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Il mito Cavani è esploso anche in Giappone

Testata nucleare di Britos e penalty sigillante di Cavani, il Napoli fa fuori in un sol colpo due piccoli ma fastidiosi sortilegi. In due mosse dà scacco al Chievo, dannazione degli ultimi due campionati, e torna a vincere davanti al suo pubblico dopo 36 giorni. Via quindi gli scheletri dagli armadietti in un sol colpo di spugna, ora si può guardare con più fiducia anche al campionato, ammesso che lo si fosse perso di vista. Difficile che Mazzarri molli l’osso, anche se in effetti ne sono tre. Tre ossi duri. Ma non molla mai nemmeno il Matador. Sorride Edinson già dal fischio finale, con le braccia rivolte al cielo, e ne ha ben donde: vittoria contro il Chievo con gol suo, festa di compleanno e San Valentino. Tre motivi per ricoprirsi di una cialda di zucchero caldo nella ghiacciaia di Fuorigrotta, e guardare con rinnovata fiducia agli impegni che verranno. Due su tutti, il Chelsea ed il Siena (in ordine alfabetico e cronologico), dopo l’immediato che si chiama Fiorentina.

UN GOL PER REGALO – Covava il Matador, certo che covava, dopo 15 giorni di digiuno e qualche cruccio per i rigori che non sempre entrano. Covava, ma in positivo, provando a scrollarsi dai piedi quella patina di ghiaccio che in certi momenti ha bloccato pure lui. Il Cavani raggiante di lunedì sera è quello molto vicino ai tempi migliori, un condensato di energia esplosiva che guada il campo da riva a riva senza un attimo di sosta, ma che non perde mai di vista quel bersaglio largo 7,32 metri dove scaricare adrenalina ed ambizioni. E molto spesso vi riesce. Edinson è l’atleta di Dio che gratifica anche se stesso con il più bel regalo per il suo 25° compleanno, la 13esima rete in campionato. Una vera sagra del gol la sua, anche quest’anno, con tripletta al Milan, doppietta al Lecce e al Genoa (all’andata, ma ha segnato ai grifoni anche al ritorno, ultimo sigillo del 29 gennaio prima del Chievo), ed in Champions due al City al San Paolo, uno all’Etihad Stadium, uno al Villareal, ed ancora tre in Coppa Italia. Questi i momenti salienti, ma poi davvero tanta roba da quando è in azzurro, con 11 gol nelle coppe europee in nemmeno un biennio e 53 sigilli in toto, a fronte di 77 presenze. Uno score che lusinga anche chi sta a svariate migliaia di miglia di distanza, oltre naturalmente ai più forti club europei. Fatto sta che l’inconfondibile sagoma del Matador pare sia apparsa anche su di una rivista nipponica fra quelle di Messi, Ronaldo, Ibra e Rooney. Chi non lo vorrebbe uno così?
PILLOLE DI SAGGEZZA – Da El Botija (bambino) come veniva appellato ai primi passi della carriera, al travolgente Matador degli ultimi anni, di acqua ne è passata sotto i ponti. Il bomber di Salto è arrivato all’impensabile, con una bruciante accelerazione soprattutto quando è approdato al Napoli per 17 milioni ed un contratto ora rinnovato sino al 2016. Una scommessa già vinta, ma resta coi piedi ben saldi in terra. «Siamo stati in difficoltà nell’ultimo periodo, inutile negarlo, e quindi la vittoria col Chievo ci ha procurato doppia felicità. Perché abbiamo vinto e anche dato una risposta a modo nostro. Le conferme sono importanti, ma posso garantire che eravamo sereni. Abbiamo solo attraversato un periodo sfortunato, questa vittoria fa morale e ci rende felici. Forse non abbiamo giocato sempre come voleva Mazzarri, ma vi assicuro che non ci siamo mai risparmiati. Ora pensiamo solo alla Fiorentina». 
E’ FESTA – Per tutti gli azzurri (finalmente!) e soprattutto per lui, che è approdato al quarto di secolo nel migliore dei modi. Ieri ha festeggiato alla sua maniera, senza fronzoli, con un tavolo al riparo di occhi indiscreti, solo per sé ed i suoi Soledad e Bautista. Meglio di così…
Fonte: Corriere dello Sport
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