Troppo attento e intelligente il Cagliari per farsi piegare dal Napoli in versione «nazionale». Che ci siano due diverse «facce» della squadra di Mazzarri è ormai è dato di fatto, dimostrato dalle sconfitte contro il Chievo e contro il Parma. Dal punto di vista del risultato, anzi Lavezzi e compagni ieri hanno fatto segnare un piccolo passo in avanti visto che sono riusciti a portare a casa un punticino. Ma alla vittoria è andato molto più vicino il Cagliari del Napoli: due traverse, un paio di interventi decisivi di De Sanctis, i ragazzi di Ficcadenti hanno fatto tremare una squadra che solo cinque giorni fa ha fatto tremare, a sua volta, il Bayern cioè una potenza del calcio europeo.E’ chiaro che la Champions toglie energie e concentrazione. E’ chiaro anche che il Napoli a livello continentale è una specie di «mina vagante» un po’ misteriosa. Le caratteristiche del Napoli, invece, sono note all’interno dei confini nazionali e le conosce molto bene Ficcadenti. Se poi si aggiunge che il turn over (peraltro limitato) sembra togliere qualcosa e che la fatica appanna la lucidità, il quadro delle cause del rendimento altalenante in campionato è completo.
LUCIDITA’ – Dall’inizio alla fine il Cagliari è apparso più lucido del Napoli. E anche più attento. Semmai ieri tanto i sardi quanto i campani sono stati traditi dagli uomini che sotto porta dovrebbero fare la differenza e cioè da un lato Cavani (un’ombra) dall’altro Nenè e, soprattutto,Thiago Ribeiro che, almeno ieri, non ha confermato quanto di buono si dice su di lui. Ma la differenza è stata evidente dal punto di vista dell’interpretazione collettiva della gara. Il Cagliari aveva un copione, semplice ed efficace: evitare una impennata dei ritmi che avrebbe favorito gli avversari, restare sempre compatto in maniera tale da non regalare spazi sulle corsie esterne e agli inserimenti centrali, impedire i cambi di gioco che sono solitamente il valore aggiunto della squadra di Mazzarri. Con una linea difensiva molto bloccata e una squadra molto corta che in fase di non possesso spesso era tutta dietro la linea della palla, i sardi sono riusciti a eliminare le condizioni in cui in maniera più favorevole si sviluppa la manovra napoletana. Anzi, errori individuali come quello commesso in avvio da Gargano, hanno favorito improvvisi raid nell’area di de Sanctis (molto bravo nell’occasione a opporsi a Nenè, togliendogli la palla dai piedi). Raramente nel primo tempo i ragazzi di Mazzarri sono riusciti a produrre quelle accelerazioni (sfruttando cambi di gioco e corsie esterne) che consentono al Napoli di diventare micidiale.
Solo in un caso, in una confusa azione in area, susseguente a un angolo, Santana si è trovato all’altezza del dischetto (forse l’unico vero errore della difesa cagliaritana) ma l’ex fiorentino ha calciato sul palo.
AFFANNI – E’ evidente che se da un lato ci sono gli affanni del Napoli, dall’altro ci sono le qualità del Cagliari che per un tempo ha interpretato il copione in maniera quasi perfetta (quasi perché con un’altra spietatezza negli ultimi sedici metri probabilmente i sardi avrebbero incamerato la vittoria). Nonostante la rinuncia dopo una ventina di minuti ad Astori (ha subito la rottura del perone della gamba destra, dovrà restare fuori almeno per due mesi), la squadra non ha smarrito concentrazione e geometrie. Il fatto che abbia colpito due traverse, con Nenè e Nainggolan (un tiro al volo dal limite spettacolare) è la conferma del maggior tasso di pericolosità espresso sul terreno di gioco. Il Napoli questa volta è riuscito, quanto meno, a limitare i danni. Mazzarri ha fatto riposare un po’ Cannavaro, Inler, Maggio e Hamsik (gli ultimi tre spediti, poi, in campo alla ricerca dell’efficacia perduta e per turare la falla creata dall’infortunio di Gargano) ma quello che anche ieri è emerso con chiarezza è che per il miglior Napoli da campionato bisognerà attendere tempi migliori, cioè la conclusione della fase a girone di Champions, quando l’attenzione potrà essere maggiormente orientata verso gli obiettivi nazionali. Per ora, i ragazzi di Mazzarri devono convivere con gli affanni.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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