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Bigon: «Pronti ad investire per il futuro»

Il DS azzurro: «Ora dobbiamo sfoltire la rosa. Candreva? Vedremo»

Mancano dieci giorni alla fine del mercato invernale. Il 31 gennaio alle ore 19 si chiudono i battenti e per poter prendere un calciatore si dovrà aspettare la prossima estate. Il Napoli la sua grande operazione l’ha già fatta. De Laurentiis ha sborsato undici milioni per acquistare Eduardo Vargas. Il  patron ha pensato ad investire su un giovane piuttosto che prendere un calciatore già fatto. Ma non è  detto che  un esperto non arrivi. A fare un bilancio totale ci ha pensato Riccardo Bigon ai microfoni  di Radio Marte. Il direttore sportivo ha parlato di tutto e naturalmente si è concentrato sul mercato.  «Siamo pronti ad investire per il futuro», il dirigente partenopeo sgombra il campo da eventuali nuovi arrivi.
Quale è il programma del Napoli fino al 31 gennaio?
«Il nostro lavoro è sempre stato sia sul medio che sul breve termine. Si valuta il contingente per  capire come e dove intervenire, ma si guarda al futuro per investire per le prossime annate».
Quindi, nessun altro innesto?
«La nostra esigenza ora è quella di sfoltire un po’ la rosa. Rinaudo era penalizzato dagli equilibri del  gruppo e come tale andava protetto. Aveva bisogno di rivalutarsi, Mascara aveva poco spazio con  l’arrivo di Vargas, poi abbiamo sistemato diversi giovani. Non avevamo bisogno di granché, Vargas  è un investimento che va gestito. Ora comincia un lavoro di sviluppo».
Spiega come è andata la trattativa?
«L’ho già spiegato, l’avevamo visto più di un anno fa dal vivo, poi l’abbiamo seguito tutta la  stagione con due viaggi in Sudamerica, l’ultimo fatto da Maurizio Micheli. Abbiamo una struttura  scouting all’avanguardia con un software all’avanguardia e siamo presenti ovunque.  Siamo molto  attenti al rapporto personale, è importante l’uomo e poi il calciatore. L’abbiamo conosciuto, Micheli  è stato lì quasi due mesi e ha parlato con Edu e con la famiglia. L’ultimo mese e mezzo della sua  stagione è stato un crescendo di emozioni e ha attirato le attenzioni di tutto il mondo».
Come avete vinto la concorrenza?
«Ci sono state offerte dalle big, merito al Napoli e merito al presidente De Laurentiis che ha voluto  chiudere l’affare. Ce la giochiamo alla pari con le grandi d’Europa. La colonia sudamericana è  nutrita in tutta Italia, lì ci sono i migliori talenti del mondo. Nel nostro caso la vicinanza culturale  facilita l’ambientamento».
Santana andrà via o no?
«È un ragazzo che sta bene qui, sicuramente ha fatto una carriera importante in serie A ma ha poco  spazio, quindi se ci sarà l’opportunità di giocare di più in questi mesi, lo faremo. Non è una priorità  e voglio trovare la soluzione giusta».
E Candreva?
«Se n’era parlato, avremmo potuto fare uno scambio, ma ci sono state decisioni diverse da parte del  giocatore e del Cesena. Non abbiamo bisogno di inserimenti numerici».
Lei è giovane ma già esperto…
«Sono all’ottavo campionato di A, farò 300 panchine nel corso di questa stagione. Le ho fatte tutte,  tranne una, fui espulso da Damato contro l’Udinese quando ero già a Napoli. Sono nato alla  Reggina, sono stati anni intensi con salvezze incredibili: è nato lì il rapporto con Mazzarri, siamo  stati insieme tre stagioni e poi ci siamo ritrovati a Napoli».
Ha qualche rimpianto di mercato?
«Nessuno, non abbiamo perso giocatori per colpa e negligenza, a volte le cose vanno in un certo  modo e non si può far nulla».
Resterà Donadel?
«Con la Fiorentina, ha conquistato due volte la Champions da titolare inamovibile. Purtroppo ci si è messo di mezzo un infortunio che ha rovinato un po’ i piani. Stesso discorso per Britos. Purtroppo
è capitato. Si sperava di averli prima e valutarli soprattutto nel caso del difensore uruguaiano».
Dei tanti nomi accostati al Napoli, quale il più vero?
«Di solito controllo su internet chi compro. A parte gli scherzi, Benatia e Isla sono giocatori  consolidati con trattative importanti in corso da parte di tanti club, vengono da una squadra – come  l’Udinese – che è bravissima a valutare i suoi prodotti. Basta vedere il lavoro che hanno fatto con  Sanchez: ci ha messo tre anni prima di approdare al Barcellona ».
È vero che Insigne verrà sacrificato?
«Nessuno è venuto al Napoli a chiedercelo, tra l’altro non è sul mercato. È un nostro patrimonio e  va gestito con attenzione. Pescara è una tappa della sua carriera, bisognerà capire quali sono i  passaggi più appropriati alla sua crescita. Non dobbiamo farci prendere dall’entusiasmo di aver  creato subito un campione, ci vuole il tempo che ci vuole. Lorenzo è un classe ’91, serve la pazienza  giusta per continuare a  crescere come sta facendo».
Pandev sarà riscattato?
«È un altro esempio di come siamo frettolosi – nel nostro mondo – a dare giudizi. È presto per dire  cosa faremo a fine stagione, dipenderà da molte cose. Ci aggiorniamo ogni settimana con  l’allenatore e con il presidente: dipenderà molto da come proseguirà la stagione e dal nostro piazzamento finale. Ora posso dire che Goran sta benissimo al Napoli. I rinnovi dei contratti sono  un aspetto molto importante nella gestione di una rosa per avere continuità. Ne abbiamo fatti tanti:  Lavezzi, Cavani, Hamsik, Maggio e adesso Aronica che andiamo a concludere».
Quindi Toto resta?
«Con lui stiamo limando gli ultimi particolari, siamo sempre molto attenti a tutto. Da febbraio ci  dedicheremo ad altri, ci sarà altro lavoro da fare. In Italia c’è troppa fretta, può anche capitare come  nel caso di Michele Pazienza che non si trovi l’accordo».

Fonte: Il Roma

La Redazione

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