C’era una volta un Napoli spietato con le «piccole» e non ancora altrettanto efficace con le «grandi». C’era una volta, appena la stagione scorsa, e sembra non esserci più. È in atto una metamorfosi preoccupante, che per ora lascia spazio alle contingenze, non essendo ancora cronica. In ogni caso battere Milan e Inter e perdere con Chievo e Parma sembra essere la dimostrazione perfetta del teorema: «piccolo» con le «piccole», «grande» con le «grandi», in netta controtendenza con lo scorso campionato. La classifica finale del 2010-2011 parla chiaro: 45 dei 70 punti finali sono stati conquistati con le squadre che hanno chiuso il campionato dall’undicesimo posto in giù. Gli altri 25 con le prime dieci. Ovvero il 65% dei punti sono stati conquistati con le cosiddette «piccole», i restanti con le «grandi». E anzi, con le prime sette, gli azzurri hanno conquistato appena 14 punti: un pari con l’Inter, due vittorie con la Roma, un successo e un pareggio con la Juve e 3 punti con la Lazio.
Quest’anno accade l’inverso, dal momento che il 70% dei punti sono arrivati dalle vittorie con Milan e Inter e dal punto con la Fiorentina. Tutto chiaro, tocca al Napoli invertire la rotta e il destino è in tal senso beffardo. Sino alla prossima pausa, in campionato gli azzurri affronteranno proprio due grandi (Udinese e Juventus) e due piccole (Cagliari e Catania).
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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