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Gargano: “Ci riscatteremo nel match di ritorno”

Il centrocampista partenopeo: "Solo i legni ci hanno impedito il pari"

Brr: il freddo d’una notte intera non è in quella colonnina di mercurio, né in quel bianco neve che circonda una città incredula. Brrr: il gelo è nell’anima del Napoli e pure in quel 2-1 che lascia una porta aperta e però anche tanti spifferi sul collo, sul corpo, nella testa che Gargano para a modo suo, con l’irruenza tipica delle sue giocate, con l’ottimismo d’una smorfia che in realtà è un sorriso e la generosità trascinante di un’ora e mezza che pesa. «Quel gol è importante, però meritavamo di più». Si può fare, eh sì, ma ciò che resta di una serata amara, vissuta pericolosamente sul ciglio del baratro, con un 2-0 che annuncia la disperazione, scacciata via dai lampi del pocho e dal graffio sulla propria pelle di Pesoli, è la certificazione di difficoltà intraviste e comunque a lungo occultate da una squadra che ha balbettato a lungo, prima che arrivasse la scossa, prima che quel Gargano scatenato, indomabile ancorché ferito, mentre intorno c’è amarezza, riuscisse con un rigurgito della sua verve ad imprimere la reazione ad oltranza: «Ci abbiamo provato in tutti i modi a pareggiare, meritavamo di più. Perché i legni ci hanno penalizzato oltre misura, perché la sorte non ci è stata amica». 


«IO CI CREDO» – Quando il triplice fischio non è poi così lontano (quattro minuti appena) e la finale è invece distantissima, che sa quasi d’impresa, dentro è rabbia e anche impotenza, perché ci scappano salvataggi sulla linea, pali e traverse che rendono meno tormentato il rientro a casa e colorano un pochino d’azzurro le riflessioni di Gargano, aggrappato a quegli episodi come ad una liana salvifica che aiuta ad andare al di là del risultato e di ciò ch’è stato: «Ci dispiace soprattutto per i tifosi che ci hanno seguito fin qui, però devo dire che i nostri sforzi avrebbero dovuto ricevere ben altro sostegno dalla fortuna. Non ci è andato bene niente. Se uno ripensa a quanto c’è capitato, a tutte le occasioni che abbiamo avuto, alla maledizione che in certe circostanze ci ha colpiti, avremmo dovuto chiudere diversamente. Però quel gol….». 


«COMPLIMENTI SIENA» – Il Napoli double face, pure stavolta: che si fa male, va sotto di due reti, sente la finale di Coppa Italia sfilar via dalle proprie mani; e che poi si rialza, reagisce, avvicina il pareggio, lo sfiora, lo blandisce, lo afferra quasi. La verità, però, sta in quel 2-1 che comunque concede chanches, che induce a crederci e regala energia a Gargano, mai pago, mai sfinito, mai arrendevole, men che meno quando il “pericolo” Siena è stato ridimensionato. «Complimenti ai nostri avversari, perché hanno giocato veramente una gran bella partita, anzi una grande partita: hanno lottato su ogni pallone, ci hanno pressato in ogni zona del campo, ci hanno creato grattacapi e si sono ritrovati avanti di due reti. Ma noi abbiamo temperamento, ci abbiamo messo il cuore, ci siamo buttati in avanti ed abbiamo prodotto una serie infinita di palle-gol. Io continuo a pensare a quel palo, a quella traversa, a quell’uomo che sulla linea rimanda fuori il colpo di testa di Cavani: e in base a questi non piccoli particolari mi permetto di dire che magari il pareggio sarebbe stato meritato. Ma adesso bisogna guardare avanti, poi quando il Siena verrà al san Paolo sarà importante non subire reti e vincere. Ci basta un gol, in fin dei conti». Brr: che pathos, il 21 marzo.
Fonte: Corriere dello Sport
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