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La svolta di Mazzarri: da croce a delizia…

Il Napoli non è più in crisi. Questa affermazione, apparentemente banale, nasconde significati ben più importanti. A testimoniare il superamento delle difficoltà in cui il Napoli era caduto, infatti, non sono solo i risultati ma un cambiamento profondo della squadra. Trecentosessanta minuti, tanto è durata la mutazione del Napoli. Gli azzurri hanno faticosamente cambiato pelle e ritrovato vecchi stimoli per tornare a vincere con continuità, ma in un modo nuovo.
Dopo due anni di successi e di ascesa costante – ed un buon avvio di stagione – il Napoli ha subìto una brusca frenata. La manovra della squadra di Mazzarri è diventata lenta e prevedibile, i limiti di un mercato in larga parte sbagliato hanno aggravato le difficoltà e accelerato il logoramento fisico del gruppo di tredici/quattordici giocatori a cui l’allenatore del Napoli si è affidato con costanza. Limiti tattici e tecnici sono parsi la gabbia che rischiavano di relegare la stagione del Napoli, con l’eccezionale parentesi della Champions, all’anonimato.
Per la prima volta da quando siede sulla panchina del Napoli Mazzarri si è visto mettere sul banco degl’imputati per la repentina involuzione della squadra, andata ben al di là della cronica difficoltà di affrontare le provinciali. Dopo un iniziale irrigidimento, l’allenatore toscano ha avuto l’umiltà di riconoscere le proprie responsabilità e la bravura di superarle con piccoli accorgimenti tattici e con l’impareggiabile capacità di suscitare nei suoi uomini lo scatto d’orgoglio necessario per la svolta.
Da un punto di vista tattico, Mazzarri ha scelto di provare a superare il momento di crisi senza stravolgere lo schema della squadra ma con alcuni accorgimenti rivelatisi fondamentali. Per variare il tema di gioco, troppo appiattito sui veloci cambi di gioco sulle fasce e sulle iniziative personali di Lavezzi, il Napoli aveva bisogno di ritrovare la qualità in fase d’impostazione di Inler. Lo svizzero, abbandonato in mezzo al campo alla sola copertura di Gargano, vanificava le sue caratteristiche di moderno regista dovendosi sacrificare eccessivamente in fase di copertura. Dalla gara interna col Chievo, Mazzarri ha arretrato di qualche metro Hamsik, garantendo alla squadra maggiore equilibrio e qualità nella zona nevralgica del campo. Del nuovo assetto del centrocampo si sono avvantaggiate sia la retroguardia che l’attacco.
In difesa il maggior filtro dei mediani ha garantito una maggiore tenuta e la porta di De Sanctis in campionato è rimasta inviolata nelle ultime quattro partite. Rimangono i limiti tecnici individuali, ma a quelli si potrà sopperire solo in fase di mercato estivo.
In attacco il Napoli ha goduto della maggiore qualità in fase di possesso palla dello slovacco ed ha potuto giocare maggiormente per vie centrali, sfruttando la profondità del gioco con i movimenti dei suoi veloci attaccanti. In fase realizzativa, uno straordinario Lavezzi ha sopperito ai meno frequenti goal di Hamsik. L’attaccante argentino, non più costretto a stancanti sgroppate dalla trequarti, ha acquisito freddezza sotto porta grazie a specifici allenamenti e alla maggiore freschezza atletica. Quatto reti in tre gare sono il ruolino di marcia di un giocatore nuovo.
Il Napoli ha la possibilità di capitalizzare la propria stagione vincendo la Coppa Italia e raggiungendo i quarti di finale di Champions. Riuscire a conquistare il terzo posto in campionato è ancora molto difficile, ma se gli azzurri vi riuscissero l’annata sarebbe da considerarsi eccezionale. A Mazzarri tocca anche il compito d’essere lungimirante e d’iniziare a lavorare su soluzioni tattiche che consentano alla squadra di variare maggiormente il suo gioco e di sfruttare al meglio tutti i calciatori a disposizione. Particolarmente interessante, a tal proposito, sarebbe riuscire a perfezionare un modulo con la difesa a quattro che, con l’arretramento di Maggio e Zuniga in difesa e di Hamsik sulla mediana, libererebbe un posto in un ipotetico tridente all’inserimento di Vargas o Pandev. Sempre che i due non debbano sopperire alla cessione di uno dei tre gioielli del Napoli. Circostanza da scongiurare.
Permettetemi una chiosa finale. Sfogliando i giornali e navigando in rete ho potuto leggere in queste settimane centinaia di articoli in cui si esaltavano le imprese del Napoli tornato a vincere con continuità. Qualche collega ha avuto la professionalità di riconoscere parte del merito a Mazzarri, non tanti – però – quanti si sono scagliati contro il tecnico toscano sino a poche settimane fa, additandolo come unica causa dei mali del Napoli. Personalmente trovo il comportamento di chi nei momenti di difficoltà critica a prescindere e in quelli positivi salta impunemente sul carro dei vincitori deplorevole e poco professionale. Tante volte si è accusato Mazzarridi non saper accettare le critiche, e forse non con tutti i torti, ma mi ripeto: c’è critica e critica. A buon intenditor…Pompilio Salerno
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