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Salvatore Caiazza: “Aspettando il vero Inler ci godiamo il solito Matador”

È così che vi vogliamo. È questo il Napoli che i tifosi amano vedere. Quando si gioca con carattere,  grinta e determinazione anche un’Inter vincente da otto partite consecutive (sette di campionato e  una di Coppa) è costretta ad abbassare la testa. Il signor Ranieri ha dovuto alzare nuovamente  bandiera bianca al cospetto del suo collega Mazzarri che già l’aveva battuto in campionato ad inizio  stagione al Meazza. Troppa la voglia di Cavani  e compagni di conquistare una semifinale di Coppa  Italia che li vedrà di fronte a quel Siena che domenica scorsa tanto bene aveva fatto allo stadio  Franchi. Proprio il pari incassato in Toscana aveva fatto deprimere la piazza partenopea perché  arrivato dopo l’1-1 precedente col Bologna. Si sognava una risalita veloce nelle zone alte della  classifica ed invece il doppio X ha rovinato i programmi. La vittoria con l’Inter era di importanza  vitale. Diciamola tutta, valeva una stagione. A nove punti di distanza dal terzo posto occupato dall’Udinese, l’unico modo per poter dare una scossa all’ambiente  era il passaggio del turno in un trofeo che si può tranquillamente vincere. Certo, si dovrà battere il Siena per poter sbarcare all’Olimpico per la finalissima (che vale l’Europa League diretta) ma Mazzarri, nel doppio  confronto, troverà le giuste misure. Ormai ha capito la lezione, non si farà imbrigliare nuovamente  da Sannino negandosi così la possibilità di alzare finalmente la Coppa Italia dopo averla persa quando era sulla panchina della Sampdoria e di fronte c’era la Lazio. Si temeva che così come  l’anno passato la lotteria dei rigori potesse essere fatale al Napoli. Gli azzurri giocarono una gran  partita ma furono beffati dagli undici metri dopo l’overtime. Ieri sera i giochi sono finiti prima.  Grazie ad un primo tempo rinunciatario, la squadra di Mazzarri ha giocato un buon calcio sfruttando  molto le giocate fredde di Lavezzi. Quando il Pocho prendeva palla la difesa nerazzurra tremava.  Tanti gli inserimenti ma pochissimi gli spunti offensivi. C’è voluto il solito Cavani a sbloccare ad  inizio ripresa la partita. Il Matador si è conquistato un rigore nettissimo  che stavolta ha realizzato  facendo la felicità degli irriducibili trentamila spettatori che, sfidando il freddo di Fuorigrotta,  hanno voluto riscaldare lo stesso i propri beniamini. Nel finale, dopo la reazione meneghina,  l’uruguaiano ha messo la ciliegina sulla torta firmando il suo 51esimo gol in maglia azzurra che ha  chiuso i conti. È piaciuto tutto il Napoli, fatta eccezione di Inler. Per amor del cielo, nessun attacco  nei confronti dello svizzero. Solo che il giocatore più pagato dello scorso mercato estivo proprio  non riesce ad entrare nei meccanismi di Mazzarri. Il tecnico toscano ha provato a  spiegare il  motivo: «Soffre un po’ la pressione di Napoli che a Udine non c’era». Ci può stare ma sarebbe il  caso di superare presto questo handicap perché la squadra ha bisogno anche del suo apporto. Non si  può sempre caricare tutto sulle spalle di Gargano perché El Mota avrà anche sette polmoni ma poi rischia di regalare qualche pallone innestando il contropiede avversario. Finalmente la difesa non è  stata impallinata. Da nove partite, compresa la sfida di Coppa con il Cesena, De Sanctis era stato costretto a subire gol. L’ultima volta era stato contro la Lazio, da allora qualsiasi squadra che il  Napoli affrontava riusciva a gonfiare la rete. Onori e meriti al portiere pescarese che nel finale ha  chiuso la sua porta per tre volte consecutive nella stessa azione. Vuoi vedere che il campionato  degli azzurri cambierà in positivo dopo questa qualificazione?

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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