro Seconda Divisione, nonché il patron della Mariano Keller. Varie le tematiche sviscerate attraverso una piacevole chiacchierata: dal recente successo in Serie D, al calciomercato, passando per il rapporto che lega le sue società al Napoli. Ecco il resoconto della nostra intervista:
Salvatore Righi, ad 87 anni dalla sua fondazione l’Arzanese approda in Lega Pro. Se lo aspettava ad inizio d’anno?
Non se lo aspettava nessuno ad inizio d’anno. E’ stato premiato il duro lavoro societario, ma soprattutto il lavoro tecnico. E’ stato un successo per tutti.
Grandi meriti vanno all’allenatore. Avete dimostrato la vostra riconoscenza confermandolo in panchina…
Mister Fabiano è stato il primo tassello che ho voluto per il prossimo anno. E’ uno degli artefici principali del trionfo e la riconferma è il giusto riconoscimento ad un gran professionista.
Come vi state muovendo sul mercato? Chi avete nel mirino per ridimensionare la squadra?
Ci stiamo rinforzando. Innanzitutto sono arrivate le riconferme dei vari Carotenuto, Manzo, Imparato, ed abbiamo acquistato Riccio, Parisi, Incoronato, Salvati ecc…
La Lega Pro è un campionato lungo, estenuante. A cosa puntate nella prossima stagione? Qual è il vostro obiettivo?
Cercheremo di fare un campionato dignitoso. Lotteremo per la salvezza, ovviamente, e solo col duro lavoro potremmo ottenere ciò che vogliamo.
Il Napoli può contare su tanti giovani di talento alcuni dei quali saranno piazzati altrove per fare esperienza. Siete interessati a qualche elemento in particolare?
Abbiamo instaurato un buon rapporto col Napoli. Nel tempo cercheremo di intensificare i contatti tra le due società. Le basi ci sono. Interesse per i talenti azzurri? Eravamo interessati ad Izzo e De Vena, due ottimi elementi che avrebbero regalato a Fabiano più qualità, ma alla fine i ragazzi hanno scelto la Triestina (Clicca qui per leggere l’esclusiva del 14 Luglio; Clicca qui per leggere l’esclusiva di oggi sulla presenza di De Giorgis a Dimaro, ndr). Tuttavia, non possiamo essere delusi dai nostri giovani, sicuramente non da meno come Caldore, Tommasini.
Adriano Esposito, giovane portiere classe ’90, è stato protagonista della salvezza della Battipagliese nella scorsa stagione. C’è stato un interessamento all’estremo difensore da parte della sua società?
Non c’è nessun interessamento per Esposito. Possiamo escludere un suo arrivo ad Arzano.
Capitolo Stadio: quando inizieranno i lavori al De Rosa?
I lavori nella struttura di Arzano non sono ancora iniziati. Noi ci auguriamo di non andare altrove a giocare, sarebbe un peccato soprattutto per i nostri sostenitori. Il De Rosa è un campo che ci può dare qualche punto in più, fondamentale per la nostra permanenza in Lega Pro. Mi auguro che il Sindaco riesca ad attivarsi quanto prima. L’Arzanese, tuttavia, ovviamente si è tutelata presentando in Lega l’alternativa: Aversa.
Una sua opinione sul momento del calcio campano
Questo è un momento particolare. Ci sono molte squadre che sono andate in fallimento come la Salernitana e la Cavese. Questa, ovviamente, è una cosa che non ci tange. Le cause? Io credo che bisogna fare sempre attenzione al bilancio. Chi opera nel calcio campano, evidentemente, lo fa in modo sbagliato.
Passiamo alla Mariano Keller, che rapporto ha con il Napoli?
C’è sempre stato un ottimo rapporto, basato sulla stima reciproca. Il club partenopeo ci osserva sempre con attenzione. Tanto è vero che due giovani di nostra proprietà, Musella (’99) ed Astarita (’96), stanno per approdare all’ombra del Vesuvio andando a rinforzare il settore giovanile azzurro.
Quali insidie e quali vantaggi comporta l’operare a livello giovanile.
Personalmente, posso dire che le insidie sono tante, ma tutte scacciate dall’incredibile passione del sottoscritto. I giovani sono il futuro del calcio ed il poter allevare piccoli talenti è una cosa che ti rende felice e ti inorgoglisce.
Per concludere, una domanda sulle consuete “Fughe al nord”: i ragazzini napoletani tendono ad abbandonare la loro città in cerca di altre compagini. Da cosa è dovuto questo “fenomeno”?
Questa fuga c’entra poco con il calcio. E’ il nostro territorio che purtroppo non garantisce un futuro sereno. Molti ragazzini, spinti anche dai propri genitori, scelgono di andare fuori, attratti da bacini più ampi. Ecco, io lo ritengo un problema sociale più che sportivo.
Intervista a cura di Stefano D’Angelo
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